sabato 30 giugno 2007

Un altro futuro per l'energia



Per anni l'uomo ha depredato l'ambiente e le sue materie prime; si è legato alla combustione dei fossili e ha destabilizzato l'atmosfera sempre più contribuendo ad innalzare la temperatura terrestre e utilizzando le risorse naturali come se fossero inesauribili.


Ciò che mi ha più sorpreso nel corso di questo dibattito e la questione dell'edilizia: i costruttori hanno sempre meno considerato l'idea di costruire abitazioni che fossero in grado di offrire da sé un clima confortevole. Così il consumo di energia e in particolare di carbonfossile è cresciuto a dismisura soprattutto nelle case. Due decreti legislativi(192/2005, 152/2006) prevedono l'obbligo per i costruttori di fornire le nuove case di sistemi alimentati da energie rinnovabili, ma chissà quanti di loro fino ad oggi hanno rispettato queste direttive.


In una realtà come la Sardegna inoltre si investe poco nella viabilità pubblica e nelle rotaie, così cresce la circolazione su gomma. Tutti questi fattori a livello planetario ci hanno portato a questa situazione di un clima instabile e pericoloso, tanto che si rischia addirittura una nuova era glaciale nel caso in cui tutti i ghiacciai della Groenlandia si sciolgano; in questo caso infatti interromperebbero la circolazione delle correnti oceaniche che si incrociano proprio nei Mari del Nord. Senza l' apporto delle calde correnti del Golfo l'Europa si glacerebbe; si va quindi dal rischio della glaciazione al rischio di desertificazione. Il calore della terra fa evaporare l'umidità presente nel terreno e diminuiscono le acque interne e la loro fertilità. Tutto ciò per colpa nostra.



La soluzione secondo il protocollo di Kyoto sta in primo luogo nel ridurre i nostri consumi, quindi nell'utilizzo di energie rinnovabili e pulite come l'energia solare e l'energia eolica. In Sardegna di sole e di vento ce ne stanno a volontà, anche se mancano i produttori di questi impianti e il rischio sta proprio nello sciaccalaggio di imprese esterne che fanno a gara per ottenere fondi pubblici. La natura su questo territorio offre opportunità, sta alla classe politica saperle gestire. L'assessore all'ambiente Morittu ha sottolineato quanto la nostra riduzione di consumi sia ininfluente quando paesi come la Cina, in piena espansione economica, fanno grande consumo di energie fossili e ritiene necessario prepararsi per affrontare i sempre più evidenti cambiamenti climatici. Ha comunque garantito che la Regione Sardegna sta investendo nella costruzione di impianti eolici e guarda con attenzione alla possibilità di investire sul fotovoltaico. Cresce inoltre l'utilizzo di fonti geotermiche, ossia di impianti che si trovano sotto il suolo per raccogliere il maggiore calore che si trova in quell'ambiente.



Ognuno di noi però nel suo piccolo può fare molto e iniziare a ridurre i suoi consumi, gli enti pubblici devono investire nelle energie rinnovabili e incentivare l'uso dei mezzi pubblici e ancora, applicare i decreti legislativi che impongono nuove norme nella costruzione degli edifici. per chi volesse farsi velocemente un'idea consiglio la visione del film di Al Gore: "Una scomoda verità".

giovedì 28 giugno 2007

Vai così Uolter

Ho trovato molto convincente il discorso di Uolter ieri sera. Discorso di chi si candida non solo a guidare un partito ma un intero paese. Discorso di sinistra che non mira a dividere il paese in classi e in interessi contrapposti ma che cerca di creare una comunità che proietti la sua attività verso il futuro. Su certi temi non ha fornito risposte precise, come nel caso del conflitto generazionale, su altri è stato convincente, come quando ha parlato di ambiente o di fisco e pubblica amministrazione. E poi finalmente un leader di sinistra che non ti fa addormentare e che parla appassionatamente; sintomatica la dichiarazione di Berlusconi:" è un libro di sogni". A sinistra ne abbiamo molto bisogno. Speriamo che non gli tarpino le ali, vai così Uolter.

mercoledì 27 giugno 2007

Rischi e opportunità nell' investitura di Veltroni

Oramai è ufficiale. Alle ore 17 nella sala gialla del Lingotto di Torino Walter Veltroni, sindaco di Roma, annuncerà la sua candidatura a segretario del PD.

