Da questo blog lo avevamo detto. Lo avevamo preannunciato. Qualcuno ci ha persino riso dietro. Un sindaco postfascista a Roma avrebbe dato forza a un gruppo di esaltati e la convinzione che potessero fare in città quello che vogliono.
Oggi si inizia a intravedere a Roma, capitale d’Italia, un preoccupante rigurgito squadrista. I nazi dormienti intravedono nell’esito delle elezioni, una forma di consenso per le loro azioni violente e intolleranti. Così attaccano fisicamente il diverso. A Verona un ragazzo coi capelli lunghi. A Roma pestano l’extracomunitario e l’omosessuale. Qualcuno potrebbe sostenere che anche gli extracomunitari si sono resi responsabili di atti violenti nella capitale(non però gli omosessuali e i ragazzi coi capelli lunghi), e quindi sarebbe una giusta punizione(lungi da me questa posizione). Ma qui si parla di gruppi organizzati, di branchi, che premeditano e celebrano la violenza. Ringraziamo i giornali che riportano questi fatti e tengono alta la tensione. Ma non vorremo che questi fatti diventino una cosa così frequente da non essere più notizia. Spetta ora al neosindaco Gianni Alemanno dimostrare di non essere più fascista, di voler impedire che Roma diventi un campo di battaglia, di voler combattere lo squadrismo. Lo deve a tutti coloro che, pur essendo di sinistra, lo hanno votato.
Chissà cosa pensano oggi costoro. Sono curioso di saperlo. Di sicuro, se Alemanno li deluderà in questo, spetterà a loro la responsabilità di combattere queste forze. E per farlo, forse, dovranno prendere anche loro i bastoni e gli assi di legno e combatterli con i loro stessi metodi. Come si faceva negli anni settanta. La forza materiale si abbatte con la forza materiale.
domenica 25 maggio 2008
Pericolo squadrismo a Roma
mercoledì 14 maggio 2008
La dittatura dolce
sabato 3 maggio 2008
Grillo, diritto di cronaca

Michele Santoro
mercoledì 30 aprile 2008
Sconfitta totale
venerdì 25 aprile 2008
Onore ai caduti
A coloro che hanno preso in mano un fucile,
A coloro che hanno preferito morire,
A coloro che hanno difeso la loro e la nostra libertà,
A coloro che hanno sconfitto lo straniero.
Onore a chi ha continuato a essere libero,
A chi ha bevuto l'olio di ricino,
A chi è finito in prigione,
A chi ha tenuto fede alla sua coscienza democratica.
Onore a Matteotti,
a Gramsci,
a Gobetti,
a Don Sturzo,
ad Amendola,
ai fratelli Roselli, ad Emilio Lussu.
Grazie a tutti loro,
Onore all'Italia, onore alla Repubblica.
“Ho l’onore di sedermi dalla parte dei vincitori e tale onore me lo hanno dato i partigiani”
(A.De Gasperi, 25 aprile 1945)
giovedì 24 aprile 2008
lunedì 21 aprile 2008
Uno sguardo alla Capitale
domenica 20 aprile 2008
L' Italia è un paese di destra
mercoledì 16 aprile 2008
L' Italia e Kilombo
martedì 15 aprile 2008
I prossimi cinque anni
giovedì 10 aprile 2008
Parte la corsa alle poltrone
sabato 5 aprile 2008
Noi, Vescovi di Sicilia
Incompatibilità della mafia con il Vangelo
«E’ nostro dovere ribadire la denuncia, altre volte espressa, circa la sua assoluta incompatibilità con il Vangelo […] Tale incompatibilità con il Vangelo è intrinseca alla mafia per se stessa, per le sue motivazioni e per le sue finalità, oltre che per i mezzi e per i metodi adoperati. La mafia appartiene, senza possibilità di eccezione, al regno dei peccato e fa dei suoi operatori altrettanti operai del Maligno».
