giovedì 31 maggio 2007

La stupidità al governo

Qualche settimana fa ho scritto un post che parlava della dura reprimenda del Parlamento Europeo nei confronti del governo omofobo della Polonia. Sembra che non sia servito, infatti il suddetto governo ha censurato i famosissimi Teletubbies, visti dai bambini di tutto il mondo, in quanto lancerebbero messaggi omosessuali. Non c'è veramente limite alla stupidità, bambini che non hanno personalità sessuale sarebbero quindi condizionati da pupazzi che non hanno sesso. Ci sarebbe da ridere se non fosse che il cancro del pregiudizio avanza in Polonia e quindi in Europa. Tutto è riportato nel blog Haisentito.

martedì 29 maggio 2007

Insula Nostra

La strada che la Regione Sardegna ha adottato negli ultimi anni ha provocato notevoli polemiche a livello nazionale. Abbiamo sentito il TG4 e Briatore letteralmente sbraitare per una legge che danneggia i sardi. Briatore ha pure comprato pagine dei quotidiani locali per dirci che questa legge danneggiava i sardi e che avrebbe favorito Croazia, Grecia e Corsica. L'ultima è un iniziativa di un ligure che invita tutti i commercianti a boicottare i prodotti sardi. Cose veramente antipatiche. L'ambiente selvaggio e incontaminato è l'unica risorsa che ha il turismo della Sardegna, questi turisti di lusso vengono qua, si comportano come se fossero a casa loro, costruiscono, spendono nei locali da loro stessi gestiti, e a noi che ci danno? Le poche volte che sono stato in Costa Smeralda mi sono sentito parecchio a disagio, un ospite in casa d'altri, una sensazione spiacevole visto che io sono sardo. Insomma, come sardo, e come me molti altri, non credo di guadagnare nulla da questi signori che invece vengono qui a mostrarci quanto è bella la vita, quantomeno ritengo giusto che contribuiscano alla conservazione dell'ambiente, altrimenti una volta che sarà definitivamente deturpato a noi cosa rimarrà? Alcuni chiedono invece il paradiso fiscale, ma paradiso per chi? per gli altri forse. Credo che sia giunto il momento che noi sardi ci prendiamo la responsabilità di gestire le nostre ricchezze e non aspettiamo che ci calino la grazia questi personaggi che trasformano la Costa Smeralda in una moderna Gomorra. Ma perché non li paghiamo per venire in Sardegna? In risposta a queste iniziative nasce "sboicottiamo la Sardegna" un blog per sardi e non che mira a sottolineare la validità di questa legge. Un' ultima cosa che forse può giustificare la mia rabbia: un villaggio che opera sulla costa sudorientale non ha accolto la mia offerta di lavoro con questa motivazione: "non vogliamo sardi"; che ricchezza che ci portano....

domenica 27 maggio 2007

Se il buongiorno si vede dal mattino.......

