martedì 22 dicembre 2015

Le elezioni spagnole confermano la fragilità dell'Europa

Le elezioni spagnole confermano l'avanzata dei partiti "antisistema" in Europa. Antisistema perché evadono dai tradizionali sistemi di partito. In Italia questa esigenza di cambiamento è stata già intercettata dal M5S, che ha per certi versi precorso i tempi. La nostra fragilità non ha infatti origine nella crisi economica dell'ultimo decennio, ma è conseguenza di Tangentopoli e della fine della guerra fredda.
L'unica alternativa possibile sono le forze regionaliste e localistiche. Scozia, Corsica e Catalogna tracciano una linea in questo senso. I cittadini europei sentono sempre più forte la distanza dalle istituzioni e vedono la soluzione in forze politiche che siano espressione specifica del territorio. L'UE ha cercato fino ad oggi di dare risposte organizzative e comunicative, ma non risposte politiche.
In Sardegna i sintomi ci sono tutti. Alle scorse elezioni regionali le liste regionali hanno ottenuto il 35% dei consensi. Alle scorse comunali a Quartu c'è stato un floriregio di liste civiche e candidati che hanno ottenuto anche un buon risultato, per un totale del 46% dei voti espressi. Medesimo floriregio si annuncia per le elezioni di Cagliari dell'anno venturo. Solo un'amministrazione targata PD-Sel che si è preoccupata in primo luogo di amministrare la città, può resistere a quest'onda. 
Ecco dove sta la soluzione. Il PD in particolare è riuscito a resistere finora grazie a una classe amministrativa locale capace di rappresentare gli interessi del territorio. Oggi invece è in atto una deriva centralista, piegata a interessi globali, che rischia pregiudicare tutto questo lavoro e di aprire le porte a forze cosiddette "antisistema" che in uno scenario di questo tipo non possono che apparire come l'inevitabile soluzione.

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