sabato 28 aprile 2007

Omofobia dilagante

Il 26 aprile scorso il Parlamento Europeo ha votato a maggioranza schiacciante un documento con cui si condanna l'omofobia e in generale tutti gli atteggiamenti xenofobi e razzisti. "Vabbeh, le soliti dichiarazioni di principio inutili" direte voi, "il Parlamento Europeo ha dato un sonoro schiaffo a Bagnasco e alla Cei" pensavo io. Ci sbagliavamo.
Ho avuto l'opportunità di leggere il documento approvato e ho scoperto che Bagnasco e la Cei non sono i principali responsabili in questa storia. In realtà i problemi maggiori arrivano dalle neocomunitaria Polonia. Il governo polacco e i suoi parlamentari europei conducono in patria e fuori una vera e propria campagna di intolleranza verso gli omosessuali. Così sentiamo dire nell'Europa tollerante e libera che sognamo frasi del tipo "l'omosessualità è una patologia dalla quale si può guarire", oppure "gli insegnanti che renderanno pubblica la propria omosessualità saranno licenziati" e ancora "le pratiche omosessuali portano a situazioni drammatiche, al vuoto e alla depravazione". Il governo polacco va avanti nella sua azione con una nuova legge che esclude gli omosessuali dall'elenco impieghi della scuola, controlli finanziari sulle organizzazioni LGBT in quanto "movimenti criminali" e impavidamente si propone per avanzare leggi di questo tipo a livello europeo. Cioè ci vogliono civilizzare. Ci vogliono insegnare cosa vuol dire essere Europa. Bene ha fatto il Parlamento a ricordargli che "l'Unione europea è innanzitutto una comunità di valori, in cui il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, l'uguaglianza e la non discriminazione sono fra i valori che più contano" e "il diritto alla libertà di riunione può essere esercitato anche quando le opinioni di coloro che esercitano tale diritto sfidano le opinioni della maggioranza". Inoltre giusto per dare una stoccata anche a qualcuno a noi molto familiare "condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza".
Dove stiamo andando? Non eravamo una "civiltà superiore"? Vogliamo tornare indietro? Dico ciò perchè la situazione non è tanto rosea neanche negli altri paesi, Italia compresa. Inoltre, questo documento che esprime valori assoluti e universali non ha ricevuto l'unanimità. Il PPE(Forza Italia e Udc) si è astenuto, mentre l'UEN(An e Lega) ha votato contro. Perchè c'era il riferimento alla Chiesa? Beh, se la Chiesa vuole libertà di parola, allora ogni tanto si prenda pure qualche bello schiaffo e si ricordi che "le parole spesso armano la mano del violento che colpisce". Libera Chiesa in libero Stato.

Perchè il Partito Democratico è necessario

In questi giorni mi sono confrontato più volte con vari bloggers sulle nuove prospettive del nostro sistema politico e la discussione ha raggiunto a volte toni molto accesi. L'argomento in questione era, manco a dirlo, il Partito Democratico, che non è più un ipotesi ma un qualcosa che sarà. Questo hanno deciso i congressi di DS e Margherita.
"Con il PD si rinuncia all'identità e ai simboli della sinistra", "i postcomunisti diventeranno democristiani", "inciucio tra Berlusconi e PD". Tutte accuse sterili.
Non credo che un partito si fondi su una identità. Non mi sono mai piaciute le etichette e mi sono sempre ritenuto un libero pensatore e son sempre stato convinto che le idee venissero prima di tutto. Spesso sono stato "accusato" di essere un comunista e la cosa non mi è mai piaciuta, ho sempre pensato che attribuirmi un etichetta fosse un modo per evitare il confronto e per sterilizzare le mie argomentazioni. Insomma, con un etichetta addosso sei meno pericoloso, perchè ciò che pensi non è farina del tuo sacco, sei plagiato. Così oggi non mi piace che mi si venga dato del "democristiano" e addiritura del "berlusconiano". Tutti noi (e quando dico tutti, intendo dire proprio tutti) dobbiamo molto a Marx, Gramsci, Berlinguer, Togliatti, etc., ma non saremo intelligenti se non fossimo capaci di adattare i loro insegnamenti ai tempi che noi stessi viviamo. Dobbiamo andare oltre ciò che è stato, dobbiamo vivere il presente e programmare il futuro, non vivere dei ricordi del passato.

mercoledì 25 aprile 2007

Festa della Liberazione

Oggi è 25 aprile. La festa della democrazia e della libertà. Alcuni dicono che è una festa di parte. Di quella parte che crede nella democrazia e nella libertà. W la Resistenza. W il Partigianesimo.

