sabato 29 dicembre 2007

Bilancio 2007 per l' attività di questo blog

Ho creato un blog e ho iniziato a scriverci dentro per puro narcisismo, poi piano piano ho coinvolto altre persone, ho aderito a uno dei metablog che raggruppano i vari blogger e ho avuto la possibilità di dialogare con tante altre persone e di affinare le mie capacità nello scrivere e le mie conoscenze. Particolarmente interessante è stata l'esperienza dentro il metablog delle sinistre Kilombo, che è diventato non solo un'opportunità per esprimere la mia voce, ma anche una fonte d'informazione tanto che molto spesso mi è capitato di apprendere le ultima interessanti novità tramite l'home page di Kilombo. Poi ho scoperto OkNotizie che invece mi ha dato l'opportunità di estendere ulteriormente i miei contatti, per alcuni post dai titoli forti questo blog ha ricevuto addirittura 700 contatti in un giorno ed è stato anche riportato sull'home page di Liberoblog.
Ma sicuramente le mie più grandi conquiste sono quei quattro o cinque blogger che sono diventati miei assidui lettori e di cui sono diventato assiduo lettore, come Innoxius, Carnesalli, Polysblog o Okappa. Con loro e anche altri si è creato uno scambio continuo e questo credo sia uno dei punti di grande novità del web: la possibilità tra persone diverse di confrontarsi e discutere continuamente e da casa.
Questo blog ha ricevuto nello spazio di nove mesi più di diecimila visite e non posso che ritenermi soddisfatto grazie anche alla collaborazione di Tore, Escer78 (particolarmente duttile dal punto di vista tecnico) e Shardana che hanno saputo riempire i miei vuoti e spostare l'attenzione di questo blog anche verso questioni e hanno fatto sì che non fosse un contenitore delle mie fissazioni. Speriamo in uno 2008 migliore che permetta di allargare la rete di contatti di questo blog.
Buon Anno Nuovo a tutti.

lunedì 24 dicembre 2007

Buon Natale

Gli autori di questo blog
augurano a tutti i lettori e
a tutti i membri di Kilombo
un Felice Natale.
Tanti Auguri!

lunedì 17 dicembre 2007

I Nuragici conoscevano l'arte della navigazione?


La settimana scorsa sono stato in Francia e ho avuto l'opportunità di incontrare la comunità di emigrati sardi nella regione della Mosella. Sarà che la lontananza mi ha disintossicato dalla politica nostrana, sarà che questo incontro ha risvegliato il mio sentimento "sardista"(soprattutto quando uno dei nostri emigrati ci ha invitato a costruire ex novo un nuraghe nelle sue dimensioni originali), sarà per tutto questo che oggi ho voglia di parlare della civiltà nuragica.

Si sa ancora poco di questa civiltà e uno dei punti più controversi si ha a proposito della capacità dei nuragici di navigare o meno. La tesi fino ad oggi prevalente è quella di Giovanni Lilliu, maestro dell'archeologia nuragica e protagonista degli scavi de Su Nuraxi di Barumini. Secondo Lilliu i nuragici non erano esperti della navigazione e costruirono tutta la loro cultura e società all'interno dell'isola, tanto è vero che i complessi nuragici più grandi si trovano tutti nelle zone interne, mentre sulle coste si trovano solo piccoli complessi. Oggi prendono piede anche diverse teorie a proposito.

