martedì 23 ottobre 2007

Il futuro di Kilombo

Poiché condivido il senso di questa inziativa pubblico questo post copiato dal blog di Meslier. Credo in Kilombo come in una comunità virtuale che possa favorire la partecipazione dal basso e sfruttare le nuove tecnologie per favorire la comunicazione tra realtà tra loro distanti. Una migliore organizzazione e una maggiore capacità di dialogo possono rendere questo progetto incisivo sulla scena politica nazionale.
Kilombo nasce in concomitanza con importanti appuntamenti elettorali come le primarie per l'Unione e le politiche, per far dialogare e scontrare quelli che vengono chiamati riformisti e radicali, cercando di creare un terreno comune di appartenenza.
Kilombo era e deve rimanere un progetto politico (o, anche se non formalmente, una associazione politico-culturale) cioè che raduna tutti coloro che si riconoscono in alcuni valori (quelli della Carta) a prescindere dalla adesione ad un partito del centro-sinistra o alla stessa coalizione dell'Unione. Crediamo che questo sia un punto fondamentale da fissare, anche alla luce delle probabili future evoluzioni politiche. Il tutto per evitare di ricadere nel vecchio detto di Pietro Nenni secondo cui "a fare a gara fra puristi [di sinistra, ndr], si troverà sempre qualcuno più puro, che alla fine ti epura". In questi giorni il progetto politico dell'Unione sembra, invece, alla corda. Il governo ha il fiato corto. A destra e a sinistra della coalizione governativa cresce la voglia di andare da soli. Alcuni non possono sentir parlare di Partito Democratico, altri non ne possono più della sinistra di lotta e di governo. Kilombo rischia di subire questa situazione e di implodere. Sarebbe un peccato, perchè è proprio nel momento in cui la sinistra "reale" si divide che bisogna fare valere le ragioni del dialogo riscoprendo il patrimonio storico e valoriale che ci accumuna. Questo compito è responsabilità anche nostra, la sinistra "virtuale". E', paradossalmente, nel momento di massima distanza politico-parlamentare che l'esperimento kilombista acquista significato e importanza non secondari. Per prevenire l'implosione di Kilombo è cruciale riscoprire le ragioni del nostro aggregatore e farle diventare progetto politico (sebbene rigorosamente non partitico). Se vogliamo impedire che Kilombo si trasformi (o rimanga) una vetrina in cui prevalgono le ragioni della polemica fine a se stessa tra nemici su quelle del confronto fruttuoso tra compagni, dobbiamo dotarci di tutti gli strumenti, reali e virtuali, necessari. Alcuni sono stati individuati molto tempo fa, ma sono rimasti in cantina. Kilombo slow e l'associazione aspettano solo di venire usati. Nessuno, però, osa metterci mano, cuore e testa. Perchè? Il loro scopo non deve essere quello di ricreare dal vivo o alla moviola l'atmosfera litigiosa e individualistica di kilombo.org. Le ragioni dell'associazione e di kilomboslow sono ben altre e altrettanto importanti. Sono le ragioni dello stare insieme a sinistra, nonostante parlamento e governo. Non dobbiamo, infatti, governare un paese, ma salvaguardare legami, contatti, spazi comuni. Non vale la pena impegnarsi in prima persona per queste ragioni? Allora perchè non ci diamo una mossa, magari prima che cada il governo e kilombo chiuda perchè Jaco si è dimenticato di pagare il aruba?
Questo post è stato scritto collettivamente da Chemako, Ciocci, Falecius, Grandangolo, Jaco, Luca, Meslier, Samie, Supramonte e Titollo.
Chiunque condivida le ragioni da noi espresse è caldamente invitato a pubblicarlo sul proprio blog.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Son contento che qualcun altro si cominci a preoccupare, io anche se sono uscito credevo e credo nell'aggregatore delle sinistre. Non c'è niente di più aderente alla situazione della frase di Nenni! Del resto solo ieri leggevo "i PDuisti" (R-esisreanza settimanale)e non mi sembra sia questo lo spirito... suerte!

Anonimo ha detto...

Non ci sono punti chiari oltre le belle parole. Occorre una riflessione approfondita, sperando che non intervengano solo chi ha una disposizione a parlare di politica.

Anonimo ha detto...

adelante ma con juicio...