I mafiosi sono fuori della comunione della chiesa
«Per questa ragione, tutti coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente, fanno parte della mafia o a essa aderiscono o pongono atti di connivenza con essa, debbono sapere di essere e di vivere in insanabile opposizione al Vangelo di Gesù Cristo e, per conseguenza, di essere fuori della comunione della sua Chiesa. Né potrà ritenersi escluso da questo giudizio chi, trovandosi in una delle suddette condizioni, pretendesse di coonestarla con atti esteriori di devozione o con elargizioni benefiche. Al limite, siffatte manifestazioni dovranno essere considerate strumentali e perciò false ed esse stesse peccaminose».
A un cristiano non è lecito ricorrere alla mafia per avere aiuti o vantaggi
«Per questa stessa ragione chiedere o accettare qualsiasi forma di intermediazione a persone conosciute come appartenenti o contigue alla mafia e in quanto tali, qualunque sia il vantaggio che se ne voglia o possa ricavare, si deve ritenere che rientri sempre, quanto meno indirettamente, ma non meno colpevolmente, nella fattispecie della connivenza e della collusione».
Contro la mafia la Chiesa oppone il Vangelo
«Contro questa mentalità mafiosa e contro la violenza della mafia, noi Vescovi di Sicilia intendiamo opporre, ancora una volta e più decisamente, la forza disarmata ma irriducibile dei Vangelo, una forza che è per se stessa rivolta alla persuasione, alla promozione e alla conversione delle persone, ma è nello stesso tempo intransigente nel non autorizzare sconti o ingenue transazioni per ciò che concerne il male, chiunque sia a commetterlo o a trarne profitto».
Don Puglisi nuovo modello per tutti, preti e laici
«Don Giuseppe Puglisi ha incarnato pienamente questa duplice forza del Vangelo: egli rappresenta un’indicazione per tutti noi; il modello che ne deriva per il clero di Sicilia e per ogni vero cristiano è la sfida che lanciamo a chiunque gli competa. Se questa sfida dovesse bastare a giustificare per la pastorale delle nostre Chiese la qualifica di pastorale di frontiera, noi la accettiamo, ma solo nel senso della duplice forza dei Vangelo appena rivendicato e con l'invincibile speranza di una redenzione sempre possibile per tutti che da esso ci deriva».
domenica 30 marzo 2008
Tempo di elezioni
mercoledì 19 marzo 2008
Radiografia dei candidati per età e genere
martedì 18 marzo 2008
Ps: una sconfitta dalle antiche origini
venerdì 14 marzo 2008
Statalisti al Nord, liberisti al Sud
venerdì 7 marzo 2008
Stop alla globalizzazione
domenica 2 marzo 2008
Dio è potere
sabato 23 febbraio 2008
La Sardegna come il Kosovo
giovedì 21 febbraio 2008
Il festival delle cazzate
mercoledì 20 febbraio 2008
Storia di un Onorevole
giovedì 14 febbraio 2008
Società
Società, sei una razza folle. Spero che tu non sia sola, senza di me
Quando vuoi più di quello che hai, pensi di avere bisogno
Società, sei una razza folle
Società, davvero folle
Ci sono quelli che pensano, più o meno, meno è di più
Società, sei una razza folle
Senza di me...
Society, you're a crazy breed
When you want more than you have, you think you need
Society, you're a crazy breed
Society, crazy indeed
It's those thinking more less, less is more
Society, you're a crazy breed
martedì 12 febbraio 2008
Partito Democratico, Ulivo 2.0
domenica 10 febbraio 2008
Popolo delle libertà
Era il movimento operaio a parlare di popolo nel popolo per difendere i diritti dei lavoratori, curioso che oggi siano gli anticomunisti a sentirsi vittime dello Stato e ad alimentare il conflitto sociale.
lunedì 28 gennaio 2008
Tre buone notizie
- La Rai si ricorda di essere una rete di servizio pubblico e dedica l'intera puntata di Domenica In al Giorno della Memoria.
- Barack Obama vince in maniera schiacciante le primarie in South Carolina e ottiene l'appoggio della famiglia Kennedy, che lo dichiara erede spirituale di JFK. Le accuse di Bill Clinton non pagano, anzi hanno l'effetto opposto. Un'altra controtendenza - rispetto alla storia recente USA - importante emersa in questa campagna per le primarie.
