mercoledì 14 maggio 2008

La dittatura dolce

Nel discorso tenuto alla Camera dei Deputati, il nuovo Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, offre la mano tesa al Pd, parla della necessità di un nuovo clima politico e di dialogo tra maggioranza e opposizione. Riconosce e apprezza il governo ombra e plaude il discorso di Piero Fassino.
Le reazioni a questo discorso sono state diverse all'interno del Pd. Alcuni esprimono soddisfazione, arrivano a prendersene merito. Altri invece invitano alla prudenza, non si fidano, temono nuovi raggiri. E' indubbio che la mossa di Berlusconi è stata di grande abilità: è riuscito a gettare nella confusione e nel panico il principale partito di opposizione. Gli stati d'animo infatti sono diversi e si riflettono nelle diverse posizioni all'interno del Pd.
Ciò che è accaduto ieri è l'emblema della vittoria politica di chi ha costretto i suoi avversari a scendere prima o poi a patti. Dopo quindici anni di duro scontro, Berlusconi può permettersi il lusso di tendere la mano ai suoi avversari che sono ormai allo frutta. L'egemonia culturale che la destra ha conquistato nella società grazie all'opera costante delle televisioni commerciali e non, costringe anche gli oppositori a chiedere elemosina di fronte all'incontrastato dominatore della politica italiana. Tra l'altro, il Berlusconi si permette di ignorare i suoi ex alleati dell' Udc che sono furibondi. Un chiaro segno di chi si sente così sicuro da non temere neppure il potere della Cei e del Vaticano.
Ormai andargli contro è impossibile e controproducente, meglio cercare di dialogare e di riconoscerne la potenza. Questo non significa però gettare definitivamente la spugna.
Il Pd cerca di abbattere il muro che Berlusconi ha posto tra i suoi oppositori e la società italiana, non con un martello o un altro corpo contundente, perché questo muro si è dimostrato troppo solido. Cerca invece di infiltrarsi come fa l'acqua e di indebolirlo fino a farlo marcire. Berlusconi è un uomo dalle grandi ambizioni e di un infinito narcisismo, ma privo di solidi convincimenti politici. Per soddisfare il suo ego illimitato si è prima alleato ai socialisti di Craxi, quindi ha sposato i postfascisti e i leghisti pur di vincere le elezioni e di non assistere impotente al suo tramonto. Si sarebbe alleato anche con i comunisti se questi gli avessero consentito di poter continuare a soddisfare i suoi istinti. E' questo il punto debole di Berlusconi che il Pd deve saper sfruttare. E' la linea dell' appeasement, la cui efficacia non è scontata.
E' un' impresa che non si può realizzare in poco tempo. Che fa tremare le vene ai polsi. Ieri quando ho sentito quel discorso ho avuto paura. La paura di chi non conosce il suo destino. Ma in politica bisogna avere il coraggio di affrontare le proprie paure.

1 commento:

Anonimo ha detto...

tristemente d'accordo
abbecedario