venerdì 28 settembre 2007

Il governo Prodi verso la fine

Che dire del governo Prodi? E' ormai un governo morente che rimane in vita semplicemente perché nel centrosinistra nessuno si vuole prendere la responsabilità di far tornare al governo Berlusconi. Di tutto ciò ne paga soprattutto le spese il popolo italiano che non può permettersi un governo vacante.
Le piccole forze e i piccoli partiti fanno di tutto per mettersi in evidenza per distinguersi dalla masse, per dare un senso alla loro presenza in questo governo. Un giorno Mastella, un altro Di Pietro, quindi radicali, socialisti e via dicendo si propongono con posizioni di forza che possono esibire solo grazie a una maggioranza risicata. Mastella si dimette un giorno sì e un giorno no e Di Pietro pure. Nessuno vuole far cadere Prodi anche per interesse oltre che per immaturità. Con la costruzione del Partito Democratico tutto il sistema politico è in movimento e in definizione e tutti stanno attenti a non fare la mossa sbagliata per non essere spazzati via. Un processo che doveva garantire maggiore stabilità sembra invece abbia avuto l'effetto contrario. Ormai i giorni di questo governo Prodi sono contati, con Mastella, Di Pietro, Pannella e Boselli non si va lontano.

sabato 22 settembre 2007

Le grane Democratiche in Sardegna


La situazione in Sardegna nella corsa alla segreteria del Partito Democratico è anomala. La lotta si concentra tra l'attuale Presidente della Regione(Soru) e un ex Presidente(Cabras). Tutte le speranze di rinnovamento e di discussione democratica vanno a farsi benedire e tutto il dibattito e il confronto si concentrano su queste due persone.

Inevitabilmente tutti i big della Margherita e dei Ds scendono in campo per portare acqua ai due contendenti con tanti saluti all'innesto della società civile e al rinnovamento della classe dirigente. Alcuni furbescamente indicano in Soru la novità e in Cabras la restaurazione, ma Soru poteva essere una novità nel 2004 e se non ci fossero stati a sostenerlo il suo attuale avversario e i partiti che tanto disprezza non sarebbe mai diventato Presidente della Regione. Nel corso di questi tre anni ha dimostrato di avere buone idee ma di avere poca capacità di dialogo anche con i suoi più stretti collaboratori(vedi le dimissioni di Pigliaru, a cui va tutta la mia ammirazione come suo ex studente). E' una situazione particolare voluta e determinata non tanto dalla classe dirigente regionale ma dal Comitato Promotore (di cui Soru fa parte) che ha voluto regole per le primarie che bloccassero il confronto e favorisse la fredda fusione di apparati. Anche la scelta dei segretari regionali è un sistema che favorisce la rigidità e l'esclusione delle forze fresche.

L' Assemblea Costituente sembra ormai priva di utilità e di un ruolo all'interno di questa fase che avrebbe dovuto mantenere un profilo il più orizzontale possibile senza nessuna leadership se non quelle che si sarebbero formate autonomamente all'indomani del 14 ottobre. Sognavo ad aprile primarie con liste aperte senza l' elezione di nessun segretario e di nessun leader. Ciò avrebbe coinvolto realmente la società civile, ci avrebbe messo tutti sullo stesso piano(una testa, un voto) avrebbe responsabilizzato i cittadini coinvolti nel dibattito, mentre ora scaricano le loro responsabilità su un Cabras sì e un Cabras no, Veltroni sì Veltroni no: è un Pd berlusconizzato. Inevitabile che personaggi come Soru, poco abituati al dialogo e più ligi alle esibizioni di forza, avrebbero approfittato dell'occasione per prendere in mano un partito (di cui, nonostante le affermazioni demagogiche, ha disperatamente bisogno). Ridicole inoltre le condizioni poste per un ritiro congiunto: praticamente voleva determinare le regole e l'organizzazione del Pd togliendo valore alle primarie stesse. Ci contiamo e vedremo se veramente i partiti sono forze inutili. Preferisco un Cabras che dice:" dobbiamo far capire che chi fa politica è una persona normale" a un Soru e la sua richiesta "grillesca" di un massimo di due legislature per ogni carica politica. Un partito di stampo europeo che discute, incalza le istituzioni ed elabora, invece che un partito mero comitato elettorale del signorotto di turno; voglio prendermi da cittadino le mie responsabilità e non delegarle a scatola chiusa. Voto Cabras.