All'inizio dovevano essere trenta. Ora sono diventati quarantacinque e probabilmente aumenteranno ancora. Un gruppo di giovani tra i 20 e i 40 anni chiede l'inserimento di altri dieci nomi nel comitato e così si arriverebbe a 55. I rappresentanti delle organizzazioni giovanili sono furibondi. Come inizio non c'è male: moltiplicazione di poltrone, risse e sgomitate e vecchi personaggi che non vogliono mollare. Lo ammetto, visti i primi passi sono un po' deluso, mi chiedo inoltre perché ministri del governo, sindaci, parlamentari, etc. vogliano a tutti i costi essere presenti in questa fase e non lascino invece spazio a una nuova classe dirigente, ciò di cui ha bisogno il nostro paese. Non avrebbero di meglio da fare? che so, governare? non sarebbe meglio che il partito del futuro lo creino coloro che rappresentano e vivranno il futuro? Giustamente è stata posta la questione anagrafica, in Italia vi sono 28 milioni di persone sotto i 40 anni e all'interno del Comitato Promotore non ve n'è neanche uno. Sarà presente anche la novantenne Tullia Zevi che darà una ventata di aria fresca a tutto la nostra classe politica. Anche il PD sarà quindi gerontocratico. Anziché chiedere di aggiungere dieci posti sarebbe stato meglio chiedere la sostituzione di dieci di quei quarantacinque immortali della politica. La società civile? Gad Lerner: chi è costui? è possibile inserire qualcuno di meno scontato? Tutta la nomenklatura dei due partiti è presente nel Comitato e poi ripetono continuamente che "il PD andrà oltre la somma dei partiti". Si riesce a far di peggio: anche Marco Follini nel Comitato, ma che ci fa chi fino a poco tempo fa stava all'opposizione? Avrei preferito vedere qualcuno di sinistra che ha mosso critiche a questo processo, Brutti e Zani in primis. Se questo Partito non è capace di ospitare chi ha posizione critiche allora è poco democratico. Insomma: niente di nuovo sotto il sole. Che cosa debba fare poi questo Comitato non si è poi capito tanto bene, in teoria dovrebbe preparare il terreno per l'elezione dell'Assemblea Costituente che si terrà il 14 ottobre e probabilmente i candidati saranno gli stessi membri del Comitato. Tutto verrà svelato (chissà quante belle sorprese!) nella prima riunione che si terrà il 30 maggio. Ecco la lista dei 45



venerdì 25 maggio 2007

Novità in Medioriente

Negli ultimi tempi si è spesso sentito parlare delle virtù dei sistemi democratici e a gran voce si è difesa la necessità di instaurare anche con la forza questo tipo di organizzazione. Se volgiamo lo sguardo alla questione palestinese ci rendiamo conto che la democrazia non è la soluzione ai problemi del mondo, per non parlare di Iraq. Alle elezioni palestinesi del gennaio 2006 abbiamo assistito a un trionfo di Hamas ai danni del vecchio gruppo dirigente dell'Olp, ossia Fatah. Quindi quella che era fino alla tregua del 2005 la principale organizzazione terroristica guadagna il consenso di un popolo che per la prima volta viene chiamato ad esprimersi e intanto perde consenso a favore di un' altra organizzazione esterna all' Autorità Nazionale Palestinese che si chiama Jihad islamica.
Tutto ciò dovrebbe far riflettere sui sentimenti di un popolo che si sente messo alla porta di casa sua, si dice che siano solo dei terroristi, ma terroristi sono coloro che non godono del seguito di un intero popolo. D'altronde se il tuo nemico dispone di carri, aerei e bombe atomiche(grazie all'aiuto statunitense), una guerra regolare è impossibile. Si dice inoltre che Israele ha diritto ad esistere ma ci si dimentica che anche la Palestina ha questo diritto che viene violato continuamente dal governo israeliano; e ogni risoluzione del Consiglio di Sicurezza che cerca di porre un freno all'azione israeliana viene bloccata dal veto statunitense. E' notizia degli ultimi giorni l'arresto di esponenti di governo da parte dell'esercito israeliano che continua ad esercitare potere di governo in territori che non gli appartengono; la mia domanda è questa: come si può costruire uno Stato se non si ha l'opportunità di esercitare il potere nel proprio territorio? Quanto meno anche questi episodi fanno capire quanto delle"libere" elezioni non siano sufficienti a creare una democrazia: è il fallimento riconosciuto anche dall'Unione Europea di una politica di appeasement: di contenimento delle forze in campo, ci vuole più progettazione e meno qualunquismo.

lunedì 21 maggio 2007

Il Partito Democratico è una novità politica?


