venerdì 24 agosto 2007

L'accusa più ridicola sul PD

Una delle accuse più ridicole che sento ripetere dentro Kilombo nei confronti del Pd è quella sulla sua mancanza di identità e sull'azzeramento delle identità che furono. Come se un partito fosse una comunità o una nazione. Un partito non si pone come obiettivo quello di dare un senso di appartenenza a chi lo vota o chi vi partecipa, ma ha l' obiettivo primario e unico di porsi da intermediario tra la cittadinanza e le istituzioni e farsi interprete di volta in volta delle esigenze e delle richieste che gli pervengono. Questo è ciò che dovrebbe fare un partito in una democrazia compiuta e non diventare una struttura oligarchica che si richiama a vessilli e miti del passato per conservare le proprie rendite di potere.
Questa idea di identità legata a un partito viene dal Manifesto di Marx, dove l'economista tedesco invitava la classe operaia ad acquistare una coscienza di classe e a lottare per l'eguaglianza sociale. Nacque così il mito della classe operaia, ma era il 1848 e sono passati centosessant'anni. Marx fotografava sapientemente la società in cui viveva e invitava la classe operaia a muoversi per superare la società di classe, per andare oltre e con il suo invito ad acquistare una coscienza di classe invitava di fatto milioni di persone abituate a vivere alla mercé dei padroni, ad acquistare una coscienza politica, ad essere animali sociali. Che senso ha in una società che viaggia verso il multiculturalismo, verso l'internazionalizzazione dei mercati e delle istituzioni, della culture e delle comunicazioni, credere ancora nella utilità di divisioni basate unicamente sui miti che furono? E' giusto avere un ideale di società verso cui tendere, ma è sbagliato arroccarsi su posizioni ideologiche, prive di idealismo e di concretezza politica, semplicemente perché non si ha il coraggio di volgere lo sguardo verso il futuro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo perfettamente con te. In Kilombo c'è una schiera di "conservatori" di pseudo sinistra che non hanno imparato gli insegnamenti di Marx e che si sentono ancora come i "proletari unitevi" di un tempo, un tempo che fu e che non torna più!

Anonimo ha detto...

Io invece concordo in particolare sull'ultima frase, quella del futuro. Ormai le ideologie che fanno immaginare un futuro che però non arriva mai, dovrebbero essere relegate al posto a cui appartengono: il passato.

Unknown ha detto...

Mi fa piacere che concordiate, meno ideologia significa anche migliore qualità del confronto e delle soluzioni che ne vengono fuori.