lunedì 17 settembre 2007

Beppe Grillo VS il mio impegno in politica

Era il 2001 quando mi decisi a fare attivamente attività politica e decisi di farla dentro un partito e una coalizione destinati a perdere le elezioni. Presi quella decisione spinto dal sacro fuoco che già da tempo ardeva in me, per dare il mio contributo nella costruzione di un mondo migliore e scelsi il partito a cui avevo sempre consegnato il mio voto: i Ds (prima Pds). Il mio sogno era quello di migliorarlo questo partito, di modellarlo secondo le mie idee.
Una volta dentro ho capito che non sarebbe stato facile realizzare i miei obiettivi, ho imparato che anche dentro il tuo partito nessuno la penserà mai come te su tutte le cose, ho capito che chi fa politica è un uomo come tutti e non un essere superiore privo di emozioni quali invidia, ambizione e narcisismo. Spesso mi è capitato di temere di farmi dominare io stesso da questi sentimenti ma chi fa politica deve imparare anche a controllarsi. Perché mettere d'accordo un gruppo di persone che pensano autonomamente, colte o meno, è veramente difficile; ma bisogna avere la pazienza di provarci sempre, l'umiltà di mettere da parte il proprio orgoglio e la forza di non mollare mai per realizzare un bene supremo: un progetto politico condiviso.
Capita spesso poi che chi esercita ruoli di rilievo si lasci prendere la mano in delirio di onnipotenza, anche quando esercita cariche ridicole: il potere logora chi ce l'ha, dà una soddisfazione che rischia di travolgere l'essere umano. Dentro un partito ho capito quanto può essere piccolo un uomo se agisce da solo e quanto può essere potente se agisce affiancato da altri uomini e donne, ho capito quanto il dialogo sia uno strumento in grado di produrre forza e potenza, ho capito il valore dell'associazionismo( un partito è prima di tutto un'associazione).
Per questo non capisco chi denigra il ruolo di questi organismi: si può criticare un dirigente di partito, si può criticare un partito, un sistema partitico; ma non l'idea di partito.
Troppo facile parlare a vanvera, offrire soluzioni demagogiche: nel criticare siamo tutti bravissimi. Molto più difficile invece confrontarsi con i problemi reali e proporre soluzioni: lì sì che emergono le difficoltà, le incomprensioni, la diversità delle posizioni, i nemici.
Oggi D'Alema ha detto che senza i partiti esistono solo i militari e le sue parole mi hanno ricordato quelle di Tocqueville che nel suo "L'Antico Regime e la Rivoluzione" prevede che, una volta finita la spinta rivoluzionaria, sarà un Generale militare a prendere il potere perché, nel vuoto di potere creatosi, l'unico in grado di esercitare una forza coercitiva. Grillo quindi come Robespierre cerca di abbattere un sistema, ma chi sarà il nostro Napoleone?
Quando i candidati di Grillo assumeranno gli onori delle cariche politiche si confronteranno con i duri e pesanti oneri che ciò comporta e senza preparazione, spirito di sacrificio e struttura organizzativa imploderanno lasciando alle loro spalle solo terra bruciata: non bastava Forza Italia?

lunedì 10 settembre 2007

Dal G8 di Genova all' 11 settembre


Il sospetto mi è venuto ieri mentre guardavo la puntata di Blunotte, un documentario che ricostruisce i fatti di Genova durante il G8. Un'idea maligna, ma mi piace prendere in considerazione tutte le idee che la mia mente distorta può produrre. Son convinto infatti che a tutto ci sia un perché e che niente avvenga per caso; che l'uomo sia l'unico artefice del suo agire e non ci sia nessun disegno divino. Così cerco di darmi spiegazioni plausibili, facendomi guidare da Andreotti, un cattolico convinto:"pensar male è peccato, però spesso ci si azzecca".

