mercoledì 10 settembre 2014

Quali temi e quale segretario per il PD Sardegna

Si appresta a conclusione il lungo e largo percorso de La Traversata della Sardegna. A due mesi dalla primarie che eleggeranno la/il nuova/o segretaria/o e il nuovo gruppo dirigente del Partito Democratico Sardo è l’unico processo aperto e partecipato di cui si abbia conoscenza. Sarà proprio per questo motivo che ha contenuti fortemente innovativi, e fino a ora gli unici  di questo imminente Congresso. A dimostrazione che La Traversata ha cercato prima di tutto di produrli – i contenuti – e di renderli noti, mettendo in secondo piano l’incarnazione di donne e uomini che li dovranno portare a compimento.
La Traversata si è concentrata sull’organizzazione del partito, producendo argomenti forti che mettono in discussione anche il rapporto con il partito nazionale. Si richiede un rinnovamento dell’ordinamento interno con l’abolizione della direzione regionale e la conservazione dell’assemblea, eletta dai cittadini con le primarie e unico organo decisionale del partito. Si risolverebbe così una questione controversa e ipocrita che ha visto sino a oggi l’elezione diretta di un’assemblea che di fatto non ha nessun ruolo, in quanto nella pratica gli viene sistematicamente scippato da una direzione nominata dai  leader di riferimento.
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A fianco di essa si richiede l’istituzione di una assemblea regionale dei segretari di circolo, che abbia un forte ruolo organizzativo e di coordinamento. Suo compito sarà di facilitare il coordinamento durante le campagne elettorali e di territorializzare i dibattiti di larga scala: regionale, nazionale ed europeo. Quando il partito avrà bisogno di avere un resoconto sullo stato d’animo dei territori, non si affiderà ai sondaggi, ma proporrà un dibattito capillare attraverso i suoi circoli.
Altra questione importante è il rapporto dei giovani e della giovanile con il partito. L’avvicinamento dei giovani è assolutamente necessario e la giovanile può costituire il primo passo, ma non deve diventare una parcheggio o una riserva indiana, né uno strumento per la creazione di poltrone e/o carriere. I giovani devono dedicare la loro attività e il loro impegno a ciò che avviene nel partito e occuparsi da subito – dopo un veloce apprendistato – delle questioni dei “grandi”. Per questo motivo si intende escludere le quote di riserva della giovanile dagli organismi del partito. Un giovane che voglia assumere ruoli dirigenti lo dovrà fare con una candidatura diretta. Sarà possibile iscriversi al partito a costi ridotti per soli 5 anni e comunque fino a massimo 25 anni. Gramsci, Lussu e Gobetti non ebbero bisogno di nessuna giovanile per emergere nello scenario politico e diventare protagonisti della storia del nostro Paese. Il coraggio e la sfrontatezza dei giovani – oggi come allora – devono diventare un fattore modernizzante della nostra società e non essere relegato in un baby-parking.
Tanti altri sono gli argomenti innovativi de La Traversata e per questo motivo non possono essere rappresentati da chi ha guidato il partito sino a oggi.

I risultati delle ultime regionali parlano chiaro. Il PD è riuscito a perdere consenso elettorale rispetto al 2009, nonostante stavolta si sia vinta la contesa e allora invece no. Si potrebbe giustificare questa flessione con l’astensione elettorale, ma il passo indietro non si è registrato solo nel numero assoluto di voti, ma anche in numero percentuale. Il PD è passato dai 204mila voti del 2009 ai 150mila del 2014, e – nonostante una percentuale complessiva di votanti scesa dal 67 al 52 per cento – la sua percentuale è scesa del 24,73% al 22,06%. Questi sono i dati che mostrano le difficoltà del PD di farsi interprete delle istanze dei sardi. Il contributo determinante dei partiti sovranisti, il risultato lusinghiero di Sardegna Possibile, mostrano l’esigenza di un Partito Democratico Sardo che sia realmente autonomo e capace di affiancare questa Giunta e questa maggioranza nelle contese con il governo nazionale dei prossimi anni.
Queste istanze richiedono una guida a tempo pieno ed una netta separazione tra ruoli politici e ruoli di governo. Il Presidente Pigliaru e la nostra esperienza di governo hanno bisogno di un Partito Democratico capace di supportarne l’operato, di incalzarla e di fare elaborazione, capace – in un ottica di governo di lungo periodo – di disegnare la Sardegna del futuro.
Una guida capace di tenere insieme la variegata maggioranza che sostiene un Presidente che il PD ha voluto e che gli ha garantito un’insperata resurrezione. Una candidatura che abbia anche il proposito di modificare gli assetti e l’organizzazione del partito in modo da farsi interprete di istanze che avanzano nella società sarda e di creare una rinnovata classe dirigente in grado di proporsi con credibilità agli elettori.

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