venerdì 20 aprile 2007

L' Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro

Preso in questi giorni dalla riflessione sugli orizzonti futuri prospettati dal "nuovo partito" mi sentivo fluttuare nell'aria, un pò sognante su ciò che sarà, quando ieri sera ho deciso di guardare la Tv e in particolare il programma di Michele Santoro Annozero. Son bastati pochi minuti per tornare bruscamente coi piedi per terra e affrontare i duri problemi della vita reale.
Si inizia con la consueta lettera di Marco Travaglio rivolta stavolta a Luca di Montezemolo e l'impavido giornalista snocciola dati impressionanti. Pone soprattutto l'accento sugli ingaggi dei manager italiani che guadagnano in un giorno quanto gli operai dell' azienda che dirigono guadagnano in un anno. I manager di Telecom e Alitalia, due aziende sull'orlo del fallimento, e non certo per colpa dei lavoratori, guadagnano oltre dieci milioni di euro l'anno e per rinunciare al loro incarico chiedono una buonauscita di qualche milione. Il buon Travaglio sottolinea che nella nostra classe dirigente manca un'assunzione di responsabilità. Come si può guadagnare così tanto e essere cosi incapaci? Pretendere pure la buonuscita. Qualcuno dovrebbe mandarli via a calci nel sedere. Dall'altra parte stanno i lavoratori che dovranno lavorare quarant'anni per ottenere una pensione pari al 50% della loro ultima busta paga e son costretti a scioperare per vedersi aumentare lo stipendio di 100 euro all'anno. Ma il dato che mi ha lasciato a bocca aperta è che ogni anno in Italia 1200 persone perdono la vita sul posto di lavoro. Ma stiamo scherzando?!?! Numeri da paese sottosviluppato. Il Travaglio continua riportando pure una frase della buonanima di Gianni Agnelli:" se i lavoratori che producono le auto non possono comprarsele, chi le compra?"
Di fronte a tutti questi dati ho pensato che Travaglio stesse esagerando. Era ospite in sala anche il consigliere economico di Forza Italia, Renato Brunetta. "Ora dirà che è la solita campagna dei comunisti disfattisti" ho pensato. Invece il folcloristico Brunetta conferma i dati di Travaglio e imputa questa situazione al fatto che in Italia non esiste un libero mercato ma un mercato dominato dai grandi Monopoli di Stato. Ha ragione. Vuoi vedere che Forza Italia è un partito liberale? Ma neanche per idea! Forza Italia ha un'anima liberale nei Brunetta, nei Taradash, nei Cicchito, ma è un tipico partito carismatico la cui linea viene decisa di volta in volta secondo l'interesse del suo leader, che non ha nessuna intenzione di mettere in secondo piano i suoi interessi rispetto a quelli del paese. Poi interviene Sgarbi: almeno lui dirà che Travaglio è un "uomo organico della sinistra". Invece no, dice:"l'esposizione di Travaglio è precisa, la colpa è di dirigenti pagati oltre i loro effettivi meriti". Incredibile! C'è una linea comune. I lavoratori sono vittime e la classe dirigente della nostra economia è costituita da ladri di polli.
Dopodichè va in onda un reportage all'interno del mondo del lavoro. Il malumore e la sfiducia verso il governo e verso lo Stato è alto. Insomma, che ci sia la destra o che ci sia la sinistra son sempre i lavoratori a dover pagare. I giovani? Come possono comprarsi una casa, formarsi una famiglia con contratti che vanno avanti a scadenze trimestrali? E poi ci chiamano "mammoni". E poi la Chiesa vuole convicerci che la famiglia va difesa bloccando i Dico. Come al solito in Italia non si riesce ad affrontare questi ed altri problemi con spirito oggettivo e le soluzioni tardano ad arrivare. La nostra classe dirigente preferisce difendere le proprie posizioni privilegiate come uomini di Chiesa, di Stato o di partito e si nasconde dietro ideologie che appartengono al passato. Lo dimostra poco dopo il "liberale" Brunetta che di fronte alle accuse di un'operaia di Mirafiori scarica la patata bollente sul sindacato e sulla Riforma Dini. "Voi l'avete fatta, voi l'avete voluta" urla e ridacchia il Brunetta. Non è che il suo governo sia meno colpevole. Non è che il suo governo si sia distinto per aver difeso i diritti dei lavoratori. Non è che il suo governo si sia mosso per cambiare veramente le cose. Anzi, ci ha fatto tornare indietro. E oltretutto il suo governo ha introdotto la nuova riforma delle pensioni. Come si può rimediare a tutto ciò Brunetta? Rispondi. Tutti colpevoli, nessuno colpevole. Qualcuno che si assume responsabilità esiste nella nostra classe dirigente? C'è un vecchio detto della politica, " se non puoi convicerli, confondili". Questo è quello che fa la nostra classe dirigente. I sindacati, classe dirigente pure loro, sono semplicemente degli organi utilizzati dai potentati economici per tenere buoni i lavoratori. E il malcontento cresce. E la sfiducia verso lo Stato democratico cresce. I lavoratori si sentono abbandonati e aumenta il rischio di gesti sconsiderati.
La nostra economia non può andare avanti senza lavoro. Ma coloro che lavorano sono uomini e donne che vogliono vivere prima di tutto, vogliono farsi una famiglia, vogliono coltivare le loro passioni, vogliono sentirsi liberi e non moderni schiavi. Non sono una voce del bilancio, non sono una spesa da tagliare. La nostra società si fonda sull'essere umano, non sul commercio o sui profitti. Siamo uomini, non merce di scambio. Marx fa parte del nostro passato ma i suoi insegnamenti sono validi ancora oggi.
Grazie Santoro, questa è informazione.