Rivedere le immagini di Genova e sentire i racconti delle vittime mi ha fatto gelare il sangue. Nella nostra bella Italia accadono cose del genere? Una polizia fascista che gestisce l'ordine pubblico come un esercito porta avanti un conflitto armato? Come dicevo, tutto ha una spiegazione e io provo a dare la mia.

Siamo a luglio 2001 e dopo pochi mesi ci sarà l'11 settembre, un evento catastrofico catalogato come un attentato terroristico. Ma non sono pochi i dubbi sulle sue origini, sui mandatari,sugli autori di quel giorno terribile. Molte sono le tesi a proposito e non sto qui a raccontarle, sono abbastanza note. Qualche anno prima(1999) nasce invece il movimento no-global. Durante l'incontro dell'Organizzazione Mondiale del Commercio si rende protagonista di forti proteste e chiede a gran voce un altro mondo. Questo movimento prende poi il nome di Popolo di Seattle e si renderà protagonista di nuove proteste nel 2000 a Praga e in Danimarca. Nel 2001 arriva in Italia, prima a Napoli e poi a Genova. Numerosi sono gli incidenti durante queste proteste rivolte soprattutto contro le multinazionali. Che legame c'è tra il movimento no-global e l'11 settembre?

Finita la guerra fredda, cancellato l'incubo di una guerra nucleare, i popoli possono finalmente iniziare a costruire un nuovo mondo fatto di pace e di benessere, di solidarietà e di felicità; possono pensare a costruire un futuro, una società veramente democratica governata dalle scelte del popolo. Contestano soprattutto le multinazionali che inquinano l' aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, la nostra stessa vita, la nostra coscienza. La dominante logica del profitto che ha governato l'occidente fino ad allora non può condividere.

La protesta fa proseliti, attira l'attenzione dei media su temi scottanti e questo non piace ai governi delle multinazionali. La repressione di stampo fascista anziché indebolire il movimento lo rafforza e non può che essere così. Dopo l'11 settembre la spinta del movimento si indebolisce e l'attenzione mondiale si sposta su un nuovo pericolo: il terrorismo islamico internazionale. Si conoscono i rapporti che la famiglia Bin Laden aveva con l'amministrazione USA e ancora non si capisce come tutti i Bin Laden siano potuti scappare in un momento in cui è stato predisposto il blocco aereo. E se in tutto ciò ci fosse una strategia mirata a ristabilire l'ordine e a controllare le masse agitate? A dare ai governi delle multinazionali una delega in bianco, una licenza di prendere qualsiasi decisione in nome della nostra sicurezza? A favorire una svolta autoritaria? Neanche il peggior Machiavelli sarebbe stato in grado di concepire una tale soluzione(la P2 invece sì).

Fantapolitica? Chi conosce la storia sa che a volte la realtà va oltre la nostra immaginazione.


sabato 8 settembre 2007

L'autunno caldo di Kilombo.

