lunedì 7 gennaio 2008

Embrione di Statuto del Pd

Il Partito Democratico si avvia a grandi passi verso la sua forma definitiva. Entro la fine di febbraio la Commissione Statuto darà alla luce il vestito che dovranno calzare tutti gli aderenti. La novità più importante della bozza disponibile nel sito http://www.partitodemocratico.it/ è proprio la distinzione tra sostenitori e aderenti. I sostenitori sarebbero coloro che nelle primarie del partito esercitano unicamente l'elettorato attivo, mentre gli aderenti eserciteranno elettorato attivo e passivo. In soldoni, solo gli aderenti, eredi degli antichi iscritti, potranno candidarsi a esercitare ruoli negli organismi dirigenti del nuovo partito, a loro volta eletti ogni due anni e mezzo con elezioni aperte a tutti i sostenitori.



Il pessimismo dell'intelligenza

Non credo sia una cosa saggia abbandonare la forma Congresso come momento topico della discussione interna a un partito. Le primarie sono sì un esercizio democratico nella forma ma vuoto nei suoi contenuti e quindi nella sostanza. La democrazia non consiste solo nell'eleggere dei rappresentanti periodicamente ma consiste nel confrontarsi, nel proporre problemi e soluzioni, nel dialogo che si concretizza poi nell'incontro a metà strada tra posizioni differenti. L' uso continuo delle primarie rischia di indebolire la democrazia perché riduce il confronto tra le parti a una prova di forza, col richiamo di un elettorato ormai stanco dei continui conflitti (spesso di interesse). Per questo motivo credo che il congresso sia un momento di maggiore sostanza democratica dove i singoli, per alcuni giorni, dicono la loro e ascoltano quello che hanno da dire gli altri e votano solo dopo aver cercato punti di convergenza. Questa è democrazia: la ricerca del più largo consenso. Un' operazione che richiede tempi lunghi e tanta pazienza, ma sicuramente destinata a durare nel tempo.


L'ottimismo della volontà

Lo strumento delle primarie potrebbe essere utile per avvicinare i cittadini alla vita politica del nuovo partito e del Paese. Un continuo richiamo, aperto a chiunque voglia parteciparvi, potrebbe aiutare a non vedere più un partito come un ritrovo massonico dove pochi decidono per molti. Gli italiani potrebbero riconquistare la loro voglia di partecipazione. Ma lo vogliono veramente?




10 commenti:

Anonimo ha detto...

Primarie e congresso sono due forme di partecipazione alla politica diversi e certamente non comparabili. Ma devo contestare questa tua idea che il congresso si riempia di contenuti e le primarie no. In effetti, le primarie in Italia devono essere ancora capite, perché vengono incentrate più sui personaggi, sui posti a sedere, che sulla differenza dei contenuti tra candidati. Mi pare di capire che in Usa le primarie siano fortemente ricche di proposte differenti.

E viceversa, il congresso può anche essere un rito stantio privo di stimoli. Io non so a quali congressi tu sia abituato, posso dirti che quelli della Margherita a cui io ho partecipato, sono stati focalizzati più sulla spartizione della torta che non sui contenuti esposti dai delegati.
Vorrei sapere quanti oggi si ricordino a Bologna del problema affitto casa di cui ho parlato e di cui soffre la zona universitaria in città.

Unknown ha detto...

Sapevo che avresti lasciato un commento....
Beh i congressi che ho vissuto mi son sempre piaciuti, con una forte discussione sull'idea di partito, di politica e di comunità. E' ovvio che poi la dicsussione arrivi sempre a una concretizzazione finale nella scelta dei nomi che devono rappresentare una certa linea. Per le primarie può essere come dici tu, ma i primi tentativi non lo hanno ancora mostrato. SPero tu abbia ragione.

Anonimo ha detto...

Eheh, è un argomento stimolante per me... ;-)

Beh, confesso di essere diventato ormai un disco rotto, ma non mi stancherò mai di dirlo: prima delle Primarie gli Ulivisti avevano denunciato il fatto che non si parlava di contenuti e che Veltroni dovesse dire chiaramente la linea di quale lista (visto che c'erano insieme Binetti e Odifreddi, pensa te...) lo rappresentasse. Non è stato fatto. Oggi noto molti che hanno votato Veltroni ciecamente, neanche fosse un dio in terra (io ho parlato espressamente di Berlusconi di sinistra, ricevendo dei boatos che non ti dico...) si lamentano per questo fatto; è vero, non si piange sul latte versato, ma adesso riflettano per fare scelte più consapevoli nel futuro. Solo che mi fa una tristezza quando prendono per il culo Parisi, anche se è uno dei pochi a dire come stanno le cose.

Anonimo ha detto...

Condivido tutto.
Anche ilo manifesto pare stia venendo non male.
La partecipazione è contagiosa, basta partire: l'importante è che non si scada nella demagogia
Leggo invece pessimismo dalle parti di Antola: coraggio...

Anonimo ha detto...

l'anonimo sono io
Roberto Carnesalli

Unknown ha detto...

Veramente mi sa che tra me e Innoxius il pessimista sono io, ma aprezzo alcuni punti del nuovo Statuto, coem quello sulla Scuola di formazione politica di cuit ra l'altro Innoxius si sta occupando. Pessimisti nell'intelligenza, ottimisti nella volontà, Gramsci docet.

Anonimo ha detto...

Anzola, Roberto...

No, preoccupato lo sono eccome (intendiamoci, sono in opposizione alla maggioranza veltroniana), pessimista mai.

@Stefano Puntualizzo: mi sono occupato; grazie a Dio è finita un mese fa, esperienza bellissima ma faticosa a prepararsi.

Anonimo ha detto...

E' un gioco, ma mi fai pensare con i tuoi post; ragion per cui ti ho nominato nel Thinking Blogger Award

Unknown ha detto...

Ok inno, ti nomino anche io, ma come si fa?

Anonimo ha detto...

Sul mio blog c'è un post apposito con le regole. Ti ringrazio fin da ora per la nomina, ti ricordo che puoi nominare 5 blogger!