Una scelta e una decisione delle forze che andranno a comporre il nuovo partito che presenta opportunità ma anche rischi. Come sostenitore della teoria secondo cui il leader del PD debba essere anche il candidato a guidare il governo non posso che felicitarmi di questa scelta perché, come si dice da tempo, Veltroni sarà il prossimo candidato del centrosinistra e far collimare segreteria e candidatura al governo significa creare un soggetto politico che vuole essere partito di governo, che non si limita a disquisizioni filosofiche ma cerca di realizzare in una realtà pratica i suoi presupposti. Allo stesso tempo però questa scelta che anticipa la discussione su cosa dovrà essere il Pd, su come dovrà essere organizzato, su quali dovranno essere i suoi valori fondanti e l'unanimità nella scelta di Veltroni genera in me atroci dubbi. Forse che la sua candidatura a segretario serva a escluderlo dalla candidatura a premier? Si vorrà tenere distinte le due cose, il PD e il governo? Conoscendo l'abilità politica e la voglia di protagonismo dei dirigenti di Margherita e DS è un' ipotesi da non escludere. Possibile poi che si debba discutere sempre prima dei nomi e poi dei programmi? Possibile che il leader non debba essere scelto da un confronto aperto alle primarie o durante un congresso?

I miei dubbi non sono pochi ma fanno da riscontro ad alcuni fatti positivi. La sinistra radicale afferma che Veltroni è un valido candidato alla guida della coalizione (forse vogliono indebolire Prodi), le televisioni mostrano grande interesse (Rainews, La7 e Sky trasmetteranno in diretta il discorso odierno di Veltroni) e cresce il nervosismo nel centrodestra. Di fronte a questi fatti la scelta sembra quella giusta, ma si sa che in politica tutto può cambiare in poco tempo, figuriamoci come potrà cambiare la figura di Veltroni nel giro di qualche mese. Temo che un domani alcuni esponenti del Pd diranno che Veltroni non può candidarsi a guidare il governo perché è segretario del partito. Avrei preferito un confronto vero e mi auguro che almeno un minimo ce ne sia in occasione delle elezioni primarie del 14 ottobre; insomma ora è necessario uno sfidante credibile, che abbia possibilità di successo e con un programma alternativo.

Come disse quella volpe di Giulio Andreotti: " pensar male è peccato però spesso ci si azzecca"

sabato 23 giugno 2007

Chi ha paura del Visco?

