mercoledì 26 marzo 2014

Riflessioni sul Congresso in Sardegna. PD degli iscritti e degli elettori

Fin dalla sua nascita il PD ha vissuto un dibattito interno - più o meno latente - sulle modalità di scelta del segretario e di tutti gli organismi dirigenti. Un dibattito che mi auguro possa proseguire nel futuro e trovare una soluzione definitiva.

Le primarie sono un istituto fondante del PD, ma dentro il partito vi sono posizioni e argomentazioni solide a sostegno dell'idea che questa scelta spetti unicamente agli iscritti. Sarebbero loro i soli titolati a decidere in quanto elementi attivi e costitutivi del partito.

I sostenitori delle primarie ritengono invece che il partito, svolgendo una funzione pubblica, appartenga a tutti gli elettori, non solo ai suoi iscritti. Di conseguenza la scelta spetta a tutti i cittadini che vogliano partecipare e si riconoscano nel PD.

Quale tra queste due tesi è quella più valida? Un atteggiamento integralista non credo aiuti. Mi piacerebbe che il luogo deputato a portare avanti questo dibattito sia l'assemblea nazionale e - perché no? - in ambito locale siano gli organismi locali a decidere la modalità di elezione di segretario e organismi dirigenti, nell'ottica di un partito federato. Al momento invece le modalità di elezione, anche a livello locale, sono stabilite dallo Statuto nazionale (commi 4, 8 art.15). Personalmente ritengo che entrambi i metodi abbiano forti criticità, da risolvere con regolamenti solidi e ragionati.

Tornare a un partito dove decidono la linea solo gli iscritti porta il rischio di un ulteriore avvitamento del PD su stesso, rinchiuso nelle sue diatribe interne. A tal proposito voglio portare ad esempio lo strano caso del PD di Quartu.
Nella mia città la mozione Cuperlo ha ottenuto 423 voti e una percentuale del 62%. Alle primarie dell'8 dicembre ne ha invece ottenuto 593 (170 in più), ma nel frattempo il totale dei votanti era enormemente aumentato, passando dai 678 del congresso ai 2.123 delle primarie. Di conseguenza la percentuale della mozione Cuperlo è passata dal 62 del congresso al 27 delle primarie. Una variazione percentuale di 35 punti! La mozione Renzi è invece passata dal 33 al 52 per cento (+19%, da 228 a 1.123 voti) e la mozione Civati dal 2 al 20 (+18%, da 15 a 415 voti).

Città
di Quartu
Congresso degli iscritti
Primarie aperte

N. Voti
Percentuale
N. Voti
Percentuale
Cuperlo
423
62,39%
593
27,83%
Renzi
228
33,63%
1123
52,70%
Civati
15
2,21%
415
19,47%
Pittella
12
1,77%
-
-


Questi numeri inopinabili dimostrano una forte divergenza tra l'opinione degli iscritti e quella degli elettori e i rischi che comporta affidare la scelta della guida e della linea del PD unicamente ai primi. L'obiettivo di un partito è calarsi nella società, interpretarne e rappresentarne gli umori. Ma se gli iscritti non sono in grado di essere un campione rappresentativo, di essere antenne del sentire comune, di saperlo a loro volta orientare, allora è più giusto e utile aprirsi alla società tutta. Perché alla fine un partito che aspira a governare deve rappresentare tutti i cittadini, non solo gli iscritti. Mi chiedo, a tal proposito, quanto siano rappresentativi questi 678 iscritti che saranno decisivi e incisivi, notevolmente di più di quanto lo siano nella società, in occasione dei congressi di circolo e del congresso provinciale previsto per il 2014. Inevitabilmente porteranno alla costituzione di un PD locale non in linea con gli elettori.
Credo che il sistema di tesseramento meriti quantomeno maggiore attenzione e regolazione. Penso a un patto di stabilità che imponga un limite alla variazione percentuale di iscritti in ogni singolo circolo e soprattutto l'istituzione di efficienti organismi di controllo che verifichino numeri e identità degli iscritti.

Anche lo strumento primarie ha qualche criticità. Richiedere l'obolo dei 2 euro è un limite alla partecipazione più ampia possibile e fino ad oggi è stato giustificato con la necessità di coprire le spese organizzative e di limitare la partecipazione agli elettori potenziali del PD. Credo nel primo caso la richiesta dei 2 euro non sia giustificata, almeno fino a che conserveremo delle forme di finanziamento pubblico. Per quanto riguarda la necessità di limitare la partecipazione ai potenziali elettori PD, credo che sia un problema che meriti altre soluzioni, prendendo esempio proprio dal luogo dove le primarie hanno avuto origine. Ovvero si potrebbe chiedere agli elettori interessati di pre-registrarsi in un albo degli elettori, anche per ovviare a problemi organizzativi che si determinano nella confusione dei seggi.


In sintesi ritengo necessario investire sull'efficienza degli strumenti di partecipazione. Di investire più sulla qualità che sulla quantità di iscritti ed elettori. Ad ogni modo, in virtù anche degli ultimi avvenimenti, ritengo lo strumento primarie più utile per scegliere la guida e la linea di un partito che per scegliere un candidato alle cariche istituzionali. L'obiettivo è infatti quello di favorire la partecipazione e questa deve partire dai partiti, luoghi ideali in cui esercitare le virtù di cittadino. E le primarie sono lo strumento giusto per avvicinare i delusi che si allontano dai partiti e per diffondere in loro senso civico e democratico.

http://circolocopernico.wordpress.com/2014/03/23/stefano-floris-riflessioni-sul-congresso-in-sardegna-pd-degli-iscritti-e-degli-elettori/