Ad esempio Bruno Vacca ritiene che i bronzetti nuragici a forma di nave, con una testa di cervo(credo) sulla prua, non siano solo (come ritiene Lilliu) dei portacandele per la notte, ma siano riproduzioni in scala delle navi utilizzate dai Shardana per solcare i mari del Mediterraneo. Vacca li ritiene, non solo dei navigatori, ma addirittura i dominatori dei mari di quel periodo. Tra i bronzetti vi sono infatti diverse tipologie di nave; alcune più strette e più lunghe e quindi navi da corsa e da guerra, altre più larghe e corte utilizzate invece per i commerci. Questi navigatori dominavano tutto il Mediterraneo ma guardavano soprattutto a ovest. La capitale del regno nuragico non era Cagliari ma si trovava vicino a Oristano e i navigatori che tornavano a casa potevano riconoscere da lontano la loro terra grazie alla presenza di trenta statue di due metri e mezzo che dominavano l' accesso al Golfo di Cabras. Erano i Giganti di Monti Prama, erano guerrieri, lottatori, pugilatori, arcieri, arrampicatori con acconciature nuragiche, erano enormi, erano armati.
Ciò spiegherebbe le similitudini tra lingue antiche come il basco e il sardo e la presenza di strutture simili ai nuraghi nell'odierno Zimbawe. E sì! Secondo Vacca i nuragici riuscirono addirittura a circumnavigare l'Africa. Infatti il bronzo è una lega fatta di rame e un altro metallo. I nuragici producevano tantissimo bronzo per costruire le loro armi e scolpire le loro famose statuine perché c'era e c'è tantissimo rame sul loro territorio natio, ma gli altri metalli dove li prendevano? Nello Zimbawe. Una superiorità marinara che portò a una superiorità tecnologica che determinò a sua volta una superiorità militare e politica. Leonardo Melis ritiene che stessero a capo di tutti i popoli del Mediterraneo e i nuragici furono i celebri shardana temuti dai faraoni egizi. Ha ritrovato immagini nei suoi studi in Egitto dove vengono raffigurati guerrieri con il copricapo identico a quello dei guerrieri rappresentati nei bronzetti sardi. Guerrieri mercenari al servizio dei faraoni. L'inizio dell'età del ferro spiegherebbe, insieme ai problemi climatici, la fine di un periodo d'oro.


Siti utili:

domenica 9 dicembre 2007

Essere Laico

Culturalmente sono cristiano. E' impossibile non esserlo visto il contesto in cui sono cresciuto e chiunque in Italia e in Europa pensi di non esserlo è solo un illuso. La domenica come giorno del Signore da dedicare alla famiglia o comunque agli affetti, la carità, la solidarietà, non uccidere, non rubare e infine il fortissimo precetto "ama il tuo prossimo più di te stesso". Son valori che mi hanno influenzato e continuano a influenzarmi e di cui riconosco il senso. La religione o la religiosità è un elemento fondante del vivere comune perché aiuta l'uomo a darsi un codice di regole, a dominare i suoi istinti e le sue passioni e ciò gli consente di elevarsi dalla sua natura animale. La religione genera la società e civilizza l'uomo.
Politicamente non sono cattolico. Non credo infatti nella Chiesa come istituto di potere. Non credo che Wojitila o Ratzinger non debbano parlare ai loro fedeli, alle loro coscienze. Anzi, credo che debbano farlo e che in questa opera contribuiscano al progresso dell' uomo. Non penso però che abbiano il diritto di imporre all' essere umano un' etica e una morale con la forza coercitiva della legge. L'essere umano è dotato di libero arbitrio e se esiste un Dio che gli ha donato questa dote perché non dovrebbe esercitarla? Non sarebbe il rifiuto di un dono divino? Quindi credo che non possa esistere legge che possa vietare al singolo di fare le proprie scelte di coscienza quando non va ad intaccare il diritto all'esistenza altrui. La questione dei diritti civili non è una questione etica o morale ma è una questione politica. Può un' istituzione religiosa avere un ruolo nella promulgazione della legge dello Stato? No, in uno Stato Repubblicano non può, in un Stato Teocratico può.
Se in Europa siamo arrivati a una concezione di questo tipo sullo Stato è perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle cosa comporta l'esercizio del potere coercitivo da parte di un'istituzione religiosa. Le sanguinosissime guerre di religione in Francia (non a caso è lì che nasce lo Stato assoluto e l'Illuminismo) e in Inghilterra(dove nasce poi il liberalismo), la Santa Inquisizione (e le sue atroci torture), la tratta dei neri (dichiarati senz'anima e quindi legittimamente schiavizzabili) e le guerre coloniali (in un'opera missionaria) sono consequenza dell' applicazione da parte di un istituzione religiosa di un potere normativo esercitato sia all'interno che all'esterno. Un cattolico (o ateo devoto, visto che vanno di moda) laico dovrebbe chiedersi poi perché in Italia, nonostante la mancanza di una legge sulle unioni civili e una più aperta sulla fecondazione assistita, si registri comunque il tasso più basso di natalità al mondo e sempre meno giovani si sposano. Forse dovrebbe modificare la sua proposta politica.