martedì 10 aprile 2007

Verso il Partito Democratico

In queste settimane sia la Margherita che i Ds affrontano i loro percorsi congressuali e nei prossimi giorni i loro dirigenti riceveranno il mandato di lavorare per la costruzione di un nuovo partito. La mozione Fassino all'interno dei Ds si è imposta con il 75% mentre la mozione unica della Margherita va avanti con più della maggioranza dei voti favorevoli.Il Partito Democratico nasce dall'esigenza di dare una svolta alla politica italiana e alla sinistra tutta. L'elettorato è stanco di continue frammentazioni e chiede una maggiore partecipazione e un maggiore coinvolgimento nella vita politica del paese. Per questo il Pd si propone per rappresentare tutta la sinistra e aprirsi a tutti quei movimenti della società civile e ai singoli individui che chiedono di partecipare. La spinta verso questa strada è stata data dai buoni risultati che la lista Uniti nell' Ulivo ha ottenuto alle europee del 2004 e alle politiche del 2006 e dalla numerosa partecipazione alle primarie dell'ottobre 2005. Si è detto che le forze che puntano ad unire vengono premiate dagli elettori e che questi hanno una voglia matta di partecipare. Tutto ciò è vero, ma non basta unire due partiti in uno solo.
Il simbolo dell'Ulivo rappresenta ancora oggi pace e unità. Quando nacque a metà anni '90 aveva il grande obiettivo di unire tutto lo schieramento politico che stava a sinistra. Quel simbolo rapprensenta ancora questa speranza e se il Partito Democratico si propone come prosecuzione di questo progetto dovrebbe adottarlo. Inoltre ci deve essere uno spirito di apertura verso tutte quelle forze della sinistra che vorrano entrar a far parte di questo sogno. Nessun veto potrà essere ammesso. Italia dei Valori, Socialisti, Radicali, Comunisti, quando vorranno entrare a far parte del nuovo partito dovranno trovare la porta aperta.Il nuovo partito deve essere aperto anche alle associazioni della società civile, ambientalisti, sindacati, associazioni di impresa, associazioni culturali e sportive. Ma come? Dovranno avere la possibilità di partecipare all'elaborazione del programma di governo, alla scelta del gruppo dirigente del nuovo partito. Dovranno avere la possibilità di presentare loro rappresentati ai congressi come delegati di diritto. Questa sarà una vera apertura. Per evitare che il Pd diventi territorio di conflitto tra Margherita e Ds in un primo momento le assegnazioni delle cariche e delle plateee congressuali dovrà essere divisa in parti eguali, anche per evitare il solito stancante gioco delle tessere. Il leader del partito scelto dai congressi ai vari livelli, sarà automaticamente il candidato del Pd alle primarie per la carica di Presidente del Consiglio, Presidente della Regione, Presidente della Provincia e Sindaco. I partiti che ancora non fanno parte del Pd presenteranno un loro candidato e tutti i cittadini che ne faranno richiesta potranno votare.
Questo è il mio sogno per il Partito Democratico. Un partito aperto e libero, oltre che democratico. Nei prossimi mesi si vedranno i primi tratti di questo nuovo partito e le prime scadenze elettorali ci mostreranno il gradimento dell'elettorato. Un sondaggio pubblicato sul Corriere della sera nel giorno di Pasqua dava il nuovo soggetto tra il 23 e il 25 per cento. Se questi fossero i risultati vorrebbe dire che il Pd non basta. Bisogna coinvolgere nel processo di costituzione del nuovo partito anche forze esterne e le forze che per ora si dicono contrarie. Deve essere il partito di tutti e per tutti e non ridursi, come dice qualcuno, a una "fusione fredda" di apparati.