martedì 30 ottobre 2007

Nuovo ammonimento Ue all'Italia

Nei prossimi giorni l’Italia potrebbe essere ammonita. Non si tratta pero’ di questioni sportive. Il cartellino giallo sarebbe la conseguenza del condono Iva previsto dalla manovra del 2003, dell’allora governo Berlusconi e dal suo ministro dell’economia Tremonti, ritenuto contrario agli obblighi UE in materia di riscossione. Ciò che viene contestato all’Italia è di avere reso più vantaggioso evadere,il governo precedente avrebbe “premiato l’evasione più dell’assolvimento degli obblighi fiscali, lasciando intravedere una plausibile speranza in altri rimedi simili nel futuro”.
Insomma si tratterebbe di una ulteriore postuma bocciatura delle politiche fiscali portate avanti dal governo Berlusconi.
Ha così tanta importanza la notizia?
Forse sì, forse no; sicuramente è utile per ricordarci le porcate del governo precedente e a scongiurare il ritorno di un governo che, anche senza bisogno delle bocciature da parte dell’UE, sappiamo ha incoraggiato l’evasione e il non rispetto delle regole.

La fallimentare campagna berlusconiana

Da quando questo governo è in carica non passa giorno che il leader(forse) dell'opposizione parlamentare, Silvio Berlusconi, non si lanci in previsioni nefaste sulla sua tenuta. Alcuni dicevano che non sarebbe andato oltre la finanziaria di un anno fa, altri che sarebbe caduto sul voto per la missione in Afghanistan, altri per il nuovo Stato Sociale e davano manforte alle teorie del Silvio nazionale.
Ma, con lo stupore di tutti(anche il mio), Prodi è ancora in sella, esercita le sue funzioni con un misto di grinta e pazienza e a questo punto prevedere la sua caduta sempre impossibile. Eppure la maggioranza non da assolutamente prova di compattezza. Il voto in Afghanistan si è avuto proprio mentre si discuteva del progetto di allargamento della base statunitense del Dal Molin e dei progetto di legge sulle convivenze civili, tramutatisi da Pacs in Dico. Proprio in quei giorni prevalse una linea moderata anche perché la maggioranza non resse alla prova del voto in Senato. Poche settimane dopo nasceva il PD destinato ad avere nei numeri una forza cannibale nei confronti delle altre forze della maggioranza. Tutto ciò ha indispettito l'ala sinistra della coalizione che si è sentita messa all'angolo e poco presa in considerazione e ha così iniziato a tirare fuori le unghie e vecchi cavalli di battaglia. Nel mentre continuò e continua ancora lo scontro Mastella - Di Pietro dove il Ministro della Giustizia segue una linea berlusconiana e l'altro vuole fare invece il Ministro ombra, fa cioè opposizione (la sua pochezza politica lo porta a sbraitare davanti alle telecamere in cerca di visibilità, invece di farsi valere nei tavoli che contano). In tutto questo trambusto nasce il Pd che perde pezzi a sinistra, con la nascita di Sinistra Democratica, che ha lavorato per ricomporre la frattura con l'ala sinistra, e a destra nascono i partiti personali, quelli di Dini e di Bordon. Il primo in questi giorni si è lamentato che i Liberaldemocratici contano poco in questo governo... Beh, con tre parlamentari non è che si possa pretendere troppo di norma, ma nel Senato odierno sono un enormità e tutti si sentono autorizzati a fare capricci perché indispensabili, con poco senso di responsabilità; basti pensare che dobbiamo affidarci alla benevolenza di Giulio Andreotti.
Nonostante tutto ciò il governo non cade e Berlusconi e la minoranza continuano a chiedere che Prodi si dimetta e che si vada a nuove elezioni. Tipica politica berlusconiana; cerca di impostare la crisi attraverso i mezzi di comunicazione anziché attraverso i mezzi costituzionali. Fa una campagna mediatica anziché combattere in Parlamento. Spesso mi chiedo perché l'opposizione non abbia ancora presentato una mozione di sfiducia del governo Prodi per mandarlo a casa. Basterebbe anche sfiduciare un singolo Ministro, per esempio Mastella e credo che ci siano ottime probabilità di voto positivo in questo caso. Mastella furioso uscirebbe dalla maggioranza e tutti a casa. E' un mezzo legittimo e ineccepibile con cui un Parlamento manda a casa un governo privo di maggioranza. Però tutto questo non accade, perché?
La minoranza è forse ancor più spaccata della maggioranza. Silvio B teme che in caso di un voto di sfiducia qualche franco tiratore possa esserci anche dalle sue parti e che in ogni caso si innescherebbe una spirale che porterebbe sì alla caduta di Prodi ma alla nascita di un governo istituzionale sostenuto da una nuova maggioranza. La stessa cosa temono all' estrema sinistra. Ecco spiegata la sopravvivenza di questo governo: si teme il ritorno a una politica democristiana.
Giorno dopo giorno si rafforza un asse centrale nel sistema politico senza che i loro oppositori possano fare qualcosa. Anzi, qualcosa si potrebbe fare: lavorare per una legge elettorale che, data l'attuale situazione, non potrà che essere elaborata sul modello tedesco. Molto però dipenderà da ciò che deciderà il Pd per ora diviso su due linee: una che punta tutto sul referendum che porterà all'affermazione definitiva di un sistema bipolare maggioritario in caso di esito positivo e l'altra che spinge per un accordo in Parlamento.

