lunedì 17 settembre 2007

Beppe Grillo VS il mio impegno in politica

Era il 2001 quando mi decisi a fare attivamente attività politica e decisi di farla dentro un partito e una coalizione destinati a perdere le elezioni. Presi quella decisione spinto dal sacro fuoco che già da tempo ardeva in me, per dare il mio contributo nella costruzione di un mondo migliore e scelsi il partito a cui avevo sempre consegnato il mio voto: i Ds (prima Pds). Il mio sogno era quello di migliorarlo questo partito, di modellarlo secondo le mie idee.
Una volta dentro ho capito che non sarebbe stato facile realizzare i miei obiettivi, ho imparato che anche dentro il tuo partito nessuno la penserà mai come te su tutte le cose, ho capito che chi fa politica è un uomo come tutti e non un essere superiore privo di emozioni quali invidia, ambizione e narcisismo. Spesso mi è capitato di temere di farmi dominare io stesso da questi sentimenti ma chi fa politica deve imparare anche a controllarsi. Perché mettere d'accordo un gruppo di persone che pensano autonomamente, colte o meno, è veramente difficile; ma bisogna avere la pazienza di provarci sempre, l'umiltà di mettere da parte il proprio orgoglio e la forza di non mollare mai per realizzare un bene supremo: un progetto politico condiviso.
Capita spesso poi che chi esercita ruoli di rilievo si lasci prendere la mano in delirio di onnipotenza, anche quando esercita cariche ridicole: il potere logora chi ce l'ha, dà una soddisfazione che rischia di travolgere l'essere umano. Dentro un partito ho capito quanto può essere piccolo un uomo se agisce da solo e quanto può essere potente se agisce affiancato da altri uomini e donne, ho capito quanto il dialogo sia uno strumento in grado di produrre forza e potenza, ho capito il valore dell'associazionismo( un partito è prima di tutto un'associazione).
Per questo non capisco chi denigra il ruolo di questi organismi: si può criticare un dirigente di partito, si può criticare un partito, un sistema partitico; ma non l'idea di partito.
Troppo facile parlare a vanvera, offrire soluzioni demagogiche: nel criticare siamo tutti bravissimi. Molto più difficile invece confrontarsi con i problemi reali e proporre soluzioni: lì sì che emergono le difficoltà, le incomprensioni, la diversità delle posizioni, i nemici.
Oggi D'Alema ha detto che senza i partiti esistono solo i militari e le sue parole mi hanno ricordato quelle di Tocqueville che nel suo "L'Antico Regime e la Rivoluzione" prevede che, una volta finita la spinta rivoluzionaria, sarà un Generale militare a prendere il potere perché, nel vuoto di potere creatosi, l'unico in grado di esercitare una forza coercitiva. Grillo quindi come Robespierre cerca di abbattere un sistema, ma chi sarà il nostro Napoleone?
Quando i candidati di Grillo assumeranno gli onori delle cariche politiche si confronteranno con i duri e pesanti oneri che ciò comporta e senza preparazione, spirito di sacrificio e struttura organizzativa imploderanno lasciando alle loro spalle solo terra bruciata: non bastava Forza Italia?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

sono pienamente d'accordo

Anonimo ha detto...

evidentemente Forza Italia non e' stata sufficiente ad immunizzare dal virus del populismo.... ci vuole anche l'infezione del populismo di sinistra....
e speriamo che l'evoluzione della malattia sia benigna, perche' la storia e' piena di casi finiti molto male....

Anonimo ha detto...

sto leggendo per la blogsfera insulsaggini di varia natura su Grillo. Io non sono un suo fan, non giro con la maglietta con la sua faccia stampigliata sopra, non frequento che saltuariamente i suoi show, ma ritengo che le accuse che gli vengono mosse da destra a manca siano degne di un piano pseudostaliniano degno di essere esaminato.
Difendere la classe politica che si è autoeletta (ricordo che alle ultime elezioni gli elettori non potevano nemmeno usare la "preferenza", tutto già era preconfezionato dai partiti in modo a dir poco imbarazzante: quante mogli, amanti, sorelle, fratelli e concubini!) è un esercizio che ha del masochistico. Da mesi si parla della riforma elettorale come se fosse l'unico problema di questo paese! Qui c'è gente che non arriva alla fine del mese, che lotta con una precarizzazione del lavoro diventata emergenza nazionale, c'è un'emergenza ambientale che non trova che vaghe e fumose risposte, c'è un piano energetico che punta al rilancio del settore sfruttando il carbone (sic!) e contestualmente si vorrebbero abbassare le emissioni di CO2 (un gioco di prestigio degno del mago Casanova!). Abbiamo una scuola che viene gestita a base di circolari senza alcun piano complessivo e organico. Stiamo assistendo ad una spartizione di posti di potere che lascia senza parole! Abbiamo un ministro per la realizzazione del programma (ci ridono dietro in mezzo mondo) e un legame ferreo, se non una sudditanza vergognosa, ai potentati economici (multinazionali) e alla Chiesa/e da far venire i brividi.
Che fiducia si può riporre in questa casta politica? Crediamo davvero che quella accozzaglia che chiamano "Partito democratico" possa dare una qualche risposta ai problemi reali del paesi e non perpetrare una liason perniciosa con la Confindustria e la Chiesa? Crediamo davvero nell'autoredenzione dei peccatori e dei colpevoli?
In questo clima chi, come Grillo oggi, come i Girotondi ieri, contesta la classe dirigente, in questo caso di sinistra, viene bollato come antipolitica, come capopopolo alla Masaniello, alla Cola di Rienzo o come potenziale fascista. Si teme la democrazia dal basso, si teme chi non si muove al seguito di un'avanguardia cosciente. Non rischiamo di passare come supporter di una classe politica capace di distinguersi più in scandali, più o meno evidenti, che in proposte concrete per migliorare la vita del paese?
Grillo ha individuato alcuni problemi e ne dà una soluzione parlamentare (petizione popolare), di problemi ce ne sono migliaia e qualcuno che Grillo non è potrebbe seguire altre strade che risvegliano sinistri ricordi.
Che la classe politica sappia smarcarsi dalla dipendenza ai poteri forti altrimenti ci possono essere seri rischi per la democrazia e la colpa non sarà di Grillo ma di coloro che hanno ridotto le istituzioni del paese ad una specie di circolo privato e/o di comitato di affari più o meno loschi. Quei politici che non si riconoscono in queste logiche abbiano il coraggio di farsi avanti, di risollevare la dignità delle istituzioni e simultaneamente di dare risposte agli elettori a cui devono la carica.
Enrico

Anonimo ha detto...

Bravo Enrico,
approvo in pieno ciò che hai scritto.

roberto ha detto...

Se fai un partito ti voto.
Stesso percorso, stesse idee.
(carnesalli.splinder.com)

luigi ha detto...

Condivido in pieno il post di Stefano, mentre Enrico, anche se scrive con passione, non mi convince perchè non mi può convincere che il governo di centrosinistra (che è al governo da poco più di un anno!) non ha fatto cose positive. Non consideriamo come partenza la condizione ideale, ma quella reale. E allora io vedo i passi avanti fatti sul risparmio energetico e quindi sull'ambiente; l'attenzione verso le pensioni basse e quelle di chi lavora in maniera frammentata e precaria (accordo del 23 luglio); l'intervento sui prezzi dei farmaci, degli alimentari, della telefonia... con le liberalizzazioni; il buon lavoro della Turco nella Sanità di cui a breve (sempre che il governo regga) vedremo i primi benefici...insomma Enrico secondo me bisogna ragionare pensando che tutto è da migliorare e migliorabile, non confrontandolo con una situazione ideale e paradisiaca.