Create polls and vote for free. dPolls.com



La sbornia dei congressi è ormai passata e ci si avvia a passi lenti e incerti verso questo nuovo partito. All'interno di questo blog ho inserito un sondaggio volto a testare gli umori sul nuovo soggetto politico. Devo dire che i risultati sono più o meno quelli che mi aspettavo; c'è una profonda divisione nella blogosfera. C'è chi nutre grandi speranze, chi vede il Partito Democratico come un passaggio decisivo verso una democrazia più completa, un passo necessario; questi sono il 35%. Altri sono dubbiosi, vedono in questo processo la solita manovra organizzata dalla nostra classe politica per guadagnare visibilità, tanti buoni principi che avranno difficoltà a trasformarsi in una pratica efficace, ma sperano che la svolta ci sia; questi sono il 30%. Altri invece vedono solo un accordo al ribasso tra potenti che hanno come unico obiettivo quello di zittire le minoranze e poter così dividersi con tranquillità la loro torta; questi sono il 35%. Il nuovo partito esiste per ora solo nella mente di coloro che lo vogliono realizzare e i dubbi sono inevitabili; quando la società civile verrà coinvolta nella realizzazione di questo soggetto, quando avranno la possibilità di contribuire in maniera determinante alle decisioni politiche di questo paese allora le cose cambieranno. Tutto sommato il risultato di questo sondaggio è soddisfacente, così come è soddisfacente sapere che un 25% degli italiani si dice disponibile a votare un partito che ancora non esiste.

sabato 19 maggio 2007

Crimen Sollicitationis

Rivoluzione Liberale mira a responsabilizzare i cittadini, a renderli consci dei loro doveri e consapevoli della realtà che li circonda. Per questo motivo è contraria a qualsiasi forma di censura e vede nel web un potente mezzo di comunicazione; ancora libero a differenza della televisione, spera che rimanga tale. Rivoluzione Liberale informa i suoi lettori dell'esistenza di un video che in Italia non è mai stato trasmesso; fu trasmesso invece dalla BBC nell'ottobre 2006 e oggi è disponibile su Google Video grazie all'opera di traduzione realizzata da un blogger come noi. Il nome del blogger è Bipensiero ed è stato in grado di scatenare un vero e proprio caso mediatico ripreso da Beppe Grillo prima e da Repubblica poi. Quest'ultima ha dovuto eliminare il collegamento al video suddetto. Il video si intitola Sex Crimes and Vatican e fa riferimento al documento Crimen Sollicitationis dove il Vaticano indica ai suoi prelati come comportarsi in caso di abusi sessuali commessi dai preti nei confronti dei minori. Ciò che è scandoloso non è tanto il contenuto del video, che tratta argomenti che a molti di noi sono tristemente già noti, quanto il fatto che sia impossibile diffondere questo video nei mezzi di comunicazione più diffusi, ossia la televisione e la stampa. Si vocifera che Santoro abbia chiesto di acquistare i diritti per la trasmissione di questo video ma non so se questa volta riuscirà a sopravvivere. Rivoluzione Liberale, coerente con i principi che la guidano, collabora alla diffusione di questo video.

