Fin dalla sua nascita il
PD ha vissuto un dibattito interno - più o meno latente - sulle
modalità di scelta del segretario e di tutti gli organismi
dirigenti. Un dibattito che mi auguro possa proseguire nel futuro e
trovare una soluzione definitiva.
Le primarie sono un
istituto fondante del PD, ma dentro il partito vi sono posizioni e
argomentazioni solide a sostegno dell'idea che questa scelta spetti
unicamente agli iscritti. Sarebbero loro i soli titolati a decidere
in quanto elementi attivi e costitutivi del partito.
I sostenitori delle
primarie ritengono invece che il partito, svolgendo una funzione
pubblica, appartenga a tutti gli elettori, non solo ai suoi iscritti.
Di conseguenza la scelta spetta a tutti i cittadini che vogliano
partecipare e si riconoscano nel PD.
Quale tra queste due tesi
è quella più valida? Un atteggiamento integralista non credo aiuti.
Mi piacerebbe che il luogo deputato a portare avanti questo dibattito
sia l'assemblea nazionale e - perché no? - in ambito locale siano
gli organismi locali a decidere la modalità di elezione di
segretario e organismi dirigenti, nell'ottica di un partito federato.
Al momento invece le modalità di elezione, anche a livello locale,
sono stabilite dallo Statuto nazionale (commi
4, 8 art.15). Personalmente ritengo che entrambi i metodi abbiano
forti criticità, da risolvere con regolamenti solidi e ragionati.
Tornare a un partito dove
decidono la linea solo gli iscritti porta il rischio di un ulteriore
avvitamento del PD su stesso, rinchiuso nelle sue diatribe interne. A
tal proposito voglio portare ad esempio lo strano caso del PD di
Quartu.
Nella mia città la
mozione Cuperlo ha ottenuto 423 voti e una percentuale del 62%. Alle
primarie dell'8 dicembre ne ha invece ottenuto 593 (170 in più), ma
nel frattempo il totale dei votanti era enormemente aumentato,
passando dai 678 del congresso ai 2.123 delle primarie. Di
conseguenza la percentuale della mozione Cuperlo è passata dal 62
del congresso al 27 delle primarie. Una variazione percentuale di 35
punti! La mozione Renzi è invece passata dal 33 al 52 per cento
(+19%, da 228 a 1.123 voti) e la mozione Civati dal 2 al 20 (+18%, da
15 a 415 voti).
Città
di Quartu
|
Congresso
degli iscritti
|
Primarie
aperte
|
||
N. Voti
|
Percentuale
|
N. Voti
|
Percentuale
|
|
Cuperlo
|
423
|
62,39%
|
593
|
27,83%
|
Renzi
|
228
|
33,63%
|
1123
|
52,70%
|
Civati
|
15
|
2,21%
|
415
|
19,47%
|
Pittella
|
12
|
1,77%
|
-
|
-
|
Questi numeri inopinabili
dimostrano una forte divergenza tra l'opinione degli iscritti e
quella degli elettori e i rischi che comporta affidare la scelta
della guida e della linea del PD unicamente ai primi. L'obiettivo di
un partito è calarsi nella società, interpretarne e rappresentarne
gli umori. Ma se gli iscritti non sono in grado di essere un campione
rappresentativo, di essere antenne del sentire comune, di saperlo a
loro volta orientare, allora è più giusto e utile aprirsi alla
società tutta. Perché alla fine un partito che aspira a governare
deve rappresentare tutti i cittadini, non solo gli iscritti. Mi
chiedo, a tal proposito, quanto siano rappresentativi questi 678
iscritti che saranno decisivi e incisivi, notevolmente di più di
quanto lo siano nella società, in occasione dei congressi di
circolo e del congresso provinciale previsto per il 2014.
Inevitabilmente porteranno alla costituzione di un PD locale non in
linea con gli elettori.
Credo che il sistema di
tesseramento meriti quantomeno maggiore attenzione e regolazione.
Penso a un patto di stabilità che imponga un limite alla variazione
percentuale di iscritti in ogni singolo circolo e soprattutto
l'istituzione di efficienti organismi di controllo che verifichino
numeri e identità degli iscritti.
Anche lo strumento
primarie ha qualche criticità. Richiedere l'obolo dei 2 euro è un
limite alla partecipazione più ampia possibile e fino ad oggi è
stato giustificato con la necessità di coprire le spese
organizzative e di limitare la partecipazione agli elettori
potenziali del PD. Credo nel primo caso la richiesta dei 2 euro non
sia giustificata, almeno fino a che conserveremo delle forme di
finanziamento pubblico. Per quanto riguarda la necessità di limitare
la partecipazione ai potenziali elettori PD, credo che sia un
problema che meriti altre soluzioni, prendendo esempio proprio dal
luogo dove le primarie hanno avuto origine. Ovvero si potrebbe
chiedere agli elettori interessati di pre-registrarsi in un albo
degli elettori, anche per ovviare a problemi organizzativi che si
determinano nella confusione dei seggi.
In sintesi ritengo
necessario investire sull'efficienza degli strumenti di
partecipazione. Di investire più sulla qualità che sulla quantità
di iscritti ed elettori. Ad ogni modo, in virtù anche degli ultimi
avvenimenti, ritengo lo strumento primarie più utile per scegliere
la guida e la linea di un partito che per scegliere un candidato alle
cariche istituzionali. L'obiettivo è infatti quello di favorire la
partecipazione e questa deve partire dai partiti, luoghi ideali in
cui esercitare le virtù di cittadino. E le primarie sono lo
strumento giusto per avvicinare i delusi che si allontano dai partiti
e per diffondere in loro senso civico e democratico.
http://circolocopernico.wordpress.com/2014/03/23/stefano-floris-riflessioni-sul-congresso-in-sardegna-pd-degli-iscritti-e-degli-elettori/
http://circolocopernico.wordpress.com/2014/03/23/stefano-floris-riflessioni-sul-congresso-in-sardegna-pd-degli-iscritti-e-degli-elettori/