domenica 25 maggio 2008

Pericolo squadrismo a Roma

Da questo blog lo avevamo detto. Lo avevamo preannunciato. Qualcuno ci ha persino riso dietro. Un sindaco postfascista a Roma avrebbe dato forza a un gruppo di esaltati e la convinzione che potessero fare in città quello che vogliono.
Oggi si inizia a intravedere a Roma, capitale d’Italia, un preoccupante rigurgito squadrista. I nazi dormienti intravedono nell’esito delle elezioni, una forma di consenso per le loro azioni violente e intolleranti. Così attaccano fisicamente il diverso. A Verona un ragazzo coi capelli lunghi. A Roma pestano l’extracomunitario e l’omosessuale. Qualcuno potrebbe sostenere che anche gli extracomunitari si sono resi responsabili di atti violenti nella capitale(non però gli omosessuali e i ragazzi coi capelli lunghi), e quindi sarebbe una giusta punizione(lungi da me questa posizione). Ma qui si parla di gruppi organizzati, di branchi, che premeditano e celebrano la violenza. Ringraziamo i giornali che riportano questi fatti e tengono alta la tensione. Ma non vorremo che questi fatti diventino una cosa così frequente da non essere più notizia. Spetta ora al neosindaco Gianni Alemanno dimostrare di non essere più fascista, di voler impedire che Roma diventi un campo di battaglia, di voler combattere lo squadrismo. Lo deve a tutti coloro che, pur essendo di sinistra, lo hanno votato.
Chissà cosa pensano oggi costoro. Sono curioso di saperlo. Di sicuro, se Alemanno li deluderà in questo, spetterà a loro la responsabilità di combattere queste forze. E per farlo, forse, dovranno prendere anche loro i bastoni e gli assi di legno e combatterli con i loro stessi metodi. Come si faceva negli anni settanta. La forza materiale si abbatte con la forza materiale.

mercoledì 14 maggio 2008

La dittatura dolce

Nel discorso tenuto alla Camera dei Deputati, il nuovo Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, offre la mano tesa al Pd, parla della necessità di un nuovo clima politico e di dialogo tra maggioranza e opposizione. Riconosce e apprezza il governo ombra e plaude il discorso di Piero Fassino.
Le reazioni a questo discorso sono state diverse all'interno del Pd. Alcuni esprimono soddisfazione, arrivano a prendersene merito. Altri invece invitano alla prudenza, non si fidano, temono nuovi raggiri. E' indubbio che la mossa di Berlusconi è stata di grande abilità: è riuscito a gettare nella confusione e nel panico il principale partito di opposizione. Gli stati d'animo infatti sono diversi e si riflettono nelle diverse posizioni all'interno del Pd.
Ciò che è accaduto ieri è l'emblema della vittoria politica di chi ha costretto i suoi avversari a scendere prima o poi a patti. Dopo quindici anni di duro scontro, Berlusconi può permettersi il lusso di tendere la mano ai suoi avversari che sono ormai allo frutta. L'egemonia culturale che la destra ha conquistato nella società grazie all'opera costante delle televisioni commerciali e non, costringe anche gli oppositori a chiedere elemosina di fronte all'incontrastato dominatore della politica italiana. Tra l'altro, il Berlusconi si permette di ignorare i suoi ex alleati dell' Udc che sono furibondi. Un chiaro segno di chi si sente così sicuro da non temere neppure il potere della Cei e del Vaticano.
Ormai andargli contro è impossibile e controproducente, meglio cercare di dialogare e di riconoscerne la potenza. Questo non significa però gettare definitivamente la spugna.
Il Pd cerca di abbattere il muro che Berlusconi ha posto tra i suoi oppositori e la società italiana, non con un martello o un altro corpo contundente, perché questo muro si è dimostrato troppo solido. Cerca invece di infiltrarsi come fa l'acqua e di indebolirlo fino a farlo marcire. Berlusconi è un uomo dalle grandi ambizioni e di un infinito narcisismo, ma privo di solidi convincimenti politici. Per soddisfare il suo ego illimitato si è prima alleato ai socialisti di Craxi, quindi ha sposato i postfascisti e i leghisti pur di vincere le elezioni e di non assistere impotente al suo tramonto. Si sarebbe alleato anche con i comunisti se questi gli avessero consentito di poter continuare a soddisfare i suoi istinti. E' questo il punto debole di Berlusconi che il Pd deve saper sfruttare. E' la linea dell' appeasement, la cui efficacia non è scontata.
E' un' impresa che non si può realizzare in poco tempo. Che fa tremare le vene ai polsi. Ieri quando ho sentito quel discorso ho avuto paura. La paura di chi non conosce il suo destino. Ma in politica bisogna avere il coraggio di affrontare le proprie paure.