E' tempo di elezioni su Kilombo e il clima si surriscalda. Stavolta tra i candidati ci saranno due top bloggers della comunità che spesso e volentieri se le sono suonate(a parole)perché rappresentano due modi diversi di concepire la politica ma soprattutto due modi diversi di fare politica. I due sono Valerio Pieroni e Korvorosso, uno margheritino e futuro democratico e l'altro comunista. Entrambi sono molto forti e propongono modifiche alla comunità e sarà una bella competizione dove non mancano i colpi bassi. Proprio il giorno dopo che Valerio ha ufficializzato la sua candidatura la Redazione ha deciso di mettere ai voti la sua espulsione per un post dove Valerio avrebbe violato l'articolo due della carta probabilmente nel punto in cui si dice che Kilombo si ispira ai valori tradizionali della sinistra come "il rispetto delle differenze e della dignità di ogni donna e uomo". Ho letto il post e non mi pare che sia stato violato questo principio. Valerio ha espresso una sua posizione sulla questione e non mi pare che si sia mostrato intollerante anche perché critica solamente la linea tenuta da un'associazione, critica non condivisibile ma legittima. Giusto rispettare le differenze, non solo negli orientamenti sessuali, ma anche nelle opinioni, non mi pare che Valerio abbia mai chiesto nei suoi post l'espulsione degli omosessuali da Kilombo. Oltretutto trovo la tempistica e la proposta della Redazione di una bassezza e di una stupidità degna della nostra peggiore classe politica. Il post risale a qualche settimana fa ma non è mai stato discusso, il giorno dopo la candidatura di Valerio si chiede a tutti gli iscritti di esprimersi sulla proposta di espulsione. Proposta politicamente stupida perché non fa altro che rafforzare Valerio. Ovviamente voterò no e a questo punto credo che voterò Valerio anche come redattore perché, nonostante le nostre differenze culturali si è sempre mostrato educato e rispettoso delle posizioni altrui e di questo ha bisogno la nostra Redazione. Voterò per gli stessi motivi no alla proposta di modifica della carta dell'altro candidato Korvorosso, perché tenta di liberalizzare l'insulto e non mi sembra una cosa positiva. Korvo dice che anche l'insulto è una forma di dialogo, io non sono d'accordo. Seguendo questa linea allora anche prendersi a botte sarebbe una forma di dialogo. Dialogare significa dire ciò che pensiamo e ascoltare con attenzione quello che dicono gli altri senza pretendere di avere la Verità in mano. Essere laici significa riconoscere l'inesistenza di una verità assoluta e l'eguaglianza delle opinioni. Assolutamente d'accordo invece per la proposta di KarlettoMarx che propone a Kilombo di fare un salto di qualità per diventare una vera e propria comunità politica e culturale.

martedì 4 settembre 2007

Sulla manifestazione del 20 ottobre

Son già un paio di giorni che non scrivo un post e non so bene il perché. Forse è dovuto al fatto che quando scrivo qualcosa che ritengo interessante e importante vedo che non interessa all'interno della comunità Kilombo, mentre interessano molto di più gli scontri, la gara a chi è più comunista dell'altro, la gara a chi lo è di meno, la gara a chi è più bravo e giusto. Oppure sono deluso dal processo costituente del PD: credevo sarebbe stata una fase nuova e invece mi rendo conto che di nuovo c'è ben poco ma le cose non cambiano da un giorno all'altro, forse mi sono illuso.
Detto ciò mi rimane da dire qualcosa sulla manifestazione del 20 ottobre dove i lavoratori scenderanno in piazza guidati da RC. Oramai è chiaro che gli amici comunisti ci fanno la guerra perché temono di essere messi da parte e di perdere i contatti con i loro orticello, di perdere l'egemonia culturale sulla sinistra, temono che la sinistra cambi, che non rappresenterà più una classe sociale. La questione in sé (il rinnovamento del welfare) ha poca rilevanza, in realtà si tratta di un braccio di ferro tra le oligarchie partitiche. Ero molto contrario questa manifestazione fino a qualche giorno fa, fino a quando non ho sentito le parole di un grande vecchio della nostra politica: Pietro Ingrao. Il suo invito a D'Alema a relazionarsi con la piazza è stato quasi un' illuminazione. Ha ragione Fabio Mussi a voler fare di questa giornata un' occasione di confronto con il mondo del lavoro, da tempo trascurato, un momento in cui i lavoratori avanzano le loro questioni sociali. Credo che i lavoratori debbano avere più coraggio nel rappresentare sé stessi tramite i sindacati e gli RSU e non permettere che i politici utilizzino i loro problemi per ottenere vantaggi personali. certo è che i ministri che scendono in piazza sono un po' ridicoli perché facendo parte del Consiglio dei Ministri avrebbero tutte le possibilità per influenzare la linea di governo: evidentemente non sanno fare bene il loro mestiere.