lunedì 9 luglio 2007

A un anno dal titolo

Proprio un anno fa la nostra squadra nazionale di calcio vinceva il titolo mondiale. Da appassionato tifoso e giocatore di calcio attendevo quel momento da tanto tempo e con mia sorpresa l'ho vissuto invece con molta tristezza. Ancora oggi credo che la nostra nazionale avrebbe fatto molto meglio a non partecipare a quel mondiale. Lo scandalo Moggiopoli è stato un duro colpo ai valori sportivi e c'era bisogno di un messaggio forte di pulizia interna, per far capire che senza determinati principi lo sport non è più tale. Invece come sempre si fa in Italia, si cerca di insabbiare tutto e di dare agli italiani qualche cosa che gli faccia dimenticare tutto.
Ho visto gente che di calcio si disinteressa da sempre ebbra di gioia per aver vinto una partita, tutti a sventolare il tricolore come se il nostro calcio sia qualcosa di cui ci possiamo vantare. D'altronde il progetto di insabbiamento era chiaro, già quando stavamo ai quarti alcuni senatori della Repubblica lo dicevano:"se vinciamo il mondiale, un'amnistia per il nostro calcio" come se il problema stesse nel fatto che i corrotti non dessero vittorie. Il problema sta nel fatto che i corrotti vincevano e continuano a vincere(vedi Milan e Inter). Così ho avuto la prova definitiva che anche nel calcio ci sono poteri forti che non hanno intenzione di cedere il passo ai poveri del pallone(son cresciuto sognando che con l'impegno e la voglia tutti potevano vincere), e juventini e antijuventini, pseudo tifosi di calcio, appoggiarono la causa con la motivazione che non è giusto punire gli incolpevoli tifosi mentre proprio i tifosi italiani, che non hanno cultura sportiva, che consiste nell'accettazione della sconfitta, sono i veri responsabili di un fenomeno di malcostume. Chissà che anche quella vittoria non sia stata decisa a tavolino, come quelle della Juventus, per risollevare la quarta industria del paese.

Così vincemmo il mondiale e tutto divenne più lieve. Eravamo campioni del mondo, che cazzo! chissenefrega di Moggi! Potevamo rallegrarci perché il nostro calcio non faceva così schifo e invece a un anno di distanza ci sono stati i fatti di Catania, scandali plusvalenze, Matarrese presidente di Lega e Abete di Federcalcio.

La mia disillusione sta nel fatto che ho capito che non c'è nessuna gloria nella vittoria in sè. Non è importante cosa vinci, ma come vinci, questo è il significato della famosa frase "l'importante è partecipare". Non è un detto da perdenti, ma da persone oneste. E' stata la prima volta che non ho tifato per la nostra nazionale e probabilmente non lo farò mai più, ma forse sto solo invecchiando.

2 commenti:

Tanuccio ha detto...

Spero veramente che il mondiale non sia stato fatto vincere all'Italia a tavolino, altrimenti feci un bagno nella fontana per niente...

Unknown ha detto...

Io qualche dubbio ce l'ho e mi sembra più che giustificato.