sabato 3 maggio 2008

Grillo, diritto di cronaca


Non sono un fan di Grillo ultimamente, anche se è apprezzabile che sappia porre questioni importanti. Sicuramente sono un fan di Santoro, che fa giornalismo con passione, col rischio talvolta di lasciarsi deviare. Ma è un rischio a cui non ci si può sottrarre (se si è intellettualmente onesti) e considero Santoro un baluardo di fronte al monopolio dell'informazione televisiva. Speriamo non ci siano nuove purghe.

Di seguito la lettera pubblicata in risposta alle critiche piovute dopo la trasmissione di giovedì ad Annozero dove Vittorio Sgarbi (un uomo che cambia campo politico a seconda del vento che tira) si è reso protagonista di un attacco turpiloquiante e vergognoso.


Ho fatto come sempre il mio lavoro, con ottimi risultati per l’azienda e portando a termine una trasmissione difficile che ha dovuto sopportare durante il suo svolgimento insulti e provocazioni preordinate. Ritengo di aver esercitato il diritto di cronaca dando conto, come altri programmi, dei momenti più significativi della manifestazione promossa il 25 aprile a Torino da Beppe Grillo. L’ho fatto nell’esclusivo interesse del pubblico, con un lavoro di edizione che ben risultava dalla messa in onda, ma del quale, se vorrà, il Presidente Petruccioli potrà essere informato ascoltando montatori e giornalisti che lavorano con passione nella nostra redazione e che sono abituati a usare la loro professionalità al servizio del pubblico e non per conto terzi. Tutti i partecipanti ad Annozero, compreso Marco Travaglio, che aveva preso parte al V-Day, hanno avuto espressioni di critica e avanzato rilievi nei confronti di Grillo; c’è stato anche chi l’ha insultato con estrema violenza. Le affermazioni di Beppe Grillo sul Presidente Napolitano, già presenti nelle cronache di tutti i giornali italiani, sono state riportate senza la volontà di farle proprie. Non riportarle avrebbe rappresentato, a mio parere, una grave omissione e una censura. La stessa considerazione vale per i giudizi sul professor Veronesi e su qualunque altro personaggio pubblico. Poiché Grillo è di fatto un soggetto politico, va attribuita esclusivamente a lui la responsabilità di ogni sua dichiarazione, come confermano recenti sentenze della Corte di Cassazione e come normalmente avviene per Berlusconi, Bossi, Mastella e qualunque altro leader politico. Spetta dunque ai tribunali e non ai giornalisti valutare la portata calunniosa delle affermazioni fatte dai soggetti politici e non mi risulta che ci siano state iniziative in tal senso, perché altrimenti ne avrei dato volentieri conto. Sono pronto a rispondere in qualsiasi sede della correttezza dei miei comportamenti e resto fiducioso in attesa delle iniziative che intenderà intraprendere il Presidente Petruccioli, ma non ritengo che esse potranno continuare a consentire ai leader dei partiti di dire quello che vogliono nella televisione pubblica, proibendo invece a un unico soggetto politico, Beppe Grillo, di esprimere il proprio pensiero. La Rai appartiene infatti al pubblico e non ai partiti e la libertà d’espressione è tutelata dalla Costituzione Repubblicana.


Michele Santoro