venerdì 18 maggio 2007

Soru all'avventura

Nelle ultime settimane ho avuto l'opportunità di conoscere meglio il nostro governatore, tal Renato Soru, che probabilmente si sta candidando e preparando per le elezioni regionali che si terranno nel 2009. Circa un mese fa il buon Renato si reca al Congresso regionale dei DS. Partecipa al primo giorno dei lavori e segue tutti gli interventi, al secondo giorno invece sale sul palco per dire qualcosa alla platea. Il nostro partito è diviso sull'adesione al progetto Partito Democratico, è diviso su tanti temi di politica spicciola, è divisa la sua nomenklatura, è divisa la sua platea congressuale. Ma l'intervento del governatore è un successo incredibile; più volte il suo discorso viene interrotto dalla platea che si spella le mani a furia di applaudire: è sicuramente il discorso che ha riscosso nella due giorni di congresso maggiore partecipazione e approvazione. Al tavolo della presidenza i Cabras e i Calvisi non credono ai loro occhi e alle loro orecchie, tanto che, pochi minuti dopo il "boss" Antonello afferma che il partito ha già deciso che Soru sarà ricandidato alle prossime elezioni. Tutto ciò è incredibile in un partito come il nostro dove gli accordi sono sempre frutto di riunioni fiume e considerando che Soru non fa parte del nostro partito, ma forse proprio questo è il segreto di tanto successo. Qualche giorno dopo sono a Oristano per la presentazione dei nuovi volumi Treccani dedicati all 'opera gramsciana. La platea è differente, molti esponenti della società civile e molti oristanesi attirati oltre che dalla presenza del governatore anche dal Presidente della Repubblica. Soru riprende Gramsci e ci ricorda il valore che ha l'istruzione nello sviluppo di una società, il valore dell'impegno civile. Tante belle parole, tanta enfasi che toccano il cuore e la mente, ma non solo questo: il Master&Back ha consentito a tanti studenti sardi di accrescere le proprie capacità e le proprie competenze grazie appunto alla Regione. Anche qui l'applauso finale è clamoroso, nessuno riesce a fare meglio.
L'ultima occasione invece qualche giorno fa quando Soru è ospite di Ballarò. Sottolinea il valore alto della politica che negli ultimi tempi si è un po' perso, sembra quasi che occuparsi di politica sia una cosa disdicevole e che fare politica significhi occupare poltrone, mentre fare politica significa occuparsi dei problemi della gente, il sentirsi parte di una comunità, avere spirito collettivo e solidale, e come dice il Soru: il problema non è che troppa gente fa politica, il problema invece è che poca gente fa politica Soru guadagna consensi anche a livello nazionale e ci propone un nuovo modo di vedere la politica come emerge anche dal post di Antonio, Sofia&Elena. E a mio parere si iscrive tra i possibili fautori della Rivoluzione Liberale, dato che la sua politica è fatto di impegno civile, di liberalismo e di democrazia dal basso, proprio come quella proposta da Piero Gobetti.

lunedì 14 maggio 2007

Chi sono i Shardana?

Tempo fa ho avuto occasione di leggere un interessante libro. Mi son sentito molto coinvolto dalll'idea che la mia isola, la Sardegna, fosse la mitica isola Atlantide di cui parlava Platone nel suo Timeo. Le prime volte che sentii parlare di queste ipotesi pensai che fossero solo semplici fantasie necessarie per dare a un popolo spesso umiliato, un motivo di orgoglio. Queste ipotesi hanno però acquistato seguito e di fronte a questo successo mi decisi a informarmi meglio. Il libro di cui parlo è Le Colonne d'Ercole - Un'inchiesta, scritto da Sergio Frau, giornalista di Repubblica.
Questa teoria si basa sul presupposto fondamentale che le Colonne d'Ercole, fine del mondo conosciuto, siano non lo stretto di Gibilterra ma in realtà il canale di Sicilia. Platone dice infatti:



Al di là delle Colonne d'Ercole c'era un'isola...


e inizia poi a raccontarcela.

