martedì 12 febbraio 2008

Partito Democratico, Ulivo 2.0

Di fronte alle critiche di chi ritiene il Partito Democratico un tradimento dell' Ulivo mi sento di dire alcune cose.
Il Pd è un' evoluzione dell' Ulivo, un Ulivo 2.0 appunto. Lo dimostra la presenza tra le sue file degli ulivisti più convinti come Prodi, Fassino e lo stesso Veltroni. L' Ulivo non è stato in grado di portare avanti il suo progetto di organizzazione delle forze politiche progressiste presenti in Italia, é rimasto un cartello elettorale ed ha fallito come soggetto politico. Questo per via di responsabilità personali di alcuni come D'Alema, che nel '98 picconò il governo e la coalizione pur di diventare Presidente del Consiglio ma forse anche perché non completamente convinto della strada intrapresa. Poi ci sono responsabilità di alcuni partiti come i Verdi che, anziché sostenere costantemente L'Ulivo, hanno preferito appiattirsi sulle posizione della sinistra massimalista perché in questo modo credevano di avere maggiore peso nel quadro politico. I Socialisti di Boselli invece hanno sempre remato contro presi dalla nostalgia, nella speranza vana che l'anacronistico Psi potesse tornare alla gloria di un tempo; così successivamente a poco convinti approcci nelle liste comuni con Margherita e Ds nel 2004 (a cui posero peraltro il veto all'ingresso di Di Pietro) hanno deciso di riciclare sé stessi e da veri sciacalli di aggredire il Pd nei suoi punti deboli. I Comunisti invece di questo progetto politico non hanno voluto far parte sin dalle origini e coerentemente vi hanno lavorato contro; prima contribuendo alla fine del governo Prodi nel '98 poi cercando di attirare sulle loro posizioni i Verdi e parte dei Ds. Da non tenere in considerazione invece radicali e Udeur che solo per convenienza hanno scelta di far parte del centrosinistra.
L'Ulivo ha fallito perché non è stato in grado di realizzare i suoi propositi a causa degli eccessivi ostacoli incontrati nel suo cammino. Prodi è riuscito a resuscitare questo progetto con la creazione della lista I Democratici e a elaborare una seconda fase con la costituzione di un vero e proprio partito. Un partito che non ha nei suoi propositi, come credono alcune sue componenti (i popolari), quello di essere un blocco monolitico e rappresentare un' unica cultura politica. Mira invece a raggruppare tutte le culture politiche progressiste presenti in Italia e a organizzarle in modo da poter esprimere una leadership autorevole in un sistema di comunicazione molto veloce e indisponibile a scendere nei particolari (lo Statuto infatti concede agli aderenti la possibilità di organizzarsi in associazioni all'interno del partito per portare avanti convicimenti e posizioni particolari). In queste condizioni il maanchismo di Veltroni è assolutamente necessario e funzionale alla costruzione di un partito che mira a ottenere il 40% dei suffragi(il mondo è bello perché è vario).
Il Partito Democratico non si pone l'obiettivo di uniformare l'opinione pubblica ma semplicemente di rappresentarla; é cioè un passo in avanti e speriamo la fase conclusiva in quell'azione di riforma della politica che ebbe inizio nel 1995; e soprattutto è un partito di centrosinistra (volutamente senza trattino).

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