lunedì 17 dicembre 2007

I Nuragici conoscevano l'arte della navigazione?


La settimana scorsa sono stato in Francia e ho avuto l'opportunità di incontrare la comunità di emigrati sardi nella regione della Mosella. Sarà che la lontananza mi ha disintossicato dalla politica nostrana, sarà che questo incontro ha risvegliato il mio sentimento "sardista"(soprattutto quando uno dei nostri emigrati ci ha invitato a costruire ex novo un nuraghe nelle sue dimensioni originali), sarà per tutto questo che oggi ho voglia di parlare della civiltà nuragica.

Si sa ancora poco di questa civiltà e uno dei punti più controversi si ha a proposito della capacità dei nuragici di navigare o meno. La tesi fino ad oggi prevalente è quella di Giovanni Lilliu, maestro dell'archeologia nuragica e protagonista degli scavi de Su Nuraxi di Barumini. Secondo Lilliu i nuragici non erano esperti della navigazione e costruirono tutta la loro cultura e società all'interno dell'isola, tanto è vero che i complessi nuragici più grandi si trovano tutti nelle zone interne, mentre sulle coste si trovano solo piccoli complessi. Oggi prendono piede anche diverse teorie a proposito.

Ad esempio Bruno Vacca ritiene che i bronzetti nuragici a forma di nave, con una testa di cervo(credo) sulla prua, non siano solo (come ritiene Lilliu) dei portacandele per la notte, ma siano riproduzioni in scala delle navi utilizzate dai Shardana per solcare i mari del Mediterraneo. Vacca li ritiene, non solo dei navigatori, ma addirittura i dominatori dei mari di quel periodo. Tra i bronzetti vi sono infatti diverse tipologie di nave; alcune più strette e più lunghe e quindi navi da corsa e da guerra, altre più larghe e corte utilizzate invece per i commerci. Questi navigatori dominavano tutto il Mediterraneo ma guardavano soprattutto a ovest. La capitale del regno nuragico non era Cagliari ma si trovava vicino a Oristano e i navigatori che tornavano a casa potevano riconoscere da lontano la loro terra grazie alla presenza di trenta statue di due metri e mezzo che dominavano l' accesso al Golfo di Cabras. Erano i Giganti di Monti Prama, erano guerrieri, lottatori, pugilatori, arcieri, arrampicatori con acconciature nuragiche, erano enormi, erano armati.
Ciò spiegherebbe le similitudini tra lingue antiche come il basco e il sardo e la presenza di strutture simili ai nuraghi nell'odierno Zimbawe. E sì! Secondo Vacca i nuragici riuscirono addirittura a circumnavigare l'Africa. Infatti il bronzo è una lega fatta di rame e un altro metallo. I nuragici producevano tantissimo bronzo per costruire le loro armi e scolpire le loro famose statuine perché c'era e c'è tantissimo rame sul loro territorio natio, ma gli altri metalli dove li prendevano? Nello Zimbawe. Una superiorità marinara che portò a una superiorità tecnologica che determinò a sua volta una superiorità militare e politica. Leonardo Melis ritiene che stessero a capo di tutti i popoli del Mediterraneo e i nuragici furono i celebri shardana temuti dai faraoni egizi. Ha ritrovato immagini nei suoi studi in Egitto dove vengono raffigurati guerrieri con il copricapo identico a quello dei guerrieri rappresentati nei bronzetti sardi. Guerrieri mercenari al servizio dei faraoni. L'inizio dell'età del ferro spiegherebbe, insieme ai problemi climatici, la fine di un periodo d'oro.


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2 commenti:

shardanaleo ha detto...

in autunno 2008 il governo egizio intende allestire una rappresentazione della battalgia di QADESH, con i SHARDANA protagonisti: "EGIZIANI e SHARDANA per la pace" sarà il titolo dell'opera. La persona incaricata della produzione ha avuto anche l'incarico di contattare uno "STUDIOSO ITALIANO" esperto nella storia dei POPOLI DEL MARE: Leonardo Melis
SHAR

Anonimo ha detto...

La tesi di Lilliu era anteguerra, non più valida per mille ragioni, gli stessi nuraghi li trovi oltremare, in Corsica, Baleari etc. Inoltre, se i sardi non erano navigatori, come facevano ad essere "re degli etruschi"? A distanza era impossibile. Saluti

Giacomino