Frau riporta tutte le analogie che vi sono tra la terra di Sardegna e l'Insula Atlantis descritta dal grande maestro. Ma la cosa che più mi ha affascinato e convinto è la teoria sullo spostamento delle Colonne. Bisogna partire dall'idea che le Colonne fossero un confine, oltre che geografico, anche psicologico del mondo conosciuto; del mondo conosciuto dai greci. A quel tempo il principale mezzo di comunicazione tra popoli lontani era il mare, la vela, le navi. I greci non erano un popolo che viveva e si muoveva nell'entroterra, viveva nelle coste e lì curava i contatti con l'esterno. Aristotele parla nel suo scritto Politica di come deve essere la città ideale: non deve stare troppo vicino alle coste, per potersi difendere facilmente da incursioni nemiche; nè troppo lontano, perché da lì passano i commerci con le altre popolazioni. Il mare è per Aristotele l'unica via di comunicazione conosciuta, l'unica strada percorribile alla ricerca di nuovi mondi. Ancora più forte diviene questa teoria se si pensa che la parola "ponte" viene dal greco pontos che significa "corrente marina". All'epoca il mondo era diviso in due blocchi proprio come il nostro mondo lo è stato nella seconda metà del Novecento. Il Mediterraneo Orientale o Basso era amministrato dai Greci che lasciavano ai Punici il governo del Mediterraneo Occidentale o Alto, quello che i Greci chiamavano Oceano Atlantico. La separazione nasceva dal fatto che solo i Punici conoscevano a fondo i segreti di una zona difficilmente navigabile: il canale di Sicilia. I navigatori contemporanei considerano la zona molto pericolosa per via delle sue numerose secche, dei turbini che si vengono a creare tra due croste terrestri; figuriamoci che difficoltà affrontava un navigatore greco nell'attraversare il canale di Sicilia quando le acque erano notevolmente più basse, maggiore la superficie terrestre emersa e inferiori i mezzi tecnologici di cui poteva disporre. Si suppone che i navigatori Punici incagliassero volontariamente le loro navi nelle secche del canale quando venivano seguiti dai Greci e che disponessero di una vera e propria assicurazione di Stato che li avrebbe ripagati dei danni. Così i Greci erano costretti a ritornare indietro e tutto ciò spiegherebbe anche l'origine della storia di Scilla e Cariddi, magari una favola destinata a bloccare ai Greci l'altra via di accesso all'Oceano Atlantico.

Sembrano solo belle fiabe ma in realtà l'inchiesta di Frau è basata sull'esame di validi documenti storici e sulla correlazione che il giornalista fa tra di essi; non a caso questa teoria sta guadagnando spazio nel mondo accademico. Se volete saperne di più leggete il libro oppure cliccate qui. Oppure...


Continua...

venerdì 11 maggio 2007

Tu' vuo' fa' l'americano

Discorso di John Fitzgerald Kennedy
Io credo in un’America che ufficialmente non sia cattolica né protestante né ebraica; in cui nessun pubblico ufficiale richieda o accetti istruzioni sulla politica da seguire vuoi dal Papa, vuoi dal Concilio nazionale delle Chiese, vuoi da altre fonti ecclesiastiche; un’America in cui nessun organismo confessionale cerchi di imporre, direttamente o indirettamente, la propria volontà al popolo in generale ovvero alle iniziative dei pubblici funzionari, e in cui la libertà di religione sia una e indivisibile, talché ogni azione contro una delle Chiese sia considerata attentato contro la nazione nel suo complesso. (...)Infine, io credo in un’America in cui prima o poi l'intolleranza religiosa sia destinata a sparire, e in cui tutti gli individui e tutte le Chiese siano trattati da eguali; un’America in cui ognuno abbia lo stesso diritto di frequentare o no la Chiesa che si è scelta, e in cui non si diano voti cattolici o anticattolici, e in generale nessun blocco di voti di alcuna specie: in cui cattolici, protestanti ed ebrei, laici o ecclesiastici che siano, si astengano da quegli atteggiamenti di disprezzo e ostilità che tanto spesso hanno in passato intralciato la loro azione, per promuovere invece l’ideale della fratellanza tra i cittadini americani. Questa è l’America nella quale io credo, ed è anche il tipo di ufficio presidenziale nel quale io credo; un ufficio d’importanza somma che non deve essere né umiliato, facendone lo strumento di questo o quello schieramento confessionale, né insozzato, negando arbitrariamente la possibilità di accedervi a un membro di qualsivoglia raggruppamento confessionale. Il mio ideale è quello di un Presidente le cui opinioni religiose siano questione che riguardi lui solo e cui esse non siano imposte dalla nazione, e tanto meno imposte quale condizione per il mantenimento del suddetto ufficio.




mercoledì 9 maggio 2007

Se il buongiorno si vede dal mattino.......