Ultimamente si è fatta sentire accesa e vibrante la protesta dei lavoratori autonomi in riferimento agli ormai famosi studi di settore.La confartigianato ha acquistato alcune pagine dei quotidiani per farvi stampare a caratteri cubitali “Gli artigiani pagano le tasse, gli evasori ringraziano”, così come il consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha fatto pubblicare sempre sui quotidiani un avviso in cui viene “denunciata l’inadeguatezza dello strumento degli studi di settore “.Per non parlare poi dell’accoglienza che i membri del governo ricevono alle assemblee di categoria.Ma cosa sono questi famigerati “studi di settore”? Non sono altro che uno strumento utilizzato per valutare la capacità di produrre ricavi o conseguire compensi dalle singole attività economiche.Questi studi sono realizzati mediante la raccolta sistematica di dati , sia fiscali che strutturali e che caratterizzano l’attività o il contesto economico in cui l’attività stessa si svolge.Gli studi di settore sono il risultato di un accordo tra Amministrazione finanziaria, associazioni di categoria e ordini professionali.Non vengono quindi compilati come qualcuno vorrebbe far credere unilateralmente dall’amministrazione. Perché tanto rumore?Perché i risultati che si riferiscono al periodo 2006 (redditi 2005) hanno rilevato che il 53,8% non si riconosce congruo.Cosa significa questo? Che più della metà dei lavoratori autonomi dichiara di percepire meno di quanto gli studi di settore hanno stabilito per ciascuna categoria. Solo il 39,4% si ritiene congruo."Qualcuno si è chiesto: "non vi sarà in quel 50% qualche evasore fiscale?". Giusto poi obiettare che coloro che non si dichiarano congrui potrebbero aver conseguito, effettivamente, un reddito inferiore a quello previsto dagli studi di settore. Certo, è possibile.Non è infatti obbligatorio aderire agli studi di settore ma è possibile chiedere un accertamento in riferimento alla propria situazione.Per farla breve, normalmente chi non si dichiara congruo vede diminuire il suo imponibile del 50% circa.Tracolli che il più delle volte risultano non avere nessun fondamento.Ma per voler far riferimento a qualche dato, è possibile che chi è possessore di un’agenzia di viaggi, si dichiari non congruo con 1700 euro annui?O un gioielliere con 11600 euro?Se a pensar male si commette peccato ma qualche volta ci si indovina, dove si annidano gli evasori fiscali?

giovedì 21 giugno 2007

Prodi allontana il capo della polizia De Gennaro

Come sempre nel nostro Paese si cerca di far passare le colpe di qualcuno sotto silenzio. La polizia durante il G8 di Genova si è resa colpevole di gravi misfatti; si è introdotta nella Diaz e ha duramente punito i manifestanti. Tutto ciò come se fosse lecito che la polizia possa farsi giustizia da sé, come fosse lecito che la polizia possa deliberatamente esercitare la violenza per mantenere l'ordine e colpire chi gli capita a tiro. Quella notte fu commessa un'azione di stampo fascista non ammissibile in un ordinamento democratico. Gli organi di polizia hanno lo scopo di mantenere l'ordine e non fomentare guerriglie urbane, non hanno diritto di rappresaglia, in questo modo si è sconfinati nell'eccesso di potere. Ci furono quindi chiare responsabilità ed è giusto che qualcuno paghi per dimostrare che certi comportamenti da chi esercita ruoli di responsabilità non sono ammissibili. In primo luogo le responsabilità devono essere attribuite ai vertici che non si sono dimostrati in grado di gestire la situazione. Il capo della polizia Giovanni De Gennaro sarà sotto processo per i fatti ed è giusto che non ricopra incarichi di responsabilità durante le indagini. I fatti di quei giorni hanno iniettato veleno nel corpo della nostra società e hanno alimentato lo scontro con le forze d'ordine, per questo anche nel loro interesse è giusto fare chiarezza. Mi auguro al più presto anche l'istituzione di una Commissione Parlamentare d'Inchiesta.