Un' espressione chiara di cosa significhi essere laici la fece John Kennedy nel suo discorso di insediamento:
Io credo in un’America che ufficialmente non sia cattolica né protestante né ebraica; in cui nessun pubblico ufficiale richieda o accetti istruzioni sulla politica da seguire vuoi dal Papa, vuoi dal Concilio nazionale delle Chiese, vuoi da altre fonti ecclesiastiche; un’America in cui nessun organismo confessionale cerchi di imporre, direttamente o indirettamente, la propria volontà al popolo in generale ovvero alle iniziative dei pubblici funzionari, e in cui la libertà di religione sia una e indivisibile, talché ogni azione contro una delle Chiese sia considerata attentato contro la nazione nel suo complesso. (...)Infine, io credo in un’America in cui prima o poi l'intolleranza religiosa sia destinata a sparire, e in cui tutti gli individui e tutte le Chiese siano trattati da eguali; un’America in cui ognuno abbia lo stesso diritto di frequentare o no la Chiesa che si è scelta, e in cui non si diano voti cattolici o anticattolici, e in generale nessun blocco di voti di alcuna specie: in cui cattolici, protestanti ed ebrei, laici o ecclesiastici che siano, si astengano da quegli atteggiamenti di disprezzo e ostilità che tanto spesso hanno in passato intralciato la loro azione, per promuovere invece l’ideale della fratellanza tra i cittadini americani. Questa è l’America nella quale io credo, ed è anche il tipo di ufficio presidenziale nel quale io credo; un ufficio d’importanza somma che non deve essere né umiliato, facendone lo strumento di questo o quello schieramento confessionale, né insozzato, negando arbitrariamente la possibilità di accedervi a un membro di qualsivoglia raggruppamento confessionale. Il mio ideale è quello di un Presidente le cui opinioni religiose siano questione che riguardi lui solo e cui esse non siano imposte dalla nazione, e tanto meno imposte quale condizione per il mantenimento del suddetto ufficio.

venerdì 7 dicembre 2007

La Binetti fuori dal Pd

Al Senato il governo ha ottenuto la fiducia grazie al supporto dei senatori a vita(tra questi il superdemocristiano Kossiga). Questa maggioranza risicata è data dal voto contrario della senatrice Paola Binetti e della componente teodem del Pd.
Questo perché la fiducia veniva richiesta sul decreto sicurezza (molto discutibile e sicuramente non di sinistra, credo che si sia già fatto un sacrificio estremo nel votarlo, ma era in gioco il governo) dove si fa anche richiamo all'art.13 del trattato di Amsterdam già ratificato dal Parlamento e quindi di per sé applicabile a prescindere dall'approvazione del Parlamento. Il motivo del contendere è dato dal contenuto di questo articolo che disciplina i provvedimenti per le discriminazioni ""fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali". Ma evidentemente Binetti e i teodem ritengono così importante che la discriminazione basata sulle tendenze sessuali sia garantita dalle legge (almeno nella Santa Italia) tanto da far cadere il governo sostenuto dal loro partito a spada tratta. Oppure semplicemente vogliono lanciare dei segnali. Sintomatico che questo avvenga proprio quando si inizia a parlare nuovamente di unioni civili nei vari comuni e in Parlamento con il nuovo progetto di legge denominato stavolta Cus.
La mia posizione personale è a favore dei matrimoni tra persone dello stesso sesso perché ho una concezione veramente laica dello Stato e di rimando ho una concezione laica del matrimonio. Per il diritto civile il matrimonio non è finalizzato alla procreazione come per il diritto canonico ma è un mero negozio giuridico tra due persone (non sono neanche sicuro che nel codice civile sia chiaramente espresso che debba essere tra uomo e donna). Quindi se è vero che la Costituzione garantisce che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" e che
"è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana" come recita l'art.3, allora mi sembra abbastanza coerente riconoscere anche a chi ha tendenze sessuali diverse da quelle della maggioranza la possibilità di stringere un accordo tramite questo negozio. Ma credo molto anche nella democrazia, nel dialogo, nella concertazione quindi bisogna anche essere flessibili e cercare di arrivare a un punto di incontro con coloro che non condividono questo punto di vista soprattutto se ci devi governare insieme. Così i matrimoni sono diventati Pacs nel programma elettorale ma non andavano bene, poi son diventati Dico, ma ancora non andavano bene, ora sono Cus ma non vanno bene lo stesso. Ogni volta che si parla di legiferare a proposito basta un brusio dal Vaticano perché blocchi tutto e alcuni parlamentari si giustificano dicendo che non è una priorità.
Ma al di là della questione in sé ciò che irrita e proprio questa sottomissione nei confronti della Santa Romana Chiesa di alcuni parlamentari che non sanno cosa sia la disciplina di partito ma sanno bene cosa sia la disciplina del cattolico.
In un suo bel (si fa per ridere) post il teodem Valerio Pieroni arriva addirittura a dire che "questa è la laicità di cui si fa portatore il partito democratico". Incredibile che si arrivi a dire che la posizione etica dei teodem che sono una ristretta minoranza sia ora la posizione del partito. Sia chiaro che io, e come me la quasi totalità dei Ds, non siamo disposti a stare dentro un partito che prende ordini dal Vaticano e che si piega alla sua volontà perché qui non è in gioco solo la questione dei diritti civili ma il principio che a governare e a fare le leggi debba essere il popolo o il papato, l'idea di uno Stato laico e democratico, aperto alle scelte etiche e confessionali dell'individuo o l'idea di uno Stato confessionale e autoritario che disciplina la vita dei singoli con la frusta e con il giogo della legge. Questi soggetti devono capire che le loro posizioni non sono da noi condivise e va bene essere flessibili ma anche dall'altra parte bisogna fare un passo indietro in nome dell'unità di un partito e di un progetto politico a costo di subire gli strali d' oltretevere e soprattutto hanno da capire che gli elettori Ds hanno pure loro una forte fede laica, liberale e democratica e non sono disposti a buttarla a mare per soddisfare le voglie del Vaticano che tanto sogna il potere temporale di una volta. La senatrice Binetti dovrebbe essere buttata fuori dal Partito Democratico e se questo farà cadere Prodi o porrà fine al progetto Pd... Amen, la messa è finita, andate in pace

