martedì 29 dicembre 2015

Il risanamento di Flumini come anno zero del suo sviluppo

Nelle scorse settimane in Consiglio Comunale, il presidente della Commissione Urbanistica, Lucio Torru, ha dichiarato in sostanza che non c’è nulla da fare per sbloccare i 29 piani di risanamento di Flumini. Di fatto ha dichiarato l’inutilità di sé stesso e dei suoi colleghi, intaccando la fiducia nelle istituzioni e nell’idea stessa di comunità che faticosamente i cittadini volenterosi cercano di tenere in piedi.
Sembra esserci un interesse recondito a far sì che Flumini rimanga in una situazione da Far West (anche se ci troviamo a Est di Quartu). Un territorio abbandonato a sé stesso che conquista però grandi attenzioni al momento del voto. Ad ogni tornata c’è chi lucra tramite le false promesse e – chi amministra – tramite la realizzazione di piccoli interventi riparatori.
Tanto si è parlato delle enormi potenzialità di un territorio che si trova tra città, mare e montagna. Potenzialità che rimangono inespresse senza l’attuazione di quei piani di risanamento che porrebbero tutti, cittadini compresi, di fronte alle loro responsabilità. Sarebbe un anno zero da cui ripartire, da cui creare uno sviluppo ordinato e in armonia con il territorio. Il perdurare di questa situazione di illegalità fa comodo a chi vuole conservare Flumini come territorio sommerso con una economia sommersa che alimenta sì oneste esigenze, ma ha il grave demerito di compromettere lo spirito civico dei suoi abitanti.
Lo sviluppo di Quartu passa anche per quello di Flumini, ma la maggioranza dei “responsabili” ha dimostrato – in questa occasione, come in tante altre – la sua incapacità di gestire i problemi veri della città.

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