In questi giorni ho partecipato a due riunioni che mi hanno fatto intuire che aria tira nel nuovo Partito Democratico. Riunioni partecipate, discussioni, forti sentimenti, che mi fanno pensare che forse quella verso il PD è la strada giusta. Nei tempi recenti si parlava sempre di una politica autoreferenziale, fredda, mera gestione del potere, priva di passione.
La prima riunione è dedicata alle elezioni universitarie tenute recentemente. Tanti ragazzi che fanno analisi, criticano, fanno autocritica e sottolineano l'importanza di aver lavorato insieme al servizio di un progetto. Che importa aver perso? L'importante è aver partecipato e averci creduto. Son le cose che mi insegnavano quando giocavo a calcio da bambino e che consideravo ormai delle pie illusioni. Partecipazione, passione, fede, ragione. Qualcosa che rende l'uomo diverso dalle bestie.
Il giorno dopo si discute invece che strada deve intraprendere SG. Bisogna stabilire che linea adottare rispetto ai progetti di PD e SD. L' aria è tesa e si cerca di evitare un argomento che inevitabilmente ci dividerà. Come altri sostengo l'idea che Sg, essendo un organizzazione che fa parte del partito, non può stare a guardare, non può aspettare, deve anzi assumere un ruolo determinante nelle formazione del nuovo partito, deve cogliere cinicamente tutte le opportunità che gli vengono offerte, deve essere promotore del rinnovamento. I compagni della Mussi sono indecisi e non sanno da che parte stare. Prendono tempo perchè non credono in noi e nel nostro progetto ma non ci vogliono lasciare. Soffrono e noi soffriamo con loro. Dopo anni di militanza comune all'interno della stessa organizzazione é difficile lasciarsi e dover accettare il fatto che insieme non si può più stare, ancora più difficile per chi ha portato avanti con coerenza la propria idea, è tornare indietro sui propri passi, quindi la decisione non è facile. La discussione è viva, franca, accesa, sentita e sincera. Qualcuno minaccia di andarsene già domani ma non ce la farà. Conclude la segretaria che non riesce a trattenere le lacrime: è la rappresentazione perfetta dello stato d'animo di un partito.

giovedì 3 maggio 2007

Guardiamo al futuro ma ricordiamo il passato

Negli ultimi cinque anni ero solito, insieme con amici, ricordare il primo maggio con un carosello per le vie del paese in cui vivo. Niente di che, giro in macchina con le bandiere rosse. Ma quest’anno qualcosa è cambiato. Il giro per le strade l’ ho dovuto fare da solo e leggevo negli occhi dei miei “compagni” che non era più il tempo per queste cose.

Stupidate!

Festeggiare il primo maggio per me ha un significato profondo.

Oltre a ricordarci di tutti coloro che con la propria lotta hanno contribuito ad ottenere risultati concreti per il miglioramento delle condizioni di lavoro dovrebbe farci pensare a ciò che c’è ancora da fare.

Penso a tutti quei ragazzi che come me sono in cerca di un lavoro. Lavoro che non sia precario e mal retribuito (a volte dovendo pure ringraziare chi ci da questo lavoro precario e mal retribuito).

Penso a tutti i lavoratori che muoiono lavorando per la totale mancanza di rispetto delle minime norme di sicurezza (questo primo maggio era dedicato alle morti bianche).

Penso a tutti i lavoratori dei paesi in via di sviluppo in cui è inimmaginabile parlare di diritti dei lavoratori.

Ancora?

Ritengo possano già bastare questi semplici motivi senza alcun bisogno di ulteriori argomentazioni e grafici e cifre, per ricordarci che il primo maggio è una festa sempre attuale e viva.

Ma così non è per tutti.

Non cambierò niente girando in macchina con una bandiera rossa ma riterrei già un successo strappare una riflessione a chi mi incrocia per la strada.

“Questa festa è una gran festa, non ce l’ hanno regalata su teniamo alta la testa noi l’abbiamo conquistata”.

Lo dice anche una canzone e sarebbe stupido snobbarla o dimenticarla perchè si ritenga che non sia più il tempo per queste cose.



Tore