martedì 19 giugno 2007

Pressione di Vaticano e Confindustria sul PD

Il Partito Democratico è sempre più un oggetto misterioso, è causa di instabilità di tutto il sistema politico perché le parti interessate giocano ormai a un importante guerra di posizioni per arrivare al momento decisivo nella situazione migliore. E' insomma un oggetto che fa paura e riceve ogni giorno fendenti dalle forze avversarie, politiche e non politiche. In quest'ottica vedo la riproposizione delle intercettazioni telefoniche di D'Alema e soci che indeboliscono i DS e con esso il PD e tutta la sinistra laica e democratica. A dire il vero i DS hanno poco di laico in questo periodo, sembra che siano impauriti e non vogliano fare passi in avanti; solo qualche giorno fa hanno deciso di non partecipare al Gay Pride di Roma, che non era una manifestazione di nicchia ma bensì una rivendicazione di diritti civili. Perché? In un momento in cui crescono i poteri forti, che non hanno legittimazione politica ma la rivendicano(Vaticano e Confindustria), le forze politiche democratiche che governano questo paese sono sottoposte a una pressione notevole per la formazione di un governo centrista e istituzionale. Con una sana dose di realismo si può capire quindi l'atteggiamento dei DS che cercano di tenere botta, di non indebolire ulteriormente il costituendo Partito Democratico che nei loro progetti sarà un movimento popolare abbastanza forte da resistere a qualsiasi pressione esterna e ci traghetterà definitivamente verso un sistema bipolare. E' significativo che proprio in questa fase costituente cresca la pressione dei poteri forti e degli interessi particolaristici che temono questo nuovo soggetto.

sabato 16 giugno 2007

Smells Like Teen Spirits



In tanti hanno provato a rifarla, questa è senza dubbio la migliore o almeno quella che più ne ricalca lo spirito: un giovane spirito di ribellione.

venerdì 15 giugno 2007

Unipol: politica e affari

Recentemente è uscito il Libro "La casta-Così i politici italiani sono diventati intoccabili" di Sergio Rizzo e Gianantonio Stella. Ha suscitato notevoli polemiche e, come accade in questi casi, ha avuto grande successo. Perché tutto ciò? Gli avvenimenti dell'ultima settimana sono la risposta: politici che si lamentano per l'assenza del gelato nella buvette del Senato, politici che si fingono malati per superare i blocchi stradali a bordo di un' ambulanza, politici che chiedono a gran voce il diritto alla privacy per impedire ai cittadini di sapere quali sono i loro loschi affari. E sì, quando si tratta di difendere i loro interessi e i loro privilegi i nostri politici marciano compatti, non c'è destra o sinistra che tenga, quando invece si parla dei problemi degli italiani si dividono il più che possono per proteggere il loro preziosissimo bacino elettorale, fonte dei loro privilegi di casta. Fino a qualche minuto fa guardavo Omnibus su La7 dove c'era un fronte unico a difesa di questa teoria: Fabrizio Cicchitto, deputato di Forza Italia; Guido Salvi, senatore ulivista e un giornalista di Mediaset; il tutto legato alla vicenda Unipol e alle intercettazioni della magistratura. Non si può invocare la privacy quando i politici si occupano di questioni che riguardano tutti i cittadini, credo che a tutti gli elettori di sinistra interessi molto capire cosa D'Alema e Fassino stessero combinando in quei giorni. Se un D'Alema afferma che un azionista di BNL, che fa parte dell'Udc, è disposto a favorire la scalata Unipol e lo stesso D'Alema afferma che lo fa perché ha interesse ad avviare un tavolo politico, se Consorte chiama D'Alema riferendogli di avere bisogno di soldi per continuare nella sua azione, se Consorte ritiene importante la scalata alla BNL a un anno dalle elezioni, se Latorre chiama Ricucci "compagno", se Fassino incontra Abete, presidente di BNL e nel mentre chiede a Consorte cosa deve dirgli, allora non si tratta di una questione privata, ma di una questione politica oltre che morale. Cioè fino a che punto un leader politico può intessere relazioni di tipo finanziario e governare seguendo interessi di questo tipo a discapito degli interessi di chi li vota? Forse la democrazia e il principio "una testa , un voto" sono un' utopia, ma il problema per D'Alema e compagni é che coloro che li votano in questo sogno ci credono ancora e grazie alle intercettazione oggi sappiamo che abbiamo puntato sul cavallo sbagliato. E' fin troppo ovvio che l'altra parte politica oggi difenda questi signori e parli di garanzia, perché se riuscissero a creare un blocco "garantista" allora tutti potremo dimenticarci dei loro malaffari e anzi, considerarli come una cosa lecita e utile, si rafforzerebbero nei loro privilegi. D'Alema e Berlusconi arrivano a difendersi a vicenda. La casta cerca quindi di farsi scudo e di difendere le proprie posizioni e spinge per una legge che ponga fine alla diffusione dei contenuti delle intercettazioni. Cercano di porsi, insieme a tutta la classe dirigente di questo paese su un piano di impunibilità, non dimentichiamo che grazie alle intercettazioni ci sono state "calciopoli", "bancopoli", "valletopoli", cioè fenomeni di malcostume e di malaffare finalmente sputtanati di fronte a tutti gli italiani.

