mercoledì 30 aprile 2008

Sconfitta totale

Anche Roma va al centrodestra. Dopo 15 anni di amministrazione del centrosinistra, dopo soli due anni dalla vittoria schiacciante di Veltroni, ottenuto con il 61% dei voti, il centrodestra riesce a conquistare la capitale. E per di più con un postfascista dal passato oscuro come Alemanno. Dopo questo risultato si può dire che è stata una sconfitta totale.
Si è arrivati alle politiche con la speranza che la nuova creatura potesse mettere in difficoltà Berlusconi e recuperare consensi, che potesse almeno ambire a impedire la definizione di una maggioranza ampia in Senato, in modo che il centrodestra sarebbe stato costretto a trattare su tutte le questioni fondamentali. Così non è stato e c'è da chiedersi il perché e come ripartire.
Non attaccare l'avversario non è servito a conquistare il centro, anzi ci ha fatto perdere voti a sinistra a favore della Lega. Ciò significa che lo ha addirittura avvantaggiato. Si è fatta sentire l'assenza della sinistra che ha sempre avuto il ruolo di raccogliere il voto di protesta e di fornire rappresentanza alle classi deboli. Il Pd crede nel mercato e nella liberalizzazione delle risorse, crede nella circolazione dei beni e delle conoscenze. Ma in questa fede non deve essere fondamentalista e ideologico. Il mercato infatti è un'opportunità, ma spesso crea storture e inefficienze che pagano principalmente le classi deboli. La concorrenza perfetta non esiste e la piena allocazione delle risorse è impossibile. Quando ciò si verifica è necessario ascoltare i problemi che vengono dal basso e offrire una soluzione. L'atteggiamento di Berlusconi su Alitalia, per quanto sia populista, è politicamente efficace perché dimostra di avere attenzione ai problemi dei lavoratori e della gente comune. Almeno, questo è ciò che ci appare. A poco servono poi i discorsi sul debito pubblico e sulla meritocrazia o capacità imprenditoriale che risultano poco comprensibili ai più perché non li tocca direttamente. Tutto ciò spiega il botto della Lega e il fiasco della Sinistra, la differenza tra Veltroni e Berlusconi. Veltroni ha proposto un'idea di società, Berlusconi semplicemente si è adattato all'esistente. Ma non è tutto.
Il Pd paga anche la sua natura ambigua, soprattutto sui temi civili. Il risultato di Roma parla chiaro. Zingaretti alla provincia vince e Rutelli al comune perde. Una punizione verso una candidatura poco innovativa e poco coraggiosa, come quelle di De Luca e Calearo in Parlamento. Una punizione verso una linea sui diritti civili ben rappresentata da Rutelli: poco chiara e poco di sinistra. O meglio ancora, poco liberale. Su questo punto bisogna fare chiarezza, bisogna capire se si vuole realmente offrire un'alternativa agli elettori o appiattirsi sulle posizioni del centrodestra. Rimango decisamente sconvolto quando sento che elettori di sinistra hanno votato Alemanno invece che Rutelli, ma questo testimonia il definitivo sdoganamento dei postfascisti anche nella sinistra italiana.
Il Pd ora in Parlamento dovrà fare sostanzialmente due cose. La prima è risolvere in maniera definitiva il conflitto d'interessi e porre fine a una situazione che sta consegnando al centrodestra una egemonia culturale sulla società italiana. La seconda è lavorare a riforme istituzionali per un sistema bipolare dell'alternanza ma non bipartitico, che gli italiani, nella loro cultura campanilistica figlia dei Comuni rinascimentali, dimostrano di patire. Quindi dovrà radicare il suo partito sul territorio e risolvere questioni che lo rendono troppo ondivago agli occhi della società italiana ma soprattutto al suo elettorato di riferimento.
Tutto ciò, con pazienza e intelligenza, si può fare.

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