lunedì 29 ottobre 2007

Le Commissioni del Partito Democratico

Nel leggere i nomi delle Commissioni del PD si può avere un idea più chiara del partito che sarà.
La Commissione Statuto è zeppa di nomi della vecchia politica che hanno l'esperienza necessaria per dotare un partito di regole, per organizzarlo e per scegliere i metodi di selezione della sua classe dirigente. Così ci troviamo Massimo Brutti, Giulio Calvisi, Sergio Chiamparino, Ciriaco De Mita, Ottaviano Del Turco, Vasco Errani, Salvatore Ladu, Nicola Latorre, Renzo Lusetti, Maurizio Migliavacca, Enrico Morando, Marina Sereni e Antonello Soro tra tanti altri. Autentici animali politici.
Appassionante invece la partita nella Commissione Manifesto dei Valori dove si confronteranno l'ultrapopolare Paola Binetti (che indossa il cilicio) e il matematico ateo convinto Piergiorgio Odifreddi (autore di numerosi scritti critici sul cattolicismo come il recente Perché non possiamo dirci cristiani e meno che mai cattolici). Sui due fronti da una parte si schierano gli ex democristiani Marco Follini e Pierluigi Castagnetti e dall'altra gli ex Ds Franco Bassanini, Antonio Bassolino, Gianni Cuperlo, Anna Finocchiaro; ago della bilancia gli ex Margherita dell'area liberal Franco Monaco, Antonio Polito, Ermete Realacci e Tiziano Treu. Spazio anche ai giovani in una Commissione così importante con la presenza del segretario nazionale delle Sinistra Giovanile Fausto Raciti.
I nomi presenti nella Commissione Codice Etico fanno pensare che lavorerà soprattutto sul codice comportamentale che dovranno seguire tutti coloro che eserciteranno funzioni pubbliche in nome del Pd. E' quel celebre innesto della società civile di cui si è sempre parlato. Molti di loro sono personaggi al di fuori dalle tradizionali nomenklature dei partiti fondatori: Mercedes Bresso, Furio Colombo, Maria Falcone, Lilli Gruber, Gad Lerner, Amos Luzzato, Milly Moratti, Maria Prodi, Ettore Scola, Sergio Zavoli. I pochi politici noti (a me) che faranno da guida sono Rosa Russo Iervolino, Luciano Violante e Sergio Mattarella.
Tutto sommato delle buone scelte. Mi sento più in linea con queste rispetto a quelle fatte per il Comitato Promotore e per il regolamento delle Primarie: il PD is sta avvicinando a me o io sto realmente diventando democratico.