martedì 4 dicembre 2007

La riforma tv necessaria

Ieri guardavo come raramente mi accade il Tg1 delle ore 20 e son rimasto sbigottito. Si parlava dei problemi con la giustizia di tale Azouz, il tunisino padre e marito delle vittime di Erba. Il servizio si concludeva con i commenti di Mario Giordano, direttore de Il Giornale e di Mario Orfeo direttore de Il Mattino. Così ancora oggi, nonostante l'esito delle elezioni 2006, viene dato ampio spazio(totalitario nell'occasione) a questi personaggi (parte organica del ramo comunicazione della Cdl, o meglio di Berlusconi).

Nell' Espresso di questo settimana il dottore costituzionalista Giovanni Sartori (che a suo tempo denunciò la "collusione e la sudditanza della televisione pubblica a Berlusconi" e per questo fu anche querelato dall' ex dg Flavio Cattaneo) parla di televisione e sugli effetti che può avere nella sostanza democratica. Si fa anche promotore di discutibili riforme. Sartori accusa Prodi di essere stato poco attento alla questione e considera il conflitto di interessi interconnesso alla riforma Tv. Considera il controllo della Rai decisivo per Berlusconi, ma anche per Fini e Casini e soprattutto per il centrosinistra e la situazione politica favorevole a una riforma. Le proposte sono due:



  1. l' obbligo per le tv private di pagare le frequenze che sono di proprietà dello Stato. I proventi servirebbero a finanziare la tv pubblica e il canone verrebbe abolito. I privati pagano solo in base ai profitti e la Rai non avrebbe bisogno di pubblicità, almeno non in tutte le sue tre reti.


  2. formalizzare la lottizzazione della tv pubblica. Visto che è impossibile evitarla, allora due canali vengano apertamente affidati alla maggioranza di governo e uno all'opposizione con consigli di amministrazione e bilanci differenti.

Infine la critica spietata alla televisione odierna che parla solo di delitti caserecci perché ha paura di raccontare i fatti che dispiacciono a qualcuno.