- Il Cagliari finalmente ha un po'(molto di più veramente) di fortuna e riesce a ribaltare il risultato nei minuti di recupero.
domenica 27 gennaio 2008
Commemorazione dell' Olocausto
venerdì 25 gennaio 2008
Prodi cade in piedi: elogio funebre e sguardo al futuro
In questo scenario non è così scontato il ritorno di Berlusconi. Il Pd è l'unica forza che si proporrebbe agli elettori come partito, quindi che offrirebbe maggiori garanzie e credibilità nella realizzazione del suo programma che si deve realizzare sostanzialmente in:
- riforme istituzionali con il rafforzamento e l'elezione diretta del premier
- riforma elettorale per un doppio turno alla francese
- perseguimento di un opera di risanamento dei conti pubblici
- ripresa delle politiche redistributive con riduzione delle tasse per i meno abbienti e politiche per la casa e le famiglie
- democratizzazione del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni
- politica estera euromediterranea e europeista
- apertura verso le novità scientifiche e la società civile
Il Partito Democratico deve essere una forza di sinistra che guarda al centro come avviene in tutti i sistemi bipolari che si basano sull'alternanza. Il perseguimento di una politica prodiana. Il superamento di una fase storica e politica. Oggi è già domani.
martedì 22 gennaio 2008
Troppa apertura nel Pd
A parte il paragone che fa Travaglio tra Ferrara e Bobbio, dove appare chiaro che le accuse rivolte dall' Ateo Devoto potrebbero benissimo essere a lui stesso indirizzate in un processo psicologico che solo Freud potrebbe spiegarci, a parte la sua storia personale, segnata da innumerevoli cambiamenti di posizione, a parte la storia personale di Veronica Berlusconi che dovrebbe chiarire meglio quanto la decisione di abortire sia sempre sofferta e spetti sempre e comunque al portatore del feto, questo articolo fa riflettere sulla natura del Pd e sugli errori finora commessi.
lunedì 21 gennaio 2008
La caduta di Mastella apre la via al governissimo
sabato 19 gennaio 2008
La classe operaia è andata in paradiso
Sono diversi gli eventi che negli ultimi tempi hanno attirato la mia attenzione.
Il primo riguarda le dimissioni del ministro della Giustizia. Ho ritenuto vergognoso il suo attacco alla magistratura. “Lascio per senso dello Stato”, peccato che il senso dello Stato non l’abbia frenato dall’accusare i giudici di un complotto ordito ai suoi danni. Ho ritenuto ancor più vergognoso il comportamento della maggior parte di tutti i suoi onorevoli colleghi che hanno applaudito il suo intervento a Montecitorio.Penose le lacrime del ministro, gli abbracci e le pacche sulle spalle.
Esilaranti i commenti del caso, “siamo in piena emergenza democratica”, che ultimamente va di moda e si adatta facilmente a tutte le situazioni. Cosa cavolo significa qualcuno spero me lo spieghi.
“E’ un fatto sconvolgente, ora i magistrati se la prendono con le nostre mogli” (Dini) è fantastico.
Suscitano ulteriore ilarità i commenti del giorno dopo da parte dell’ex ministro (accusato tra le tante cose di concussione), “posso aver raccomandato qualcuno, ma solo i più bravi”.
La consulta ha dato via libera al referendum che salvo interventi da parte del parlamento andremo a votare tra i 15 aprile e il 15 giugno.
I quesiti puntano a cancellare il “Porcellum”.
Le soluzioni alternative al referendum sono diverse: Vassalum, sistema misto tedesco spagnolo con filtro del 5%; bozza Bianco, sistema tedesco corretto proporzionale nelle circoscrizioni con effetto maggioritario senza dimenticare che come trazione per due anche se fosse supercazzola bitumata, ha lo scappellamento a destra.
Il pattume napoletano cercano di smistarlo per tutta Italia. Le soluzioni a quanto pare ci sarebbero (tipo costruire termovalorizzatori) ma tra lo scarica barile generale e il frazionamento infinito delle competenze e tutti i miliardi gettati “al vento” i risultati sono sotto i nostri occhi.
La Sardegna riceve parte dei rifiuti campani. Posso essere anche d’accordo sulla solidarietà espressa però una delle ultime volte in cui ci si ricordò della Sardegna era per portaci scorie nucleari da interrare nelle miniere.