martedì 23 ottobre 2007

Il futuro di Kilombo

Poiché condivido il senso di questa inziativa pubblico questo post copiato dal blog di Meslier. Credo in Kilombo come in una comunità virtuale che possa favorire la partecipazione dal basso e sfruttare le nuove tecnologie per favorire la comunicazione tra realtà tra loro distanti. Una migliore organizzazione e una maggiore capacità di dialogo possono rendere questo progetto incisivo sulla scena politica nazionale.
Kilombo nasce in concomitanza con importanti appuntamenti elettorali come le primarie per l'Unione e le politiche, per far dialogare e scontrare quelli che vengono chiamati riformisti e radicali, cercando di creare un terreno comune di appartenenza.
Kilombo era e deve rimanere un progetto politico (o, anche se non formalmente, una associazione politico-culturale) cioè che raduna tutti coloro che si riconoscono in alcuni valori (quelli della Carta) a prescindere dalla adesione ad un partito del centro-sinistra o alla stessa coalizione dell'Unione. Crediamo che questo sia un punto fondamentale da fissare, anche alla luce delle probabili future evoluzioni politiche. Il tutto per evitare di ricadere nel vecchio detto di Pietro Nenni secondo cui "a fare a gara fra puristi [di sinistra, ndr], si troverà sempre qualcuno più puro, che alla fine ti epura". In questi giorni il progetto politico dell'Unione sembra, invece, alla corda. Il governo ha il fiato corto. A destra e a sinistra della coalizione governativa cresce la voglia di andare da soli. Alcuni non possono sentir parlare di Partito Democratico, altri non ne possono più della sinistra di lotta e di governo. Kilombo rischia di subire questa situazione e di implodere. Sarebbe un peccato, perchè è proprio nel momento in cui la sinistra "reale" si divide che bisogna fare valere le ragioni del dialogo riscoprendo il patrimonio storico e valoriale che ci accumuna. Questo compito è responsabilità anche nostra, la sinistra "virtuale". E', paradossalmente, nel momento di massima distanza politico-parlamentare che l'esperimento kilombista acquista significato e importanza non secondari. Per prevenire l'implosione di Kilombo è cruciale riscoprire le ragioni del nostro aggregatore e farle diventare progetto politico (sebbene rigorosamente non partitico). Se vogliamo impedire che Kilombo si trasformi (o rimanga) una vetrina in cui prevalgono le ragioni della polemica fine a se stessa tra nemici su quelle del confronto fruttuoso tra compagni, dobbiamo dotarci di tutti gli strumenti, reali e virtuali, necessari. Alcuni sono stati individuati molto tempo fa, ma sono rimasti in cantina. Kilombo slow e l'associazione aspettano solo di venire usati. Nessuno, però, osa metterci mano, cuore e testa. Perchè? Il loro scopo non deve essere quello di ricreare dal vivo o alla moviola l'atmosfera litigiosa e individualistica di kilombo.org. Le ragioni dell'associazione e di kilomboslow sono ben altre e altrettanto importanti. Sono le ragioni dello stare insieme a sinistra, nonostante parlamento e governo. Non dobbiamo, infatti, governare un paese, ma salvaguardare legami, contatti, spazi comuni. Non vale la pena impegnarsi in prima persona per queste ragioni? Allora perchè non ci diamo una mossa, magari prima che cada il governo e kilombo chiuda perchè Jaco si è dimenticato di pagare il aruba?
Questo post è stato scritto collettivamente da Chemako, Ciocci, Falecius, Grandangolo, Jaco, Luca, Meslier, Samie, Supramonte e Titollo.
Chiunque condivida le ragioni da noi espresse è caldamente invitato a pubblicarlo sul proprio blog.

domenica 21 ottobre 2007

Scenari futuribili nel centrosinistra

E sia. Il nuovo partito è nato e genera un movimento nell'intero sistema partitico italiano. Qualche giorno fa è stata avviata la costituente socialista e proprio ieri la Sinistra ha dato buona prova di sé organizzando unitamente una manifestazione a difesa dei lavoratori. Ha dimostrato di poter avere ancora un ruolo all'interno della democrazia italiana (se non c'è qualcuno che rompe i coglioni che democrazia è?)
Uno dei principali motivi che mi ha spinto a sposare il progetto Pd é ridurre la frammentazione partitica del sistema politico italiano e siamo già a buon punto. Provo a immaginare un nuovo centrosinistra con tre soli soggetti: PD, PS e Sinistra (ancora non ha un nome ma credo che questo sia il più adatto).
All'interno di questo schieramento molto chances si gioca il Partito Socialista che, se reggerà all'impatto elettorale potrà porsi al centro di questo schieramento e, come insegnano tutti i professori di scienza politica, governarlo scegliendo di volta in volta se allearsi alla sua destra col PD o con la Sinistra. Potrebbe anche non andare così e Ps potrebbe rimanere schiacciato dalle due forze che gli stanno vicino. Ciò avverrà se sbaglierà collocazione politica: solo schierandosi al centro di questo ipotetico schieramento Ps potrà garantirsi un ruolo determinante nella Terza Repubblica. Spero che Boselli e compagnia si rendano conto dell'opportunità che hanno oggi.
In una situazione di questo tipo il Pd potrebbe proporsi come la forza liberale dello schieramento, come la colomba, come elemento di moderazione e voce dialogante con lo schieramento avverso, potrebbe facilmente laicizzarsi e porre in un angolo le componenti clericali presenti al suo interno. Queste troverebbero collocazione in un nuovo partito di stampo democristiano nato con la fusione di Udc e Udeur e alleato a destra a un partito liberalconservatore nato dalla fusione An-Fi.
In un sistema di partito di questo tipo si potrebbe utilmente adottare una legge elettorale alla tedesca dove al governo va il leader del partito che ha la maggioranza relativa o regolarizzare tramite legge il processo di selezione dei candidati al Governo, ossia le primarie. Tutto ciò sembra oggi possibile grazie a un processo innescato dalla dirigenza del Pd( in politica non conta vincere o perdere le elezioni, conta determinare i fatti). Chi vivrà vedrà.