mercoledì 13 giugno 2007

A che punto siamo con le liberalizzazioni?

Il decreto Bersani sulle liberalizzazioni non ha mai avuto terreno fertile nell'Italia delle corporazioni tanto da far scendere in piazza le categorie più disparate, dai tassisti agli avvocati. Nessuno poteva sopportare che qualcuno toccasse i propri privilegi acquisiti. Leggo sui giornali che l'Autorità garante della concorrenza si sta apprestando a chiudere la propria Indagine Conoscitiva avviata il 18 gennaio scorso nei confronti di quattordici categorie. Le categorie interessate sono avvocati, commercialisti e ragionieri geometri etc etc etc. Finalità dell'indagine è quella di verificare "lo stato del recepimento dei principi di concorrenza nelle disposizioni di natura deontologica e pattizia, con particolare riferimento all'abolizione delle seguenti restrizioni: obbligatorietà di tariffe fisse o minime; divieto dei c.d. patti di quota lite; divieto, anche parziale, di svolgere pubblicità informativa; divieto di costituire società interdisciplinari tra professionisti". A tutto questo ci si oppone tanto che "nel periodo successivo all'emanazione del decreto, alcuni organismi rappresentativi dei professionisti hanno assunto decisioni volte ad interpretare in senso restrittivo le disposizioni contenute nel decreto anzidetto" ed inoltre "sono pervenute segnalazioni di singoli professionisti relative a comportamenti di alcuni organismi tesi a precludere ai propri iscritti l'opportunità di avvalersi delle leve concorrenziali previste nel decreto". A propria tutela gli ordini hanno avanzato il decoro della professione considerando indecoroso il mancato rispetto dei minimi tariffari, l'utilizzo di alcuni mezzi di comunicazione o la pubblicità comparativa. Sarà, intanto l'Autorità garante va avanti e il momento decisivo è per fine giugno quando l'Autorità trarrà le proprie conclusioni. Che la strada intrapresa sia difficile non se ne avevano dubbi e il ministro Bersani sembrerebbe non mollare nonostante si perdano i pezzi della propria riforma strada facendo. Intanto già nel 2005 il Fondo Monetario Internazionale ha chiaramente "stigmatizzato le criticità regolatorie che impediscono lo sviluppo di efficienti mercati nel settore dei servizi professionali, con danno grave per l'economia intera del Paese". Sempre dello stesso anno il rapporto dell'Ocse che vede "una delle cause della debolezza economica dell'Italia proprio nelle inefficienze dei mercati delle professioni, in quanto regolati in maniera eccessivamente protezionistica". Semplice trarne le conclusioni.

lunedì 11 giugno 2007

Notizia straordinaria: un nostro senatore si è dimesso

La notizia fa scalpore. E già, un rappresentante del nostro Parlamento si dimette: l'ottantenne Gustavo Selva di Alleanza Nazionale. "Per non far ricadere le sue colpe sulle istituzioni dello Stato" questa la motivazione. Selva si è finto malato per salire su un autoambulanza e superare i blocchi stradali che vi erano a Roma in occasione della visita di Bush. Doveva andare a commentare la visita del presidente statunitense in diretta televisiva negli studi de La7. Diciamo la verità, è una birichinata quella di Selva, niente di grave. Sorprendente che un rappresentante dell'attuale opposizione si dimetta per una sciocchezza del genere visto che dei 25 condannati dalla legge che siedono in Parlamento ben 21 sono della sua parte politica anche se, ad essere onesti, solo 2 del suo partito. Uno di questi(Marcello Dell'Utri) è stato condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e ancora sta lì. Notizia strana per i nostri tempi.

sabato 9 giugno 2007

Preoccupazione in Senato, manca il gelato!