Fortunatamente a rallegrare la situazione ci pensa la storia d’amore tra Sarkozy e la Bruni e l’ultima tra Chavez e Naomi Campbell.
E intanto la classe operaia va in paradiso.
Gli operai della Thyssen Krupp sono già dimenticati.La tragedia ha intristito… proprio sotto Natale!
La colpa si è detto anche essere stata degli operai stessi, che avrebbero dovuto vigilare sulla loro sicurezza.
Loro, gli operai, che avrebbero dovuto premunirsi, tra l’altro, di verificare lo stato degli estintori.
Si è detto che gli investimenti per mettere in sicurezza l’impianto sarebbero stati stimati in 800.000 euro.
Troppi, decisamente troppi per un impianto in chiusura.
I sindacati dov’erano?
venerdì 18 gennaio 2008
Problema rifiuti: chiamate Re Mida
Sono giorni in cui il tema rifiuti è in primissimo piano, come se prima di oggi non fosse un problema. I rifiuti ci sono e dobbiamo saperli gestire, dobbiamo trovare soluzioni ottimali per minimizzare un problema che non si può evitare. Qualcuno è anche capace di parlare dei rifiuti come una “ricchezza”. I rifiuti sono un problema, sempre e comunque, perchè il bilancio finale, comprensivo dell’aspetto economico, ambientale e sociale, è negativo. Nell’affrontare il problema sui rifiuti, si deve cercare la soluzione muovendosi lungo il ciclo di vita dei rifiuti da monte verso valle. Banalmente, la migliore delle soluzioni, quella utopica, sarebbe poter avere una produzione di rifiuti pari a zero; ma i rifiuti ci sono e qualcosa va fatta. In questo post voglio semplicemente fare un quadro generale del ciclo dei rifiuti (quelli urbani, detti RSU), senza scendere troppo nei dettagli di natura tecnica. Per altre tipologie di rifiuti (pericolosi, sanitari, ecc.) le strade da percorrere sono diverse.
La soluzione ideale del problema rifiuti, quella non utopica, va cercata nei sistemi integrati di smaltimento, con i quali si prevede (sempre muovendoci da monte verso valle): la riduzione del quantitativo di rifiuti da smaltire; il riutilizzo, il ricupero e il riciclaggio; il ricupero energetico per combustione delle frazioni a più alto potere calorifico; il compostaggio o la digestione anaerobica della frazione organica; la minimizzazione dell'impatto ambientale.
In altre parole si deve dare priorità alla minimizzazione nella produzione dei rifiuti. Come? Per prima cosa immettere nel circuito consumistico un quantitativo minore di contenitori monouso. Favorire il riutilizzo quindi, ma anche il ricupero e il riciclaggio. Ricupero e riciclaggio sono possibili laddove funzioni la raccolta differenziata, la cui corretta pianificazione e gestione è di fondamentale importanza, al fine di recuperare o riciclare carta e cartone, vetro, plastica, ferro, sostanza organica, ecc. A questo punto, quello che non è possibile riutilizzare, recuperare o riciclare deve per forza di cose essere smaltito. Laddove è economicamente conveniente (non sempre lo è), i materiali che bruciando garantiscono una elevata produzione di energia (in termini di calore o anche di energia elettrica) conviene vengano termicamente distrutti negli inceneritori. Spesso questi impianti sono chiamati termovalorizzatori per sottolineare il fatto che si ha un recupero energetico, ma nella normativa di riferimento (D. Lgs. 133/05 e D.Lgs. 152/06) non si fa mai uso di questo termine. I rifiuti di natura organica andrebbero invece trattati in impianti di compostaggio o di digestione aerobica, impianti che consentono di produrre compost, ossia materiale utile come fertilizzante. L’ultima spiaggia è la discarica controllata, ed è quindi auspicabile che qui finisca il minor quantitativo possibile di rifiuti. Quali sono questi rifiuti? I prodotti residui della combustione in uscita dall’inceneritore, e, attualmente, anche i rifiuti organici, che invece, come detto prima, sarebbe auspicabile venissero trattati negli impianti di compostaggio. E visto che qualcosa in discarica ci finisce, occorre allora minimizzare l’impatto ambientale, con tutte le scelte progettuali e gestionali del caso. Ma minimizzare l’impatto ambientale è anche una priorità che non riguarda solo le discariche controllate ovviamente, ma anche tutti gli altri processi (pensiamo alle emissioni inquinanti degli inceneritori per esempio) ed interessa anche l’aspetto sociale e paesaggistico.