giovedì 18 ottobre 2007

Guazzabuglio Democratico

Il Partito Democratico nasce in Sardegna come un vero e proprio guazzabuglio. A leggere il soriano Altravoce c'è da farsi prendere dai conati di vomito per tutti quei volontari come me che hanno reso possibile questa giornata e credono nell'istituto democratico del voto; mentre c'è da farsi delle grasse risate per tutti i critici del Pd.
Le polemiche che ci sono in questi giorni fanno solo male al nuovo partito ma a Soru sembra non interessare poi tanto. Gli interessava unicamente ricevere l'imprimatur di un grande partito e ricevere un approvazione elettorale per il suo operato. Ha gettato la maschera e si è rivelato per quello che è: unu berlusconeddu. Non accettare i risultati di un elezione significa non riconoscerne il valore, significa metterne in dubbio l'utilità, considerarsi infallibili, e con queste polemiche mi ha tanto ricordato il Berlusconi di un anno fa. Soru si dichiara vincitore politico e morale di queste elezioni ma tant'è, le ha perse. Contesta l'annullamento delle schede dove l'elettore ha posto due croci sulle due diverse liste che lo sostenevano, ma l'elettore votava per una lista collegata al candidato segretario, non direttamente per il segretario, quindi un voto giustamente considerato nullo. Oltretutto questa situazione è determinata da una scelta pilatesca di Soru che non ha voluto schierarsi per nessuno dei candidati alla segreteria nazionale e così imbarcare consensi da tutte le parti, ma questa scelta (dividersi in più liste) portava dei svantaggi secondo le regole che lo stesso Soru ha avallato facendo parte del Comitato 14 ottobre (Cabras non ne faceva parte). Se gli altri sono più bravi non gliene si può fare mica una colpa! Contesta poi la partecipazione dell'elettorato di centrodestra alle primarie e parla di inquinamento del voto ma anche di questa situazione deve considerarsi responsabile: ha voluto fare di queste primarie un referendum su sé stesso e in un voto aperto a tutti, i suoi nemici ne hanno approfittato; eppure è stato più volte invitato a non candidarsi perché Presidente della Regione perché queste elezioni avrebbero dovuto avere un altro significato. Ora continua a sputare fango e veleno e con la sua incapacità politica mette a rischio non solo la sua candidatura per il 2009 ma anche la durata legale di questa legislatura. Che dire: una delusione, non mi aspettavo che fosse incapace di riconoscere una sconfitta e soprattutto che fosse così irrispettoso di un voto democratico!