Personalmente credo che liberalizzare il sistema televisivo, che ad oggi è ancora il principale e più popolare mezzo di comunicazione, sia fondamentale per garantire la sostanza della democrazia. Quando il governo controlla l'informazione la democrazia è monca. Lo stesso Biagi parlava della Rai come di una televisione non di Stato ma governativa. Credo non ci sia mai stata come oggi una situazione favorevole per la riforma radiotelevisiva ora che Fini dice di avere "le mani libere su giustizia e tv" e con Casini, strenuo difensore della "par condicio", sensibile al problema. Valuto positiva anche la scelta di Follini come responsabile informazione del PD, perché con la sua esperienza dall'altra parte della barricata potrà sviluppare convergenze favorevoli e conosce bene il nemico che ha combattuto anche da suo alleato. Le proposte di Sartori credo siano ottime basi di partenza, elaborate da un profondo conoscitore degli istituti democratici.

Il recente scandalo Rai-set non mi ha sorpreso e come me non ha sorpreso Sartori e milioni di italiani. Già da tempo ho rifiutato la televisione come mezzo informativo e mi sentivo a posto e libero così, ma una recente esperienza mi ha fatto riflettere sugli effetti della televisione. Infatti solo il 9 settembre del 2007 ho potuto seguire su Raitre una ricostruzione dettagliata e documentata sul G8 di Genova. Fino ad allora ero poco interessato all'argomento ma da quel giorno ho iniziato a documentarmi sempre di più. Per sei lunghi anni ho vissuto nel buio, disinformato sull'argomento. Se la televisione può avere questo effetto su di me, che non la seguo e cerco altri canali di informazione che effetto ha o potrebbe avere su tante altre persone che si informano unicamente tramite di essa?

sabato 1 dicembre 2007

Caro disoccupato, non mollare



Pubblico una lettera apparsa sull'Unione Sarda del 23-11-2007 e scritta dal mio compagno di sezione Elio Contini, maestro del lavoro della Repubblica.




Lettera di un maestro del lavoro a un “bamboccione forzato”


CARO DISOCCUPATO, NON MOLLARE LOTTANDO RIUSCIRAI A FARTI STRADA



Caro giovane disoccupato, permettimi di esprimerti la più sincera solidarietà.
Qualunque titolo di studio tu abbia, ovunque tu viva in Italia, la musica non cambia:
i tuoi meriti e la tua voglia di migliorare non servono.
Ti chiamano bamboccione, scansafatiche, mangia pane a tradimento.
Vivi a carico dei genitori, ma nessuno ha mai preso in esame il tuo disagio nel sentirti sempre più inutile in una società che non ti considera perché non puoi spendere.
Che non considera il tuo desiderio di essere indipendente e formarti una famiglia.
Eppure tu non hai niente da rimproverarti.Hai studiato, hai meritato il massimo dei voti o hai appreso un professione con capacità e sacrifici.
Ma ora constati con rabbia che il futuro pare vincolato alla aleatoria fortuna della conoscenza giusta o dell’apparire. Caro giovane disoccupato, in questa società tutto è effimero. Ma permettimi a 62 anni di incitarti ai valori nei quali ho sempre creduto e ho allevato i miei figli. Ho avuto la soddisfazione di essere decorato con la stella al merito del lavoro e nominato maestro del lavoro della nostra Repubblica.
Ora ti esorto andare avanti e a non demoralizzarti con una buona dose di fiducia in te stesso e di caparbietà prima o poi riuscirai a far riconoscere i tuoi meriti.Ricordati però di lottare perché i tuoi diritti vengano riconosciuti magari aggregandoti con i tuoi coetanei e non delegando il tuo futuro a incantatori che suonano il loro flauto magico promettendoti improbabili paradisi o facili successi.
Come canta Eros Ramazzotti: “nessuno mai ti da di più”. Lotta ogni giorno per l’affermazione dei tuoi diritti, per un mondo più giusto e solidale. Non sei solo né invisibile: molti tuoi coetanei ti saranno vicini in questa santa lotta per l’affermazione della tua dignità. E poi, quale genitore non sarebbe dalla parte dei propri figli? Coraggio, il futuro sarà tuo.


Elio Contini - Quartu Sant’Elena


Farsi strada nella vita con le proprie capacità non è mai stato facile:
Forse la differenza è che per secoli ha regnato la retorica (consolatoria) della fatica; invece oggi i ragazzi crescono bombardati da immagini stereotipe del successo raggiunto, mentre si tace sui sacrifici che questo comporta. Lei parla con la saggezza dell’esperienza e l’affetto del padre. Molti si uniranno volentieri alle sue esortazioni e ai suoi auguri. Forza ragazzi!! DANIELA PINNA