sabato 31 ottobre 2015

Siamo tutti romani

Siamo tutti romani.

Siamo tutti coinvolti nel destino di una città che si trova a centinaia di chilometri.

Siamo tutti in grado di giudicare la qualità di un'amministrazione positivamente o - ancora peggio - negativamente. Siamo in grado di farlo meglio di chi conosce la città e i suoi problemi.


Ecco, io credo di no. Credo che io non sono romano e che esprimere certi giudizi spetta ad altri.

Quindi non rimane che fare una distaccata analisi politica.

Il PD romano è stato fortemente compromesso dalle indagini di Mafia Capitale. Consiglieri e Assessori arrestati e sostituiti, l'emersione di un sistema criminale radicato. In queste condizioni la sua azione politica non poteva proseguire ed è inevitabile, quanto auspicabile, una sua rifondazione. Si è pensato che il PD nazionale potesse sostituirsi a questo vuoto politico, ma nella realtà dei fatti ha piegato le esigenze della città a quelle nazionali. Siamo tutti tossici dei mass-media, a partire dal Presidente del Consiglio.

L'Amministrazione è rimasta sola. Quando si elegge un sindaco, non si elegge un imperatore, un podestà, ma una guida amministrativa. Le sue gambe sono le forze politiche che la sostengono e quando vengono a mancare non cammina più.

Questo è avvenuto a Roma, ma avviene in tante altre città d'Italia, per i sindaci come per i singoli assessori. Senza copertura politica non si può amministrare, non basta un'elezione diretta.