lunedì 15 ottobre 2007

Solo 3,4 milioni di voti

La mattina del 14 ottobre ho girato un paio di seggi nella mia città e con stupore ho visto con i miei occhi la gente fare la fila per votare. Temevo che sarebbe stato un flop in un periodo caratterizzato da movimenti politici guidati dai comici e da un governo che dà cattiva mostra di sé e da elezioni primarie comunque abbastanza rigide, non abbastanza aperte secondo le aspettative. Mi sbagliavo.
Tre milioni e quattrocentomila votanti. "Solo" tre milioni e quattrocentomila. Molti di meno rispetto agli undici milioni che votarono per L'Ulivo alle elezioni politiche del 2006 e meno dei quattro milioni che votarono alle primarie del 2005. Ma non sarebbe onesto non considerare le diverse condizioni di voto. Le politiche hanno sempre un altro richiamo e un altro valore, diversa è la capacità organizzativa: il Comitato 14 ottobre non ha certamente le stesse possibilità del Ministero dell'Interno e le votazioni si svolgevano solo nella giornata di domenica e fino alle 20 e non fino alle 22. Non si eleggeva poi un governo.
Rispetto alle primarie del 2005 stavolta votavano gli elettori di un solo partito per sceglierne la leadership e non per scegliere il candidato a governare di una intera coalizione. Se consideriamo elettori dell' Ulivo il 75% dei votanti per Prodi a quell'elezione, escludendo quindi coloro che votarono per Bertinotti, Mastella, Pecoraro Scanio, etc; abbiamo una base di partenza di 3 milioni di ulivisti. Oggi sono diventati 3,4 milioni e c'è da gioirne; nel 2005 ebbe notevole peso l'ondata di indignazione antiberlusconiana nel determinare il successo di quella votazione.
Qual'è il senso di questo risultato? Il primo è che gli italiani dimostrano di avere grande voglia di civismo, grande voglia di partecipare alle scelte democratiche ogni qualvolta che gli si offre questa opportunità E' un segnale che tutte le forze politiche, non solo il Pd, dovranno tenere in considerazione. E' un fattore che può contribuire alla democratizzazione del nostro Paese, che può rigenerare la nostra classe politica, il modo di fare politica; e chiunque si professi democratico non può che ammetterlo.
Il secondo è che il progetto politico presentato dal Pd piace a buona parte degli italiani del centrosinistra. Piace perché è un partito a vocazione maggioritaria( gradimento già espresso dagli italiani con i referendum di inizio anni 90), perché è un partito che vuole assumersi la responsabilità di decidere, nel bene e nel male, le sorti del Paese e di assumersi tutte le responsabilità di fronte agli elettori, perché è un partito che lavorerà per costruire un comune senso di appartenenza a una comunità e non per distruggere e per costruire steccati di classe e ideologici. Per quanto riguarda la natura e i valori di fondo di questo partito bisognerà valutare i voti presi dalle varie liste come " A sinistra " o "I coraggiosi".
In Sardegna 90 mila votanti rispetto ai 118mila delle primarie 2005, vince Cabras, con più seggi e più voti e dimostra la voglia tra gli ulivisti sardi di un partito forte e organizzato e non un comitato elettorale stile Forza Italia come sarebbe piaciuto a Soru. Comunque anche le liste soriane reggono allo scontro e il voto rimane incerto fino alla fine: da oggi ci sarà da lavorare per costruire un progetto comune.

lunedì 8 ottobre 2007

Padoa-Schioppa e il neonato PS


Alcune considerazioni sui fatti degli ultimi giorni.




  1. Il superministro dell' economia Padoa-Schioppa ha fatto discutere negli ultimi giorni prima dando dei "bamboccioni" ai giovani di oggi e quindi esaltando la "bellezza" delle tasse. La prima affermazione è stata abbastanza infelice anche se non del tutto infondata, mentre molto più felice è stata la seconda. Felice perché molto impopolare ma la cosa giusta da fare. Bisogna far capire infatti agli italiani che pagare le tasse è " un modo per partecipare attivamente alla vita dello Stato". Le tasse sono un contributo che tutti noi versiamo per il bene della comunità, per la tutela degli interessi collettivi, per la redistribuzione del reddito, per la solidarietà sociale, per l'uguaglianza delle opportunità, basta con l'idea dello Stato spremitore delle tasche degli italiani: tutti devono pagare le tasse secondo la loro capacità contributiva, lo dice la Costituzione! Da gobettiano non potevo che apprezzare il coraggio di Padoa-Schioppa: finalmente qualcuno che ha le palle di dire qualcosa di scomodo.


  2. L'altro fatto è la costituzione del Partito Socialista. Finalmente il termine partito torna di moda e sarà forse in grado di chiudere la parentesi Tangentopoli e torna insieme all'aggettivo Socialista, principale responsabile della corruzione dello Stato, ma sarà il rosso del simbolo, sarà il significato storico del Socialismo, sarà l'insoddisfazione per i procedimenti in corso nella costituente del PD, tutto questo movimento attira la mia attenzione. E' ancora presto per esprimere un giudizio, bisogna attendere questo partito alla prova dei fatti, sperando che non sia un tentativo per riprorre De Michelis.

sabato 6 ottobre 2007

Mandiamo a casa Mastella...

