lunedì 14 gennaio 2008

Progetti di riforma elettorale

Come previsto Silvio Berlusconi ritratta la sua disponibilità al dialogo sulle legge elettorale. In un momento di difficoltà si è mostrato disponibile per riguadagnare credito agli occhi delle altre forze politiche e dell'opinione pubblica, ma ora cerca di imporre le sue condizioni al dialogo come la cesura del ddl Gentiloni. Berlusconi si pone in una posizione di forza, nel senso che se si accettasse le sue condizioni le sue televisioni sarebbero salve, se non le si accettasse una nuova legge elettorale sarebbe irrealizzabile. Questo secondo Berlusconi e secondo Veltroni che hanno tutto l'interesse a evitare una riforma fino al prossimo referendum. Comprensibile il loro atteggiamento visto le forze politiche che rappresentano, poco comprensibile invece la strategia politica dei piccoli partiti che probabilmente non si rendono conto che la terra gli sta franando sotto i piedi.
Una volta che si arriverà al referendum è scontato che Pd, Fi e An lo appoggeranno e con molta probabilità avrà esito positivo. Allora i piccoli partiti saranno con l'acqua alla gola e chiederanno di trattare per una nuova legge elettorale ma in queste condizioni Pd e il nuovo Pdl detteranno loro le condizioni. Ciò che non capisco e perché non cerchino un accordo oggi che le condizioni politiche lo permettono. Domani sarà troppo tardi ma forse la gloria di condurre una battaglia di principio e più importante della sopravvivenza politica. Ma le spinte che ci sono all'interno del Pd per un sistema bipolare non sono ininfluenti.

Nessun commento: