venerdì 25 maggio 2007

Novità in Medioriente

Negli ultimi tempi si è spesso sentito parlare delle virtù dei sistemi democratici e a gran voce si è difesa la necessità di instaurare anche con la forza questo tipo di organizzazione. Se volgiamo lo sguardo alla questione palestinese ci rendiamo conto che la democrazia non è la soluzione ai problemi del mondo, per non parlare di Iraq. Alle elezioni palestinesi del gennaio 2006 abbiamo assistito a un trionfo di Hamas ai danni del vecchio gruppo dirigente dell'Olp, ossia Fatah. Quindi quella che era fino alla tregua del 2005 la principale organizzazione terroristica guadagna il consenso di un popolo che per la prima volta viene chiamato ad esprimersi e intanto perde consenso a favore di un' altra organizzazione esterna all' Autorità Nazionale Palestinese che si chiama Jihad islamica.
Tutto ciò dovrebbe far riflettere sui sentimenti di un popolo che si sente messo alla porta di casa sua, si dice che siano solo dei terroristi, ma terroristi sono coloro che non godono del seguito di un intero popolo. D'altronde se il tuo nemico dispone di carri, aerei e bombe atomiche(grazie all'aiuto statunitense), una guerra regolare è impossibile. Si dice inoltre che Israele ha diritto ad esistere ma ci si dimentica che anche la Palestina ha questo diritto che viene violato continuamente dal governo israeliano; e ogni risoluzione del Consiglio di Sicurezza che cerca di porre un freno all'azione israeliana viene bloccata dal veto statunitense. E' notizia degli ultimi giorni l'arresto di esponenti di governo da parte dell'esercito israeliano che continua ad esercitare potere di governo in territori che non gli appartengono; la mia domanda è questa: come si può costruire uno Stato se non si ha l'opportunità di esercitare il potere nel proprio territorio? Quanto meno anche questi episodi fanno capire quanto delle"libere" elezioni non siano sufficienti a creare una democrazia: è il fallimento riconosciuto anche dall'Unione Europea di una politica di appeasement: di contenimento delle forze in campo, ci vuole più progettazione e meno qualunquismo.

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