E' ormai sotto gli occhi di tutti che il povero Ministro della Giustizia "Calimero" Mastella sia diventato il bersaglio prediletto di satira, giornalisti e cittadini esausti e sfiniti da una politica fatta di pseudo-politici arrivisti e privilegiati senza onore.
In tv tra Vespa, Santoro, Floris e Mentana non si fa che parlare di lui, chi lo accusa e chi lo difende con tanti "Ma...".
La vera gogna mediatica però si consuma online, in particolare sulla blogosfera.
Paradossalmente nel "non luogo" internet regna la democrazia, l'Altra Informazione, a volte "fake" ma altre volte scintilla che fa emergere le "verità nascoste".
E' proprio di questi giorni la notizia che il nostro caro Ministro ha denunciato il blog "clementemastella.blogspot.com" secondo lui reo di "atteggiamento ostile nei suoi confronti"...ma è altrettanto di questi giorni la risposta della blogosfera: i blog di google risiedono nei server americani e li le leggi sono differenti in materia di libertà di parola (almeno online!).
La blogosfera allora si incazza veramente e iniziano a spuntare come funghi blog anti-Mastella, in particolare due sono degni di nota:

1. http://iononodiomastellamamifalostessocagare.blogspot.com/
Ho ragione di credere che siano gli stessi ragazzi di "clementemastella.blogspot.com" che stanno dando vita a una vera corsa al blog in cui invitano tutti a creare un blog in cui ci sia la parola Mastella: tutto per vendicare l'oscuramento del blog tanto contestato.
2. http://clementemastella.wordpress.com
In questo ho trovato una petizione per chiedere le "DIMISSIONI IMMEDIATE" del caro Mastella
http://firmiamo.it/dimissionidelministroclementemastella

Credo sia doveroso firmare e creare un blog "anti-Mastella"...senza esagerare ;-)

Verso lo sgonfiamento del fenomeno Grillo

Da un po' di tempo volevo scrivere qualcosa sull'immigrazione e me ne da occasione il post del 4 ottobre di Beppe Grillo con cui riesco a prendere due piccioni con una fava. Sull'argomento Grillo getta la maschera e si rivela per quello che é: un tribuno che da fiato alle pulsioni più becere della nostra società. La sua pochezza culturale lo rende inadeguato a esercitare cariche politiche e incapace di illuminazione.
Grillo accusa il nostro governo e in particolare Valium Prodi di essere responsabile dell' inserimento della Romania nella Ue, del movimento migratorio dei rumeni e di tutti i crimini da loro commessi in Italia. Accusa il governo di aver rimosso i sacri confini della nostra nazione(sappiamo dove ci ha portato l'esasperazione del nazionalismo).
Schengen è una conquista e un primo passo verso un mondo aperto e libero: offre a ogni europeo la possibilità di muoversi liberamente per ricercare la propria felicità e realizzare sé stesso, ovunque voglia, come voglia, con chiunque voglia. Offre la possibilità di contaminazione culturale tra diverse nazioni, tra popoli diversi, offre opportunità di crescita umana ed economica. Sarebbe bello se Schengen fosse possibile in tutto il mondo. Non era John Lennon a cantare:"immagina che non ci siano Paesi"? Un mondo dove ognuno di noi può sentirsi a casa e libero ovunque si trovi. Questa sarebbe la vera vittoria.
Non si può accusare gli immigrati di tutti i mali della nostra società. Commettono il 1o per cento dei reati e i media ci offrono la sensazione che questa percentuale sia del 90. Proprio il Grillo che accusa i giornalisti li segue a ruota su questa strada.
E' inevitabile che i fenomeni migratori generino tensioni e scontri sociali dovuti alla diversità culturale e alle diverse posizioni economiche, ma quello che dovremo chiederci e se i fenomeni migratori sono inevitabili? Io sono convinto di sì, fanno parte della storia dell'uomo che da sempre si muove alla ricerca di condizioni economiche, politiche, sociali e ambientali che gli consentano di vivere in modo migliore. Muoversi è un diritto(non solo di noi europei e occidentali). I fenomeni migratori ci offrono l'opportunità di viaggiare senza partire, di incontrare e conoscere culture diverse sul nostro territorio. La soluzione sta nel lavorare pazientemente per costruire l'integrazione sociale e culturale; non solo chi arriva deve integrarsi a i nostri usi, ma anche noi dobbiamo integrarci alle loro abitudini. L'integrazione è possibile solo se siamo in grado di aprirci allo scambio culturale, alla crescita personale, alla creazione di un nuovo "noi" diverso da quello che conosciamo. Se ci chiudiamo nelle nostre certezze, nei nostri confini, nei nostri dogmi dovremo per forza scontrarci e adottare soluzioni estreme come l'eliminazione fisica e lo sterminio di massa.
Questo post è un duro colpo per tutti i sinistroidi sostenitori del comico genovese.