"Ci rivolgiamo a voi con una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse e siamo certi di interpretare in questo senso il desiderio di molti. E' possibile provvedere? Si tratterebbe di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone. In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti."

La presente richiesta è stata inviata ai questori del senato. Lasciamo perdere chi ne siano i promotori perché la mozione è bipartisan, ossia nel momento del bisogno si lasciano perdere i colori politici. Lasciamo anche perdere eventuali e facili commenti sui privilegi di cui godono i nostri parlamentari. Troppo facile. Ridiamoci per un momento su. Ma cosa che non mi è andata giù è il tenore di alcuni passi della richiesta, che comunque del resto è abbastanza eloquente nella sua sinteticità.

"Si tratterebbe di adeguare il Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone"... è a dir poco offensivo. Vogliamo ricordare ai nostri parlamentari i salti mortali che la maggior parte delle famiglie italiane deve affrontare per arrivare alla fine del mese? Tira la cinghia, tira! E non penso che il gelato figuri tra le priorità di un budget familiare. E questo lo posso sostenere anche per esperienza personale. Capisco poi che la prima calura abbia fatto sorgere in molti il desiderio di un rinfrescante gelato. Del resto è solo un gelato. Ma come possiamo sperare che vengano risolti i nostri problemi, i problemi della normale vita quotidiana delle persone se coloro che sono deputati a risolverli non hanno il minimo senso della realtà (e direi anche della decenza vista la richiesta)? Non resta che riderci su.

Di Tore

mercoledì 6 giugno 2007

Il governo Prodi durerà altri quattro anni

Il governo Prodi è in notevoli difficoltà, ha perso le recenti elezioni, non riesce a varare importanti leggi come i DiCo e in sostanza non riesce a imporre una linea a tutta la maggioranza e rimane ostaggio di Mastella e della sinistra radicale. Ogni volta che si vota in Senato Prodi se la fa letteralmente addosso e ha buon gioco l'opposizione a chiedere la sua testa. Sarebbe utile ricordare però che questa situazione è dovuta a una legge elettorale meschina, che aveva l'unico obiettivo di rimescolare le carte e accentuare la frammentazione congenita del centrosinistra e che l'ex-maggioranza passò gli ultimi due anni del suo mandato a preparare la campagna elettorale per un elezione che li vedeva sconfitti in partenza. La Cdl, per i suoi interessi particolari, ha distrutto in poco tempo cioè che di buono aveva dato all'Italia una legge elettorale di tipo maggioritario e ora chiede a gran voce la caduta di un governo legittimamente in carica. Ciò non avverrà prima che l'attuale maggioranza si prepari il campo per le future elezioni anche con una legge elettorale che, con spirito costruttivo, dovrà avere l'assenso di una maggioranza di almeno i due terzi del Parlamento. Altrimenti ci sarà un referendum, che io personalmente ho già firmato, che spazzerà via la meschina legge in questione. Ancora sarà necessario però che il Partito Democratico trovi compimento, trovi un assetto definitivo e si candidi a guidare questo paese. Solo allora si potrà andare tranquillamente ad elezioni ma forse i Mastella e i Giordano non avranno tanta fretta di andare ad elezioni che li vedrà sparire dallo scenario politico, non avranno più interessi particolari da difendere e anzi lavoreranno per creare un sistema più solido, lavoreranno per costruire. E forse allora la legislatura avrà il suo corso legale di cinque anni.

