sabato 23 febbraio 2008

La Sardegna come il Kosovo

Il paragone è stato fatto qualche giorno fa dall'europarlamentare delle Lega Mario Borghezio, il quale ha sostenuto che il Kosovo sarà un esempio da imitare per Corsica, Paesi Baschi, Catalogna, Irlanda, Sardegna e ovviamente Padania.
Tutti i popoli citati da Borghezio (a parte i padani) secondo alcuni storici hanno una comune origine nei Shardana, che lasciarono il segno nella storia per la loro resistenza alla dominazione straniera. Dopo questo piccolo inciso, mi viene da chiedermi cosa accadrebbe se la Sardegna, tutta la sua classe politica e il suo popolo tramite referendum si esprimesse per l'indipendenza. Roma avrebbe il coraggio e l'arroganza di opporsi? Non sarebbe questo atto una violazione del principio di autodeterminazione dei popoli sancito dall'art. 51 della Carta Onu?
La situazione non è sicuramente tale in Sardegna né in tutte le altre zone geografiche citate da Borghezio, ma tale è invece in Kosovo. Il sentimento autonomista dei sardi, oltre che avere origine antiche nei Shardana e applicazione pratica con i Giudicati nel medioevo e fino ad oggi in Barbagia dove non è mai stata accettata la legge dello straniero, ha avuto una prima espressione partitica con il Psd'Az all'indomani della Prima Guerra Mondiale. Fu fondata dai reduci della Brigata Sassari che usciti dall'isola si resero conto di quanto i problemi dei sardi fossero ignorati dalla madrepatria. Il Psd' Az ottenne risultati clamorosi(in certe zone anche più del 30%), fu l'utlima forza politica a cedere al fascismo, espresse parlamentari e riuscì ad ottenere nel secondo dopoguerra l'autonomia per la Sardegna. Negli anni '80 ci fu una ripresa dei sentimenti autonomistici tanto che il Psd' Az ebbe anche la Presidenza della Regione con Mario Melis, poi la flessione conclusasi con una diaspora dei sardisti in diversi gruppi: Sardigna Natzione, Fortza Paris, Indipendentzia de sa Repubrica de Sardigna e ovviamente l'intramontabile Psd' Az che è sopravvissuto al fascismo, alla guerra fredda, a tangentopoli e alla Prima Repubblica. Oggi nuovamente sono forti i sentimenti autonomistici in una terra che sembra diventata una Gomorra per i vip del continente. Non a caso Soru ha fatto una bandiera di questi sentimenti, ma la recente sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittima la cosiddetta "tassa sul lusso" perché impone un regime fiscale che discrimina tra sardi e italiani non sardi, ha messo ancora una volta in evidenza la condizione di servitù che soffre l'isola nei confronti del continente. E se i sardi volessero l' autorità per imporre le proprie tasse e le proprie leggi, Roma avrebbe il diritto di negare questa scelta? Perché Venezia può far pagare gli ingressi ai turisti e la Sardegna non può? Si teme il precedente?
La situazione non è così drammatica in Sardegna ma altrettanto non si può dire per il Kosovo. Un popolo che negli ultimi vent'anni è stato vittima di una repressione fisica da uno Stato che ha sempre concepito la Jugoslavia come un estensione del suo dominio, una piemontesizzazione della penisola balcanica. Oggi chiede di poter essere artefice del proprio destino, di potersi autodeterminare, chiede un diritto innegabile. La Serbia è la responsabile di questa divisione in quanto non è stata capace di tutelare le autonomie e i serbi con le loro responsabilità storiche non hanno nessun diritto di avanzare pretese e di mettere il broncio alla comunità internazionale.
Se tutto ciò vorrà dire rinfocolare le pretese autonomistiche nel resto d'Europa ne sarò lieto perché da liberale credo nella decentralizzazione del potere e nell'autodeterminazione dei popoli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Più che l'autonomia (già esistente) in Sardegna ci vorrebbe l'indipendenza con la creazione di uno stato sovrano sardo (e quindi europeo)...
A presto e complimenti per il blog ;)