giovedì 17 gennaio 2008
Democrats Caucus
Così mi son preso la briga di seguire parte dei discorsi dei candidati democratici e ciò che appare subito evidente e il continuo utilizzo della parola “cambiamento”. Obama conduce la sua campagna elettorale sul motto “il tempo per il cambiamento è arrivato”, mentre i sostenitori di Hillary Clinton espongono striscioni con la scritta “Pronti a cambiare”.
Barack Obama potrebbe essere il primo presidente di colore nella storia degli Stati Uniti e nella sua campagna si fa forte della sua opposizione alla guerra in Iraq sin dal principio. Afferma infatti che “sarà il presidente che porrà fine alla guerra in Iraq e finalmente riporterà le truppe a casa” o ancora che gli Stati Uniti con lui “non useranno mai l’ 11 settembre”. Pone forte l’accento sull’unità del suo paese(noi siamo una nazione, noi siamo un popolo) e invita donne e uomini ad avere il coraggio di costruire il mondo per ciò che deve essere perché “insieme le persone ordinarie possono costruire qualcosa di straordinario.” Obama incita i suoi sostenitori a credere ancora col il motto Yes we can.
Hillary Clinton potrebbe essere la prima donna presidente degli Stati Uniti e mentre si mostra reticente su un tema importante come la guerra in Iraq (in Senato votò a favore del finanziamento a differenza di Obama) propone un cambiamento nella politica interna comunque importante. Si rivolge principalmente a coloro che non possono permettersi di pagare le bollette e le assicurazioni sanitarie e afferma che “voi non sarete più invisibili”. Si pronuncia sostenitrice della classe media che deve crescere e prosperare nuovamente. Le sue parole più forti sono quando dice, rivolgendosi alle compagnie petrolifere, compagnie farmaceutiche e compagnie di assicurazioni sanitarie; che “hanno avuto per otto anni un presidente che governava per loro, è giunto il momento di un presidente che governi per il popolo; è giunto il momento di un governo del popolo, dal popolo, per il popolo”. Pone l’accento sulla necessità di un sistema sanitario che possa garantire i servizi essenziali anche per coloro che non possono permetterselo.
John Edwards è il candidato più debole dei tre anche perché il più ambiguo avendo votato sia a favore dell’ intervento statunitense in Iraq e del Patriot Act (che ha ridotto le libertà civili), sia per essersi dichiarato a favore dell’aborto e della pena di morte. Anch’ egli sostiene di parlare per la classe media e per tutti coloro che non hanno voce. Sostiene la necessità di un sistema che garantisca la copertura sanitaria e invoca l’impegno di tutti noi per garantire ai nostri figli un vita migliore della nostra.
Obama si mostra più convinto nel portare avanti la sua linea di cambiamento e dà un immagine di maggiore freschezza e novità, ma Clinton ha più forza ed esperienza per realizzare questi propositi. Edwards è invece il terzo incomodo che può fungere da termometro per valutare il gradimento dell’elettorato democratico e può giungere in soccorso a uno dei due candidati come ha fatto recentemente esprimendo più volte il suo gradimento per Obama. In ogni caso i democratici propongono un cambiamento a sostegno delle politiche pubbliche, una controtendenza in un paese segnato e che ha segnato negli ultimi trent’ anni il trionfo delle politiche neoliberiste che proprio negli Stati Uniti sono state ideate dalla Scuola di Chicago. In campo internazionale propongono invece un Paese sicuramente più aperto al dialogo e alla concertazione col resto del mondo e il rafforzamento delle istituzioni sovranazionali come l’ ONU.
Sono importanti le novità che propongono i candidati democratici ed è auspicabile dopo otto anni di amministrazione repubblicana che ha ulteriormente diviso gli Stati Uniti e li ha allontanati dalla comunità internazionale, che uno di loro riesca a vincere la corsa alla Casa Bianca che, volenti o nolenti, ha un ruolo fondamentale nelle dinamiche politiche internazionali.