lunedì 4 giugno 2007

Un viaggio oltre le Colonne d'Ercole

Una delle prove più convincenti che Sergio Frau porta a sostegno della sua teoria di una Sardegna che fu Atlantide è il viaggio di Avieno, un poeta e navigatore romano del IV secolo d.C. Avieno descrisse in una sua opera la coste marittime e racconta appunto di quando oltrepassò le Colonne d'Ercole. La sua prima tappa fu nella famosa Tartesso, una città ricca di minerali con cui tutto il Mediterraneo intratteneva rapporti commerciali. Buona parte degli storici ritengono che fosse l'odierna Cadice, in Spagna. Proseguendo verso Nord Avieno vede l'Isola Sacra, che sarebbe l'Irlanda e poi Albione, ossia l' Inghilterra così come la chiamavano gli antichi. Tutto ok se non fosse che proseguendo sempre verso Nord Avieno approda alla terra dei liguri. Errore? Ma proviamo a spostare le Colonne sul canale di Sicilia. Tartesso potrebbe essere il Sulcis, a prvoa di ciò il ritrovamento di una lapide a Nora con su scritto Thrshsh, come la chiamavano i Fenici; mentre l' Insula Sacra potrebbe essere l'Asinara, a tala proposito Frau scova una vecchia cartina dove l' Asinara è Insula Herculis, ossia sacra ad Ercole. Così Albione potrebbe essere la Corsica e andando verso si arriverebbe verso la terra dei Liguri. Avieno fece sicuramente degli errori perché Albione è dimostrato sia il nome antico dell'Inghilterra ma non si capisce come si possa arrivare da lì alla terra dei liguri. Chissà che si era fumato 'sto Avieno.

venerdì 1 giugno 2007

Calato il tris d'assi: BBC, blogosfera, Santoro

E' stata una partita a poker, gli avversari si sono scrutati, si sono minacciati, hanno accettato e rilanciato, hanno bluffato, e alla fine uno di loro ha vinto: la libertà d'informazione, uno dei diritti civili universali direttamente collegati alla libertà di parola, di espressione e di pensiero. Ha vinto calando il tris d'assi che teneva nel mazzo: BBC, blogosfera, Santoro. La televisione britannica è un modello da seguire per le sue capacita di fare servizio pubblico. Ogni mattina guardo i suoi notiziari che iniziano con il motto "putting news first" e hanno ragione: i nostri telegiornali sono tremendamente in ritardo rispetto a loro, spesso guardandoli vedo le stesse immagini che ore prima avevo visto alla BBC. Vi do un consiglio: se volete sapere cosa succede nel mondo, guardate la BBC, non accontentavi dei nostri mezzi di comunicazione. La blogosfera invece per la prima volta nel nostro paese è stata in grado di imporre ai media la notizia, la blogosfera ha creato la notizia, l'ha imposta e questa è una grande novità che potrà liberare l'Italia dal suo provincialismo. Tutto ciò però non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato un giornalista con le "palle" dei cui servigi siamo stati privati negli ultimi anni: Michele Santoro. L'asso di bastoni a cui tutti dovremo dire grazie perché non so chi altri avrebbe potuto avere tutto questo coraggio.
Per quanto riguarda la questione in sé, la Chiesa lavora con i suoi atteggiamenti omertosi, oggi come ieri, per conservare il suo potere temporale e non vuole sottoporsi a chi questo potere esercita per delega del popolo: lo Stato e le sue istituzioni. La Chiesa cerca di porsi al di fuori di esso, al di sopra, i suoi uomini non possono essere soggetti alla legge dello Stato, ecco il senso del Crimen Sollicitationis. Per questo i preti colpevoli non possono essere denunciati, è difficile per un istituzione temporale riconoscere che l'auctoritas, la capacità di fare ed eseguire la legge appartenga a qualcun' altro, è il problema di una Chiesa che vuole essere Stato per delega divina. Mentre nella società contemporanea la sovranità appartiene al popolo.